Un progetto espositivo che ha preso il via dai materiali conservati presso l’archivio storico Bevilacqua La Masa, arricchendosi poi grazie ad una preziosa rete di collaborazioni e contributi, un viaggio affascinante attraverso diverse forme di espressione artistica legate al suono, all’ascolto e alla parola.
La mostra, curata da Stefano Coletto in collaborazione con Catalina Golban e visitabile fino al 10 settembre, si focalizza sulle opere degli artisti appartenenti all'”ultima avanguardia veneziana” degli anni Settanta, tra cui Michele Sambin, Claudio Ambrosini e Luigi Viola. Le opere video esposte, concesse dall’Archivio Cardazzo e dall’ASAC – Archivio Storico delle Arti Contemporanee, Fondazione La Biennale di Venezia, rivelano l’interessante uso del suono, che rompe l’estetica del video e invita a una riflessione sullo spazio. Inoltre, grazie alla collaborazione della Fondazione Archivio Luigi Nono, saranno mostrati documenti audio-visivi riguardanti uno dei pilastri della sound art e del rimodernamento sonoro, Luigi Nono.
La mostra si estende poi alle ricerche più recenti e alla produzione di una nuova generazione di artisti, molti dei quali hanno avuto un legame con la Bevilacqua La Masa e hanno proseguito un percorso di sperimentazione artistica. Tra gli artisti in mostra, figurano Michele Spanghero, Alessandro Sciaraffa, Alberto Tadiello, il collettivo Void, Liliana Moro, Francesco Fonassi, Marzio Zorio, Margherita Morgantin, Mariateresa Sartori, e Christina Kubisch.
La sezione intitolata ‘il video come specchio sonoro’ affonda le radici negli anni Settanta, un periodo caratterizzato da una fervida urgenza di sperimentazione e rinnovamento dei linguaggi artistici tradizionali attraverso le nuove tecnologie. Artisti come Claudio Ambrosini, Michele Sambin e Luigi Viola hanno avuto un ruolo fondamentale nel cogliere le possibilità creative del video, sperimentando nuove relazioni tra suono, immagine e tempo. I video esposti rivelano un’indagine verso la dimensione sonora dell’azione, scardinando la tradizionale temporalità visiva e preannunciando le ricerche più contemporanee della sound art. Sambin, in particolare, ha esplorato il tempo reale e la registrazione, consentendo al pubblico di percepire i legami tra suono e musica. Ambrosini ha invece fatto del video un elemento centrale nella sua ricerca sonora, valorizzandone le caratteristiche intrinseche e producendo un linguaggio autonomo. Viola, interessato alla relazione tra parola e immagine, ha utilizzato il video per esplorare la scrittura e il suono come elementi disgregatori.
Un’altra sezione fondamentale della mostra è dedicata al gruppo di ricerca ‘SSH! Sound Studies Hub’, un ambito di ricerca transdisciplinare che indaga la produzione e la fruizione del suono e degli elementi sonori nella società e la loro trasformazione nel tempo. Questa prospettiva innovativa si muove tra le scienze del design, gli studi urbani, le arti visive e performative, le culture digitali e la tecnoscienza. ‘Listening Post’permette infatti ai visitatori di esplorare il sonoro come un potente strumento per comprendere e interpretare il mondo circostante.
Una mostra che sarà arricchita da diversi approfondimenti, tra cui la realtà dei podcast presentata dal progetto SONRO di Marzio Zorio ed Edi Guerzoni, e le esperienze del festival dell’audio registrato Helicotrema, curato da Riccardo Giacconi, Mario Ciaramitaro, Daniele Zoico e Giulia Morucchio. Monica Fantini di Radio France Internationale (RFI) condividerà le sue ricerche tra suono, soggettività e memoria in diversi contesti sociali e culturali, condotte durante una residenza presso la Fondazione Bevilacqua La Masa.
Una mostra, ma non solo, che presenta una rara occasione per immergersi nell’universo affascinante dell’arte sonora, sperimentando un linguaggio artistico che indaga le profondità del suono, dell’ascolto e della parola.
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