Nelle ampie sale del Museo di Palazzo Grimani (raro esempio di architettura rinascimentale tosco-romana a Venezia), prendono spazio e si sviluppano mappature astratte dai colori caldi e lucenti: tele fitte di reticolati che intessono geometrie uniche.
Si tratta del nuovo corpus di opere dello statunitense Rick Lowe (1961, Alabama), prodotte appositamente per questa sua prima personale in Italia. La mostra, dal titolo The Arch Within the Arc, si è aperta in concomitanza con la 60ma Biennale di Venezia.
Come suggerito dal titolo dell’esposizione, per queste creazioni, Lowe si lascia ispirare dai temi ricorrenti dell’architettura classica e pre-moderna; e così l’arco, la cupola, la geometria precisa e delicata del passato diventano temi ricorrenti in queste ampie tele, dove il tempo sembra coagularsi in pattern complessi.
Come spiega lo stesso artista, imprescindibile è l’influsso che Palazzo Grimani e la planimetria urbana di Venezia hanno avuto su questa sua produzione. Visitando il museo, infatti, Lowe si è lasciato avvolgere ed ispirare dagli archi, gli ovali, i cerchi e i semicerchi che ricorrono qui e per tutta la città lagunare. Tutte queste forme, derivanti dalla curva, per Lowe parlano dello scorrere del tempo: «Tutto ha un ciclo di vita e all’interno di ogni ciclo c’è una curva».
In particolare, per un Senza Titolo del 2023 dai colori caldi e saturi, Lowe si ispira direttamente alla celebre Tribuna del palazzo: il suo collage si sviluppa qui in cerchi radiali, andando a creare una sorta di prezioso mosaico.
Diplopia (2023) è, invece, l’opera più grande esposta in mostra: due tele unite che lavorano congiuntamente per creare un senso di doppia visione. Anche qui, viene a crearsi una vera e propria cartografia astratta che rimanda idealmente all’intreccio di canali e calli di Venezia. In questo modo, pur senza rappresentare luoghi ed edifici specifici, il lavoro di Lowe si collega idealmente non solo con lo spazio architettonico in cui è situato, ma anche con l’esterno.
Le opere, poi, sembrano quasi composte da tante piccole tessere di un domino dai colori splendenti. E proprio alle partite di domino che Lowe gioca con i membri della comunità con cui lavora si ispira la tecnica da lui utilizzata.
Anche il lavoro comunitario è, infatti, centrale nell’opera di Rick Lowe, che da anni si impegna in progetti ad alto impatto sociale, il più famoso dei quali è sicuramente Project Row Houses (sviluppato tra 1993 e 2018), nell’area di Houston, Texas. Con questo progetto, l’arte diventa vero e proprio motore di trasformazione sociale.
Come spiega l’artista stesso, però, la pittura ha un fascino incontrastabile che non ha mai smesso di sedurlo e ritorna, così, ad immergersi nella tela. Lowe, però, trova un punto d’incontro tra l’atto di dipingere e i suoi progetti di stampo attivista. In entrambi i casi, per l’artista, l’importante è presentarsi e fare il proprio lavoro: non possiamo mai sapere quando avrà un impatto su qualcuno.
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