Il 3 giugno 2020, Bassins de Lumières, il centro dedicato all’arte digitale più grande del mondo, ha aperto le proprie porte a Bordeaux, città che continua a imporsi come una meta da visitare, nel panorama internazionale dell’arte e della cultura. Già scrivevamo, infatti, del MÉCA, il nuovo e avvenirstico hub culturale progettato dagli archistar BIG-Bjarke Ingels Group.
Curato dall’azienda leader nella promozione di eventi culturali, Culturespaces, Bassins de Lumières è situato nel sito storico della base sottomarina di Bordeaux, bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale e restaurata con un progetto da 10 milioni di euro. Il titolo del museo significa “vasche di luce”, a indicare le proiezioni luminose che riproducono i capolavori della storia dell’arte.
«Dopo la creazione dell’Atelier des Lumières, siamo lieti di dar vita a un enorme centro di arte digitale per la città di Bordeaux», ha dichiarato il presidente di Culturespaces, Bruno Monnier. «Il Bassins de Lumières offrirà ai visitatori esperienze audiovisive indimenticabili in un ambiente unico, un luogo di condivisione della cultura aperto a tutti i tipi di visitatori».
Il centro è costituito da spazi con diverse funzioni ed è dotato di 90 videoproiettori e 80 altoparlanti, dalla “La citarne immersive”, uno spazio di 155 metri quadri dove sdraiarsi e scoprire le grandi opere d’arte da un’altra prospettiva, a “Le Cube”, luogo dedicato ai lavori degli artisti digitali emergenti. All’interno de “Les grandes bouées d’amarrage”, le opere vengono proiettate sull’acqua, mentre in “Le Musée de la Base” possiamo scoprire la storia della base marina di Bordeaux. Fondamentale è “Un espace pédagogique”, un’area dedicata alla comprensione del Centro e delle mostre e alla didattica.
Culturespaces ha adottato soluzioni interessanti per quel che concerne la fruibilità delle mostre: hanno progettato un palcoscenico, un’area salotto e un mezzanino.
La mostra che consacra la nascita di Bassins de Lumières è “Gustav Klimt: oro e colore”. Un’esposizione celebrativa, tra ritratti, elementi decorativi, paesaggi e nudi, in cui si può percorrere l’evoluzione della carriera di Klimt, dallo stile neoclassico al pionieristico movimento della Secessione viennese.
Oltre a Klimt, a essere celebrato è anche Paul Klee, a cui è stata dedicata una mostra minore. “Paul Klee: Pittura di musica” vuole rendere omaggio alle sconosciute capacità musicali dell’artista, immergendo gli spettatori «Tra una città immaginarie e concerti sottomarini, tra oro e pesci multicolore», scrivono dal Centro.
All’interno di “Le Cube” e realizzata dal collettivo Organ’Phantom si trova “Anitya”, una mostra in cui «Il visitatore viene immerso in un fondale marino, dove può esplorare la base tra tubi, scatole, valvole che turbinano e si decostruiscono e diventano caos grafico, rendendo la base sottomarina disabitata, priva di ogni occupazione umana».
Ultimo ma non per importanza è il lavoro del collettivo turco Oucch, che si occupa di intelligenza artificiale. “Ocean data” è un’esperienza immersiva in uno spazio-tempo speciale, in cui un algoritmo imposta forme, materiali, volumi e colori ad alta definizione.
Culturespace pone un’attenzione particolare alla funzione didattica. Nel 2009, la fondazione ha creato programmi educativi e culturali volti a promuovere l’accesso alle arti e al patrimonio, dedicati ai pubblici fragili. Per Bassins de Lumières hanno progettato dei laborati basati su una pedagogia nuova, immersiva e interattiva. Tra questi, “Art en Immersion”, creata appositamente per la mostra su Klimt.
È possibile visitare le mostre previa prenotazione, seguendo le istruzioni dovute all’emergenza Covid-19.
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