19 marzo 2023

Weekend a Parigi: le mostre da non perdere nella capitale francese in questa primavera

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Attivismo politico, cambiamento climatico, nuove ritualità e instabilità sociali, e tanto altro da scoprire al Palais de Tokyo, Lafayette Anticipations e a La Bourse de Commerce-Pinault Collection, per un tour parigino nella creazione contemporanea in attesa della fiera internazionale Art Paris al Grand Palais Éphémère.

Au-delà - Lafayette Anticipations Au-delàRituels pour un nouveau monde Curatrice : Agnes GryczkowskaExposition jusqu'au 07 mai 2023Encore 81 joursL’exposition Au-delà rassemble des artistes de différentes générations et transforme Lafayette Anticipations en un voyage évoquant des rituels ancestraux et contemporains, individuels et collectifs, païens et divins, à la recherche d’une nouvelle forme de sacré.

Il Palais de Tokyo presenta Exposé·es, una mostra collettiva, e Ma pensée sérielle, una personale di Miriam Cahn, fino al 14 maggio. Curata da Emma Lavigne, direttrice generale della Collection Pinault, e da Marta Dziewańska, conservatrice al Kunstmuseum di Berna, si tratta della prima retrospettiva accolta in un’istituzione francese di Miriam Cahn (Basilea, 1949). Militante femminista e antinucleare, presente alla Biennale d’Arte di Venezia nel 1984, Cahn è tra le artiste svizzere più interessanti nel panorama artistico attuale. Senza seguire una tematica o una cronologia precisa – specchio del caos delle società attuali – lo spazio espositivo propone oltre duecento opere dal 1980 ad oggi, come l’installazione Kriegsraum Frühling (2022) che guarda alla guerra in Ucraina, Raum-Ich / Räumlich-Ich (2018), che affronta temi esistenziali, ma anche Lesen In Staub (L.I.S.) – 1 Weiblicher Monat (1988) e Flüchten Müssen + Wesen Wesentlich. Pitture e disegni, di formati diversi e dai colori vividi o in un bianco e nero intenso, sono piazzati senza cornici sui muri all’altezza degli occhi del pubblico per un impatto più costruttivo, svelando altresì un gesto svincolato da accademismi. “Una mostra è un lavoro in sé e la vedo come una performance”. Asserisce Cahn. Il percorso è stravolto da funghi atomici, da naufragi nel mar mediterraneo, dove l’umano, fisicamente denudato e col volto appena definito, erra come un fantasma nelle tele di Cahn per raccontare storie di guerra, di stupri in scenari segnati da caos e morte. La ferocia delle narrazioni che si dispiegano nei lavori di Cahn è devastante, poiché denuncia senza filtri la violenza in tutte le sue accezioni, mettendo in scena l’abusato e il violentatore, come il suo perpetuarsi nella storia dell’umanità. Questi frammenti di vita, scevri d’umanità, suscitano forte rabbia e frustrazione, e hanno fatto sorgere non poche polemiche palesate sulla stampa di settore come sui social network.

View of the exhibition “Exposé·es”, 2023

Curata da François Piron, Exposé·es è una mostra che parte da Ce que le sida m’a fait – Art et activisme à la fin du XXe siècle (JRP|Editions, 2017), un libro di Elisabeth Lebovici. Consulente della mostra, Lebovici è critica, storica dell’arte e attivista nella lotta contro l’HIV/AIDS. L’esposizione esplora l’epidemia dell’Aids negli anni ’80 – la malattia più mortale del secolo scorso – e il suo impatto sulla creazione attraverso una trentina di artisti internazionali. L’intento di Exposé.es è quello di parlare di ciò che è accaduto oltre gli stereotipi sociali, le paure e i pregiudizi. Vedi Benoît Piéron che dissemina gruppi di sedie realizzate con patchwork di ‘candide’ lenzuola d’ospedale, propone un’installazione sonora Oxygène (29 minuti, 2023) e Il Rayon (2023). Si tratta di una videoinstallazione costituita da una porta di ospedale in legno con feritoia in vetro e ricostruita con un sistema di proiezione; è un’opera che rimanda al malfunzionamento ospedaliero per i malati di AIDS. Classe 1983, Benoît Piéron è nato con una meningite e ha curato la leucemia da bambino, passando la vita negli ospedali. Se il suo corpo è un simbolo politico, il suo lavoro è un atto di sopravvivenza. Bambanani Women’s Group è un collettivo di donne fondato nel 2002 a Cape Town, il cui nome deriva dalla parola Xhosa che significa ‘stare insieme e uniti’. Questo gruppo di auto-aiuto riflette sull’esperienza dell’HIV/AIDS attraverso la raffigurazione di mappe del corpo coloratissime e a grandezza naturale, per rivelare gli effetti del virus sul quotidiano. Si tratta di donne che hanno ricevuto farmaci antiretrovirali grazie a un progetto sostenuto da Medici Senza Frontiere. Qui troviamo la Mappa del corpo di Nondumiso, ossia una celebrazione della vittoria contro questo male, espressa altresì con parole redatte in corsivo. L’artista sudafricana è presente anche nella collezione del Museum of World Culture in Svezia. Black Audio Film Collective (1982, attivo fino al 1988), è stato fondato in Gran Bretagna sullo sfondo della nascente brutalità della polizia e dei disordini razziali. Foto di archivio, estratti di telegiornali e sequenze di film esplorano e riflettono, secondo l’estetica del documentario, sull’oppressione sociale e culturale, sul razzismo e il declino economico. Moyra Davey (1958) è una fotografa, regista e autrice canadese, il cui lavoro si intreccia tra immagine e letteratura, che presenta Visitor (2022), una serie di 18 fotografie realizzate per Exposé es in cui evoca, con note autobiografiche, il sistema sanitario statunitense. Lili Reynaud-Dewar, Nan Goldin, Pascal Lièvre, Jesse Darling, Zoe Leonard, Marion Scemama sono tra gli artisti invitati.

Au-delà – Lafayette Anticipations
Au-delàRituels pour un nouveau monde
Curatrice : Agnes GryczkowskaExposition jusqu’au 07 mai 2023Encore 81 joursL’exposition Au-delà rassemble des artistes de différentes générations et transforme Lafayette Anticipations en un voyage évoquant des rituels ancestraux et contemporains, individuels et collectifs, païens et divins, à la recherche d’une nouvelle forme de sacré.
Au-delà – Lafayette Anticipations
Au-delàRituels pour un nouveau monde
Curatrice : Agnes GryczkowskaExposition jusqu’au 07 mai 2023Encore 81 joursL’exposition Au-delà rassemble des artistes de différentes générations et transforme Lafayette Anticipations en un voyage évoquant des rituels ancestraux et contemporains, individuels et collectifs, païens et divins, à la recherche d’une nouvelle forme de sacré.

Curata da Agnes Gryczkowska la mostra Au-delà, Rituels pour un nouveau monde accoglie arte figurativa, musica, teatro e moda di una ventina di artisti intorno al tema del rito, a Lafayette Anticipations fino al 7 maggio. Collettivi o individuali, arcaici o moderni, sacri o pagani, i rituali sono da sempre attivi nelle società per il loro effetto di connessione tra la gente. Le creazioni sonore di Kali Malone avvolgono questo percorso che ci invita a scoprire nuove ritualità contemporanee, tra umano e non umano, trance, metamorfosi, sciamanismo e metempsicosi. I quattro elementi naturali sono al centro di diverse installazioni inedite e storiche come in Songs for living (2021), un video di Korakrit Arunanondchai e Alex Gvojic. Un gruppo eterogeneo di adulti danza intorno a un gran falò per librarsi in rituali di trasformazione, dove l’individuo si unisce al collettivo per creare un nuovo potere superiore. L’installazione in situ Oracolo di Beltane di Bianca Bondi, rimanda all’omonima festività celtica che celebra la primavera il 1° maggio. Questa presenta una serie di pali di legno, ornati da cristalli e disposti a pentagramma su un suolo colmo di sale che vede pozzetti d’acqua dall’azione purificatrice. Poco distanti i lavori su Cuba, terra natale di Ana Mendieta, nota pioniera eco-femminista, ma anche la Tragedia Endogonidia (2001-2004), di Romeo Castellucci, in cui sviluppa ritualità individuale per uno sguardo contemporaneo e nuovo sul significato di comunità. L’universo musicale e mistico di Janina Kraupe-Świderska, gli oggetti rituali di Matthew Angelo Harrison e di Christelle Oyiri, una stele votiva punica del Louvre, e tanto altro da scoprire.

Bourse de Commerce-Pinault Collection , Avant l’orage, Hicham Berrada, Présage, 2018

La Bourse de Commerce-Pinault Collection accoglie fino all’11 settembre Avant l’orage, con una ventina di opere tra installazioni immersive, paesaggi instabili e nuovi ecosistemi sullo sfondo del cambiamento climatico. Sono diverse le creazioni di rilievo, come Texas Louise (282 x 665 cm, 1971), della serie Maps Paintings di Frank Bowling, icona dell’espressionismo astratto. Questa immensa tela, politica quanto meditativa, vede una cartografia del mondo leggermente delineata su colori brillanti e dalle sfumature gialle, arancioni, rosse e grigie. L’opera dell’artista britannico-guyanese è qui in dialogo col video di Judy Chicago, Women and smoke (1971,1972, 2016) della serie Atmospheres, un importante riferimento dell’arte eco-femminista. L’installazione monumentale di Danh Vo stravolge la rotonda dell’edificio – a pianta circolare e sormontata da una maestosa cupola – con un paesaggio distopico, come un archivio futuristico della natura. Una serie di alte impalcature lignee sorreggono lunghi tronchi di alberi, frammenti di sculture antiche e una sorta di erbario con foto incorniciate di fiori correlati da iscrizioni in latino. Lerato laka le a phela le a phela le a phela / my love is alive, is alive, is alive (video a tre canali di 17’, 2022) di Dineo Seshee Bopape, è un tuffo nell’oceano, quale elemento vitale che accoglie riti di comunione con la natura, ma anche luogo di morte. Présage (8’25”, 2018) è un video immersivo di Hicham Berrada, in cui reazioni chimiche attivate all’interno di un contenitore d’acqua vitreo producono un immaginifico paesaggio marino. Curato da Emma Lavigne, direttrice generale, e da Nicolas-Xavier Ferrand, responsabile della ricerca, questa esposizione presenta inoltre opere di Jonathas De Andrade, Dominique Gonzalez-Foerster, Pierre Huyghe, Daniel Steegmann Mangrané o di Diana Thater Thu Van Tran.

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