Categorie: Mostre

Worldtype 2023: la mostra di Lorenzo Marini presso lo Spazio Garibaldi 95

di - 23 Aprile 2023

Lorenzo Marini, con “Worldtype 2023”, inaugura lo spazio espositivo di Roseto, società specializzata nell’immobiliare di lusso e nelle locazioni di grande prestigi, in Garibaldi 95, coprendolo con una pioggia di lettere che non hanno altro da dire se non esse stesse.

Pensata in occasione della Milano Design Week e curata da Milo Goj, professore di fenomenologia dell’immagine – Semiotica visiva, presso l’Accademia di belle arti Acme, con il contributo di Federico Bianchi, capo dipartimento arte moderna e contemporanea della casa d’aste Art-Rite, la mostra si inserisce nel tema del Laboratorio Futuro del Fuorisalone 2023.

Lorenzo Marini, 3D Alphabet, 2018 Stainless steel 100x100x100cm

Il giardino trasformato in una grande e casuale tastiera accoglie il visitatore: nel verde della natura si scorgono una C, una B, una H, un tasto di accensione, una K. Intuiamo le lettere e riconosciamo delle immagini come un cappello veneziano, un cactus. Poco distanti due obelischi, non di terra ma di materiale specchiante in risposta al comune narcisismo, mostrano una pioggia di lettere, l’una razionale, l’altra emotiva: l’eterno dualismo dell’essere umano. Su entrambi i totem quelle che sembrano figure sono lettere: due triangoli sono una N, un cono gelato è una I, un labirinto è una X, una pizza tagliata è una V. In alcuni casi l’associazione della parte illustrata a quella astratta funziona, in altri no, ma in entrambi i casi Marini ci invita a scoprire cosa si nasconde dietro l’immagine.

Lorenzo Marini, Futuretype, 2019 Mixed media on canvas 150x200cm

Le prime tele esposte ci restituiscono un’antologia del percorso artistico di Marini. I due Advisual (2014) esemplificano come attraverso un processo semiotico di passaggio dal figurativo al plastico, Marini privò due annunci pubblicitari di scritte e immagini per trasformarli in pure linee, composizioni e colori. Dalla tela alla seta, dalla seta all’acciaio, dall’acciaio che amplifica al cashmere che assorbe, Marini lavora da sempre su tutti i materiali, senza distinzione alcuna. Nel 2016 ha iniziato a disegnare alfabeti teorizzando il Manifesto per la Liberazione delle lettere. In queste opere il rigore occidentale è destrutturato al punto che ordine e senso svaniscono: non ci sono parole o frasi o messaggi da leggere, soltanto la lettera.

«Ho preso la mano del pensiero razionale che teneva con il filo della logica l’aquilone della fantasia e ho tagliato il filo» dice Marini per spiegare la sua operazione. Le lettere dicono nient’altro che se stesse, con il bianco e con il nero, con contaminazioni ebraiche e orientali, con un omaggio al design di Memphis – che non poteva mancare in clima di Milano Design Week – o in chiave futurista, con la razionalità tipica degli anni ’10, ’20 e ’30. Ma anche con una rivisitazione in chiave moderna – cent’anni dopo – di Erté, con l’aggiunta del segno grafico, del gesto pittorico e degli appunti che fungono da suggerimento.

Lorenzo Marini, Worldtype 2023 Scultura in plexiglass 60x70cm

Punto di arrivo è l’opera che dà il titolo alla mostra, Worldtype: un mappamondo ricoperto di type provenienti dalle più di otto mila lingue parlate, riconoscibili in nome del linguaggio visivo che è unico e trasforma il sistema di segni creati all’uomo in un globo terrestre dove mittente e destinatario si fondono in un’unica funzione.

L’originalità dell’operazione di Marini consiste in un gesto che si distingue dalla critica, dal rifiuto, ma anche dall’annuncio di una nuova “costruzione”. L’artista apre piuttosto un varco all’interno di una struttura e non si limita a effettuare un cambiamento del punto di vista o del modello strutturante. Non si tratta dunque di un’opposizione tra rivoluzione e riforma, né di una distinzione tra sociale e filosofico. È piuttosto un gesto che si incentra sul senso dell’essere.

Lorenzo Marini, Worldtype 2023. Spazio Garibaldi 95, Milano. Ph. Giulia Virgara

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