A pochi passi dalle storiche Corderie dell’Arsenale —cuore pulsante della Biennale di Venezia— la società internazionale AKNEYE ha dato vita ad un luogo dai connotati futuristici: uno spazio detto “phygital”, ovvero in sospeso tra il fisico e il digitale, in cui la scultura si apre alle nuove possibilità offerte dalle tecnologie più innovative.
Questo ambiente, ibrido e sperimentale, con i suoi ampi schermi e le superfici coperte da un materiale argentato, ricorda da vicino un’ambientazione fantascientifica, proiettandoci così, fin dal primo sguardo, in una dimensione metafisica.
A partire dal 20 settembre 2024, in questo luogo in bilico tra l’etere e la realtà concreta si sono svolti tutta una serie di eventi e performance, con cadenza settimanale, che hanno coinvolto artisti da diversi paesi, tra cui Georgia, Armenia, Italia, Kenya, USA, Turchia, Kazakistan, Ucraina e altri ancora, per un dialogo culturale di ampio respiro. L’esposizione, curata dalla giovane Anastasia Dawson, è visitabile fino al prossimo 24 novembre.
Il cuore del progetto è rappresentato da quelli che vengono chiamati AKNEYE e AKNULOONKS: sculture in materiale sintetico, ispirate alla forma dell’occhio umano. Ogni artista selezionato è stato invitato a reinterpretare questa figura simbolica, trasformandola così in un’opera unica e strutturata.
L’occhio, da sempre emblema di conoscenza e percezione, diventa qui non solo una metafora della visione dell’artista, ma anche un supporto concreto su cui sviluppare la propria poetica. La scelta di questo simbolo pone dunque al centro dell’esposizione la capacità di questi artisti di guardare il mondo con una prospettiva originale, restituendola al pubblico attraverso una materia plasmata dalla propria immaginazione e sensibilità.
Un esempio di questi lavori è l’opera Savage, dell’artista armeno Rafael Megall (Yerevan, 1983). In questa creazione, l’occhio assume tonalità giallo-aranciate, attraversate dalla rappresentazione di due felini colti in una danza mortale. L’AKNEYE in questione invita perciò ad una delicata riflessione sulle ambiguità del mondo naturale, dove i pericoli e l’eleganza convivono in perfetto equilibrio.
La particolarità del progetto non si esaurisce però nello spazio fisico: tutte le opere realizzate nel corso di questi sei mesi sono, infatti, state trasformate in NFT (Non-Fungible Tokens), creando così una dimensione parallela e digitale della mostra. Il risultato è una collezione di occhi variopinti che vanno a popolare il cyberspazio.
La conclusione del progetto sarà celebrata sabato 23 novembre con una performance live dell’artista turca Zeynep Çilek Çimen (Ankara, 1984), che completerà, di fronte al pubblico, il suo AKNEYE, andando così a trasformare l’atto creativo in un’esperienza condivisa e culminante dell’intero percorso espositivo.
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