La mostra personale di Marco Eusepi, “The Life and Death of a Cloud”, presso Curva Pura, a Roma, con testo critico di Michela Becchis, indaga orizzonti che si alternano e si congiungono in un ritmo cadenzato, accentuato nelle variazioni cromatiche, nei rintocchi velati sulla superficie che costruiscono atmosfere e luci sospese.
Le opere di Marco Eusepi sono una sublimazione che si fa materia, nell’andirivieni di cromie pastose e toni tenui che si sovrappongono e si uniscono in componimenti visivi, velati ed estesi in un linguaggio poetico che si nutre di astrazioni e gestualità , mosse da una introiezione intima del fenomeno naturale, evocato nella dimensione corporea e spirituale, rarefatta ed espansa nella realtà percettiva. La natura, negli echi chiarissimi che riemergono dalla contemplazione eidetica, nell’essenzialità di eteree e pure gradazioni luminose, è condensata nel rigoroso, equilibrato e volitivo lirismo cromatico che amplifica la sua vastità nello sguardo dell’osservatore.
La luce vibrante traspare dalle opere come visione epifanica che affiora in una relazione ripetuta con gli elementi del visibile, filtrati da immagini memoriali, trasformate ad ogni nuova alchimia coloristica in un rapporto sintonico.
Come scrive Michela Becchis nel testo critico che accompagna la mostra da Curva Pura, la ricerca di Marco Eusepi è una «Lenta e attentissima costruzione degli strumenti da lavoro per poi deflagrare nella scoperta dell’universo», una indagine da proporre alla visione e alla contemplazione di grandi cose «Grandi, sia per l’eccellenza della materia per se stessa, […] sia anche per lo strumento, in virtù del quale quelle cose medesime si sono rese manifeste al senso nostro», come affermato da Galileo Galilei nel Sidereus Nuncius.
L’artista ricerca, nell’attenta costruzione di ogni pittura, di unire piccoli e grandi dati materiali e formali appartenenti alla storia dell’arte e alla natura, seppur lontano da un processo mimetico, dispiegando il tempo e lo spazio in misurata purezza terminologica, in un lessico pittorico che conquista ampiezza e varietà anche in piccoli formati.
In Untitled (Landscape) del 2019 ci si addentra in un paesaggio silente lumeggiato in abbaglianti e taglienti pastositĂ biancicanti in disputa con la tempesta, con un rombo raggelato e sordo di tonalitĂ azzurre rotte dal vento. La luminositĂ brillante domina la composizione con una potenza attrattiva, immensa e crudele, drammatica e ineluttabile, perpetuata nel sublime incanto che travolge e cattura la vista.
In Untitled (Sky), 2020, un dittico dal climax ceruleo e perlaceo invita lo sguardo a innalzarsi tra le pennellate, lungo le linee lasciate da strati pittorici sovrapposti, e poi riscendere verso una cromia sabbiosa appena accennata in fondo alla tela. Ex nihilo nihil fit scrive Lucrezio nel De rerum natura e qui, nella trasformazione del tutto, nulla viene dal nulla e ogni fondamento prende avvio dal principio primo di una eternitĂ alternata, ripetuta, mutativa.
Nell’acrilico su legno, Untitled 2020, le pennellate orizzontali di luce hanno l’intensità piena di un’apparenza atmosferica dai toni accesi e ardenti, che fulgidamente si annuncia nella sua funzione di passaggio tra la realtà del giorno e l’enigmaticità della visione onirica notturna.
Enunciato nella poeticità del titolo della mostra, The Life and Death of a Cloud , così come in Vita e morte della nuvola di Renzo Pezzani, le opere di Marco Eusepi sono un componimento di luce tracciato su una nube, essenza pittorica e luministica, che nasce all’alba al fianco dell’acqua corrente, vive condotta dai soffi del vento tra note di azzurro e terra brunita, si squarcia nella tempesta e cade feconda nei campi e fra le fronde, spandendo in colori vivificati lo spirito colorifico e penetrante che l’appartiene.
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