Il Centro Studi e Casa Museo Osvaldo Licini di Monte Vidon Corrado, borgo del fermano marchigiano che è terra di incontro tra Roma e Venezia, ci ha abituato a mostre originali e di qualità ospitando artisti storicizzati e contemporanei in dialogo con il lascito di Licini. Domenica 17 luglio 2022 ha aperto al pubblico la mostra “Vedova, oltre il colore. Etica ed estetica del segno”, a cura di Roberto Budassi e Daniela Simoni, in collaborazione con la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia e l’Archivio Stamperia Albicocco di Udine.
Emilio Vedova, esponente dell’Informale, autore di dipinti dalle ampie e vigorose pennellate su supporti tridimensionali, ha iniziato l’attività di incisore negli anni della contestazione, quando nel 1968 gli artisti protestarono alla Biennale di Venezia contro il sistema esclusivo e mercantile dell’arte, coprendo, ritirando, distruggendo le opere esposte. La grafica si presentava come alternativa alla pittura, sottraendosi alle logiche contestate e lasciando agli artisti libertà di sperimentazione.
Così Vedova si avvicina all’acquatinta, alla litografia, alla serigrafia con una produzione ricca e sorprendente, mai cessata, oggi esposta al museo con circa ottanta pezzi tra opere grafiche, pittoriche – alcune delle quali inedite – libri d’artista, matrici. Sorprendente perché non frequentemente inclusa nelle mostre a lui dedicate e perché, come ben sottolineato dal percorso espositivo, dai dipinti alle incisioni non si perde l’energia del gesto, il vigore del colore, la tridimensionalità della superficie.
Tra le opere del ciclo Oltre, per esempio, in cui è ricorrente la figura del cerchio, la pittura e l’incisione si rispecchiano quasi l’una nell’altra. Nel passare dalle grandi superfici alle stampe, alcune piccole quanto il palmo di una mano, lo stile non cambia, come ha sottolineato Roberto Budassi, e vi si rintraccia l’influenza delle ampie prospettive di Tintoretto e delle strutture compositive di Piranesi, come messo in evidenza da Daniela Simoni, Presidente del Centro e veneziana come Vedova.
La presentazione della mostra ha visto la partecipazione di Corrado Albicocco, storico stampatore di Vedova, che ha raccontato quale grande sfida sia stata tirare le grafiche del maestro, perfezionista ed esigente, incessante sperimentatore di supporti e materiali. Vedova un giorno gli disse: “Magari riuscissi a fare in pittura quello che riesco a fare con l’acquatinta”.
In mostra sono presenti grafiche tridimensionali come le litoplurime (litografie su cartoncino) della serie Dai 5 mondi, la serigrafia su legno Lettera aperta, e il bozzetto per il disco plurimo Chi brucia un libro brucia un uomo, combustione, acrilico e carta su legno del 1993, realizzato in risposta all’incendio della biblioteca di Sarajevo durante la guerra civile in Bosnia-Erzegovina, evento di cui Vedova fu informato da Massimo Cacciari, all’epoca sindaco di Venezia.
Marino Capretti, nel suo intervento biografico, ha ricordato nella formazione dell’artista le ristrettezze economiche degli esordi, quando appena undicenne dovette lavorare in una fabbrica per la produzione di smalto, poi da un fotografo e un doratore. Esperienze che nelle difficoltà condizionarono successivamente la scelta dei materiali per la grafica, come l’impiego dello zinco più economico e la prassi di incidere la lastra sui due lati.
La mostra di Monte Vidon Corrado, fino all’8 gennaio 2023, si affianca a “Rainer – Vedova: Ora”, opere pittoriche di grandi dimensioni allo Spazio Vedova alle Zattere in laguna, in attesa dell’apertura di un museo Vedova a Venezia, previsto per il 2023, e del catalogo ragionato dell’artista.
Il catalogo della mostra è edito dal Centro studi e rientra nella collana Quaderni Liciniani.
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La mostra e' interessante per le opere caratterizzate dalla forza del segno e per la ricerca di una cromia dal risultato seducente, che costituiscono un unicum del maestro veneziano Emilio Vedova felicemente collocate negli spazi espositivi tra cui quello del vissuto familiare liciniano.