Un viaggio nella sacralità dell’essenziale, inteso come concetto presente sia nell’ambito della filosofia occidentale che orientale, e che rappresenta nucleo fondante e indispensabile di ogni cosa. Nella ricerca della verità, filosofi di diverse epoche e generazioni hanno dunque esplorato l’essenza delle cose, separandola dagli aspetti superficiali; ad essi si sono affiancati gli artisti che attraverso il loro lavoro hanno posto l’accento di volta in volta su qualcosa di diverso, ma pur sempre essenziale dal loro punto di vista.
Spesso però il concetto di essenziale ha richiesto una riduzione al minimo, un’eliminazione delle sovrastrutture per rivelare ciò che è veramente significativo; questo approccio è presente anche nella filosofia orientale, che però mette al centro anche l’idea complessa di interconnessione tra le singole parti, oltre a quello più “pratica” della riduzione al minimo.
Nel contesto dell’arte, come nella mostra “Beyond” di Michael Biberstein, visitabile alla Reggia di Caserta e realizzata in collaborazione con la Galleria Giorgio Persano di Torino, l’essenziale diventa una sorta di guida, o modello per l’espressione artistica. Attraverso la sottrazione e l’eliminazione degli elementi non essenziali, l’artista cerca di cogliere l’essenza del suo soggetto e così di trasmettere emozioni profonde e universali. Il luogo in cui questa magia avviene non è scelto a caso, ma al contrario contribuisce ad una esperienza visiva che porta il fruitore in uno spazio personale e immaginifico, oltre la soglia.
Qui l’attenzione all’essenziale invita i fruitori a una riflessione profonda del proprio sé, spogliandosi delle distrazioni superficiali e concentrando la propria energia e attenzione su ciò che ha un valore autentico e duraturo. Esplorare l’essenziale offre la possibilità di connettersi con la vera natura di ognuno di noi e di percepire ciò che si nasconde dietro le apparenze, aprendo la mente a nuove prospettive e a una comprensione più profonda della realtà che ci circonda.
Il lavoro di Biberstein alla Reggia di Caserta è un viaggio che invita i visitatori a guardare oltre l’enigma della percezione, un percorso che i visitatori cominciano già dallo Scalone Reale, ma che trova nel grande vestibolo marmoreo, poco prima della mostra, uno dei suoi momenti apicali. Una volta varcata la soglia, ecco le sue grandi tele, presentate nella mostra, e selezionate appositamente per l’occasione dalla curatrice Marina Guida; lavori che creano paesaggi onirici, atmosferici e luoghi che emergono da una nebbia massiccia e imponente, ricca di contrasti caldo freddi.
Attraverso l’uso di elementi monocromi, spiragli di luce e pennellate d’ombra, l’artista spinge gli spettatori a esplorare le profondità dei dipinti per cogliere ciò che si nasconde dietro l’apparente oscurità. Come succede già in gran parte della pittura informale della seconda metà del Novecento, l’artista rimuove la ricerca della forma, del contorno e della narrazione, e crea un’arte radicale e analitica che si svela lentamente attraverso velature di colore, richiamando l’aspetto mistico, meditativo e lento della pittura.
“Beyond” così, è un’esposizione che invita i visitatori a varcare una certa soglia per immaginare ciò che si cela oltre le cromie visibili; la sede espositiva della Reggia di Caserta, ricca di richiami al sapere e alla sua esplorazione non è solo lo scenario in cui le cose accadono, ma diventa parte integrante del percorso iniziatico proposto dalla mostra. L’arte contemporanea che si interconnette con l’antico per un’esaltazione totale del bello.
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