Davide Stucchi. Light Lights
Costruire comunità è un modo per creare occasioni di incontro, scoperta e riflessione sul tempo presente, con un’attenzione costante nei confronti di un pubblico eterogeneo. Costruire comunità è partecipazione: «Fare cultura contemporanea, oggi, significa doversi confrontare con il presente – afferma Stefano Collicelli Cagol, riconfermato direttore del Centro per il triennio 2025-28 – mai come oggi ci rendiamo conto di quanto le notizie siano allarmanti o ci pongano in una situazione di capire con grande difficoltà dove stiamo andando. Questo è un tema che tocca molto anche l’arte contemporanea».
Facendo riferimento a questo pensiero è stata concepita la programmazione di mostre che si svolgeranno nel corso dell’anno al museo pratese. La prima della stagione 2025, a partire dal 30 maggio, è SMISURATA. Opere XXL dalla collezione del Centro Pecci, in collaborazione con l’architetto Ibrahim Kombarji, per riportare alla luce opere che hanno fatto la storia delle collezioni, in particolare, il ritorno di Prato ’88, la grande “barca” di Mauro Staccioli. Le opere di grande formato riflettono sulla lungimiranza di Italo Gamberini che, progettando gli spazi del Centro, ha costruito un luogo che potesse ospitare creazioni di enormi dimensioni. La programmazione continua con la prima mostra istituzionale di Davide Stucchi, Light Lights, esposizione che gioca con i concetti di leggerezza e luce, richiamando le opere luminose dell’artista, fragili sculture che modellano lo spazio circostante. Infine, a ottobre, il Centro Pecci ospita la prima grande mostra dedicata ad HIV e AIDS: Vivono. Arte e Affetti, HIV/AIDS in Italia, 1982-1996 a cura di Michele Bertolino. Attraverso la conoscenza e la consapevolezza si costruiscono comunità e questa mostra restituisce il contesto in cui la pandemia da HIV è scoppiata per riflettere sull’educazione sessuale e affettiva, la resistenza alle difficoltà tramite l’arte, provando come anche gli anni di crisi possono diventare un’occasione generativa volta al sostegno dell’altro.
Si costruiscono comunità rielaborando e riflettendo sul passato come specchio verso il presente: recentemente, il Centro Pecci ha acquisito l’opera video di Yervant GIanikian e Angela Ricci Lucchi La marcia dell’uomo, installazione monumentale di due pionieri dell’immagine in movimento. L’opera trova casa permanente nella collezione del Pecci e indaga l’immaginario con cui veniva raccontata l’Africa dai colonizzatori, testimoniando l’intensa ricerca d’archivio del duo a partire dagli anni Settanta; questa narrazione ha l’obiettivo di restituire dignità alle popolazioni colonizzate, mostrando i rimossi della storia italiana e le repressioni culturali. Contestualmente, è organizzata una rassegna video presso il cinema del museo per approfondire il lavoro dei due artisti che analizzano i grandi temi di violenza coloniale, esilio e migrazione tra XX e XXI secolo. L’opera è esposta dal 30 maggio al 14 settembre, con un progetto a cura di Elena Magini.
Costruire comunità è creare spazi di aggregazione che consentano un confronto aperto e fruttuoso; l’arte, nelle sue innumerevoli forme, può essere la guida per parlare al presente e comprendere il mondo che ci circonda. Afferma ancora il direttore: «è sempre importante per me far capire come questo non sia semplicemente un luogo espositivo, ma un centro culturale tout court che non è solo importante per Prato, ma anche per il territorio toscano e che può anche essere un importante punto di riferimento per tutto il sistema dell’arte.» Il Centro Pecci si impegna anche attraverso una fitta rete di appuntamenti a partire dagli incontri di Centro Pecci Books, fino al 4 maggio, dal titolo Leggere il presente, un’attenta analisi della contemporaneità attraverso l’incontro con vari autori.
Di grande importanza, inoltre, il lavoro svolto dal Dipartimento Educativo con le attività laboratoriali che coinvolgono continuamente le scuole di ogni ordine e grado in relazione a Eccentrica, per costruire una comunità contro la dispersione scolastica; anche il progetto Prato Comunità Educante, con l’artista Cristina Pancini, si aggiunge alla programmazione didattica, insieme al progetto Cinefilante con il cinema Terminale e i laboratori per i più piccoli dei Primi Mille Giorni d’arte al Centro Pecci, in cui i bambini dagli 0 ai 18 mesi e fino ai 3 anni possono entrare a contatto con le opere di video arte. Fiore all’occhiello del Centro è, inoltre, la fitta programmazione cinematografica Centro Pecci Cinema Rassegne, che quest’anno ha dedicato un focus particolare al maestro David Lynch, e l’appuntamento mensile Centro Pecci Night con il progetto E se ci entrassi dentro? costituito da laboratori, performance e musica.
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