Un incrocio, un’intersezione, un autentico crocevia tra cultura caraibica e cultura mediterranea, dove la differenza climatica seppur sostanziale risulta egualmente bollente, al punto da provocare l‘accensione fino al surriscaldamento del grande motore dei linguaggi dell’arte contemporanea.
Metafore a parte, sembra essere perfettamente integrato nel contesto di Palazzo Caracciolo di Avellino, sede della Fondazione Morra Greco, nel cuore più antico di Napoli, il lavoro dell’artista cubano Wilfredo Prieto (1978, Sancti Spiritus) che presenta per questa esposizione una serie di nuove produzioni, realizzate durante il suo periodo di residenza in città.
Lavorare all’interno di una grande struttura, antica e riccamente decorata da affreschi, è una missione complessa ma l’operazione risulta di tutto rispetto. L’accostamento antico/contemporaneo diventa stimolante per l’artista e per i fruitori, a patto di essere affrontato in maniera non banale.
Il tipo di lavoro esposto Prieto alla Fondazione Morra Greco di Napoli risulta piacevolmente emblematico e segue una coerenza logica all’interno dell’intero percorso espositivo.
Tutti gli “oggetti” risultano facilmente identificabili e ciò mette in risalto le idee di vibrante confusione, di gioco e di comunicazione aperta attraverso il linguaggio scultoreo e di manipolazione dello spazio. Quest’ultimo è un passaggio realmente interessante: un oggetto infatti per quanto comune, quotidiano, irrompe nello spazio influenzando e stimolando la psiche del fruitore, attivando così una serie di processi personali e sconfinando tra l’arte e la vita stessa.
Quello che si genera è caos, lo stesso caos che è possibile notare immergendosi nelle vie cittadine e, molto probabilmente, lo stesso caos che Prieto ha vissuto nelle isole caraibiche da cui proviene. Si sconfina così ulteriormente, in un rapporto che include l’artista e il suo vissuto personale, i suoi linguaggi e tecniche d’espressione ed il suo pubblico e viceversa.
Tornando al suo lavoro, è possibile trovare un’analogia tra il lavoro di Wilfredo Prieto e le culture digitali del nostro tempo, in cui tutto sembra essere collegato, dove tutto è estremamente rapido e dove il passaggio tra un pensiero e un altro o tra un oggetto e un altro risulta talmente veloce da generare un nuovo cosmo, sregolato e preciso, sparpagliato e organizzato allo stesso tempo.
Emanuele Castellano
Mostra visitata il 26 settembre
Dal 26 settembre al 31 novembre 2019
Wilfredo Prieto, Chiudere un occhio
Fondazione Morra Greco
Largo Proprio D’Avellino, 80138 Napoli
Info: info@fondazionemorragreco.com
Orari: dal martedì al sabato, dalle 12 alle 20
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