A Berlino con âYayoi Kusama: A Retrospectiveâ, dal 23 aprile 2021 il Gropius Bau, una delle sedi espositive piĂš note in Europa, ospiterĂ la prima grande antologica del lavoro di Yayoi Kusama (1929, Matsumoto, Giappone) in Germania, offrendo una panoramica dei periodi chiave del suo lavoro, che abbraccia ormai oltre settantâanni, evidenziando la portata della sua ricerca in Europa e in Germania in particolare.
Lo spazio espositivo berlinese, che raggiunge quasi 3mila metri quadrati, includerĂ â ha spiegato lâorganizzazione â ricostruzioni fedeli delle mostre dâautore dellâartista, una nuova Infinity Mirror Room, dipinti recenti e unâinstallazione nellâatrio di Gropius Bau, creata appositamente per questa presentazione. ÂŤUno degli obiettivi essenziali di questa mostra è consentire ai visitatori di sperimentare il mondo di Kusama e di tracciare lo sviluppo del suo lavoro dai suoi primi dipinti e sculture di Accumulazione ai suoi spazi immersivi.
âYayoi Kusama: A Retrospectiveâ è curata da Stephanie Rosenthal, Direttrice del Gropius Bau, realizzata in stretta collaborazione con lâartista e il suo studio e organizzata con il Tel Aviv Museum of Art, dove sarĂ allestita successivamente.
La mostra è stata realizzata in stretta collaborazione con lâartista e il suo studio e riserverĂ particolare attenzione alle sue attivitĂ in Germania e in Europa, argomento che fino ad ora ha ricevuto poca attenzione. Le ricerche intraprese a monte della retrospettiva aprono, infatti, nuove prospettive di lettura della storia espositiva di Kusama in Europa e sulla influenza sulla scena artistica europea e tedesca in particolare. Nel percorso espositivo si ricorda, ad esempio, che nel 1960 Kusama esponeva giĂ il suo lavoro insieme ad artisti come Lucio Fontana, Otto Piene e Yves Klein nellâambito della grande collettiva âMonochrome Malereiâ a Leverkusen, che lei stessa aveva attivamente sostenuto e che è diventata la base di partenza per la crescente considerazione del suo lavoro in Europa. Negli anni successivi ha esposto ad Amsterdam, Berna, LâAia, Essen, Milano, Rotterdam, Stoccolma, Torino e VeneziaÂť.
Al centro di questa retrospettiva â ha spiegato il Gropius Bau â saranno le ricostruzioni di otto mostre dal 1952 al 1983, che illustrano come lâopera di Kusama si è evoluta per includere numerosi media. Nel corso della sua carriera lâartista si è profondamente confrontata con lâatto di curare e ha ideato formati innovativi che vengono analizzati in modo cronologico nel percorso espositivo.
La retrospettiva inizierĂ con le mostre allestite nella sua cittĂ natale, Matsumoto, âYayoi Kusama Solo Exhibitionâ e âYayoi Kusama Recent Worksâ (1952), in cui la natura immersiva della sua pratica stava giĂ iniziando a prendere forma, seguiti da âAggregation: One Thousand Boats Showâ, la prima installazione immersa dellâartista a New York (1963), che anticipa la sua ricerca su self-obliteration e infinito, centrali nel suo lavoro.
Nel percorso espositivo fotografie, filmati e documentari illustrano la dimensione performativa del lavoro di Kusama, contestualizzando la sua opera nella sua contemporaneitĂ e, ÂŤallo stesso tempo, â ha ricordato lâorganizzazione â evidenziando la natura rivoluzionaria della sua combinazione di moda, arte e performance, in particolare nei sui happenings, in molti dei quali si può rintracciare un legame con i movimenti socio-politici degli anni Sessante e SettantaÂť.
Uno dei filoni lungo cui si sonda il percorso espositivo si concentra sul self-enactment messo spesso in atto dallâartista, ÂŤoffuscando i confini tra il suo corpo e lâambiente circostante, soggetto e oggetto, dentro e fuori â una pratica che si rifletteva anche nel lavoro di altri artisti attivi negli anni Sessanta, quando âvita e arteâ hanno cominciato a convergere. Kusama ha usato il proprio corpo nelle sue opere come âsostituzioneâ o âproxyâ per i corpi degli spettatori. Un gesto del genere potrebbe essere letto â secondo i curatori della mostra -, come unâanticipazione della cultura del selfie di oggi: una volontĂ di far parte dellâazione. Il desiderio di Kusama di fondersi con le sue opere è sempre stato associato a unâannullamento del sĂŠ, unâespansione nellâinfinito, e tale rimane oggiÂť: ÂŤI pois sono una via verso lâinfinito. Quando cancelliamo la natura e il nostro corpo con i pois, diventiamo parte dellâunitĂ del nostro ambiente. Divento parte dellâeterno e ci cancelliamo nellâAmoreÂť, dichiarava lâartista nel 1968.
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