Luogo di sperimentazione diretto da Michele Cotelli, Spazio TORRSO partecipa al programma di Pesaro 24 con una mostra site specific, curata dallo storico dell’arte contemporanea Ivan D’Alberto. La riflessione del curatore pescarese origina dalle considerazioni di Plinio il Vecchio, datate primo secolo dopo Cristo. Lo scrittore e filosofo naturalista romano fu infatti tra i primi a portare in auge la questione del binomio “natura-artificio”. Una giustapposizione di concetti che oggi rimanda subito al tema dell’ecologia e delle crisi climatiche. Natura e artificio si legano all’arte nella misura in cui quest’ultima si intenda come processo di mimesi e altresì come abilità dell’essere umano nel “saper fare”. Ambiti disciplinari diversi in cui l’arte si erge a strumento di dialogo tra gli scenari naturale e artificiale, l’uomo che cerca di integrarsi in una natura che lo respinge e al contempo lo accoglie come figlio.
La riflessione del curatore pone l’accento su alcune proposte artistiche del recente passato che interrogano su problematiche di forte attualità. La Land Art, l’Arte Ambientale, le performance di Joseph Beuys, non sono forse tentativi di portare all’attenzione di tutti tematiche relative all’ambiente, alla natura, al mondo che ci ospita? Le Capitali Italiane della Cultura degli ultimi anni hanno dovuto fare i conti con un tema ampio e ormai radicato nel dibattito socio-economico del bel paese. Per Pesaro 24 si è scelto di indagare il tema “Natura della Cultura“, declinandolo nei cinque macro argomenti dell’edizione che sono natura mobile, ubiqua, imprevedibile, operosa e vivente. TORRSO, giovane spazio urbano, presenta quindi i propri appuntamenti espositivi che rientrano nel programma UN/NATURAL. E il primo progetto vede protagonisti fino al 21 febbraio Lorena Bucur, artista classe 1996 che vive e lavora a Bologna, e Davide Viggiano, diplomato dapprima in Arte del Tessuto e successivamente laureato magistrale in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Bio-plastiche, micro-polveri, cemento, agar-agar e vegetali innescano, nelle ricerche dei due artisti in mostra, equilibri e relazioni rinnovati, che mettono in risalto le “derive” della nostra contemporaneità e le possibili vie di salvezza in una situazione più che mai incerta.
La Bucur opera prevalentemente attraverso il cemento, il materiale che più di tutti dà un volto alle città: qui è invaso da elementi naturali, perlopiù vegetali; nei suoi lavori inediti si concretizza l’incontro tra naturale e artificiale, con quest’ultimo che viene letteralmente invaso dal primo, deciso a riappropriarsi dei propri spazi. L’invadenza dell’artificio nei confronti della natura è soppiantata da una nuova estetica ambientale, la narrativa delle città viene capovolta in favore della presa di coscienza del mondo naturale. Lorena Bucur giunge all’astrazione ricamando scenari anonimi di vita quotidiana, in cui la forza della natura è enfatizzata e resa protagonista di una rivoluzione dinamica nei confronti dell’ambiente circostante, spesso oppressivo. Lo scatto fotografico passa attraverso le fasi di usura e logoramento, e il risultato è che nel frattempo la natura ha “invaso” l’artificio, si è adattata al tempo presente. Elementi e tecniche che caratterizzano la sua visione artistica sono la fotografia e le immagini in movimento, che restituisce sotto forma di installazioni multimediali.
Davide Viggiano offre una prospettiva diversa sul tema del rapporto tra naturale e artificiale. Nella sua ricerca, l’accento è posto sulla capacità dell’uomo nell’operare con maestria. L’artificio si concretizza nella produzione di plastiche tramite materiali naturali contaminati da sostanze artificiali: acqua piovana, smog, polveri sottili, terriccio e muschio sono addizionati a glicerina vegetale e ad agar-agar. Una volta che il composto raggiunge lo stato melmoso ed è disteso su una serie di lastre di plexiglass, un processo di essiccamento completato all’aperto permette a smog e polveri sottili di sedimentarsi su di esso. La riflessione della Bucur è intenta a veicolare un messaggio sulla forza della natura, quella di Viggiano mira piuttosto ad evidenziare la minaccia che sostanze artificiali e nocive rappresentano ogni giorno per l’uomo, la natura, l’arte.
Lo Spazio TORRSO accoglie una mostra in cui dimensione pubblica e ambiente privato diventano un tutt’uno. Un percorso espositivo che viene proposto con l’obiettivo di permettere ai visitatori di immergersi nella poetica a tratti visionaria dei due giovani artisti, un viaggio diretto verso la comprensione delle tecniche sperimentali adottate e del tentativo di rendere tangibile l’incontro tra natura e artificio.
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