Veduta chiostro San Salvatore, Museo di Santa Giulia, Brescia
Quale può essere il ruolo dei musei, in un contesto storico dinamico ma anche polarizzato, tra le possibilità e i rischi nell’utilizzo di tecnologie avanzate e le sfide della sostenibilità, a partire da un confronto aperto con un panorama globale sempre più interconnesso e con l’attenzione al proprio territorio di riferimento. Questo il focus dell’Assemblea Annuale dei Soci ICOM – International Council of Museums Italia, che si terrà dal 4 al 6 aprile 2025, al Museo di Santa Giulia di Brescia, patrimonio mondiale dell’UNESCO, per discutere dell’impatto sociale delle istituzioni museali, un aspetto sempre più rilevante nella loro missione di promozione culturale e inclusione comunitaria.
La definizione più aggiornata di museo, approvata da ICOM nell’agosto 2022 durante la conferenza di Praga, ha evidenziato il valore sociale di queste istituzioni, sottolineando la loro capacità di favorire coesione e partecipazione. L’Assemblea ICOM 2025 si muoverà in questa direzione, affrontando il tema del “welfare culturale” e dell’importanza della misurazione dell’impatto per rafforzare il ruolo dei musei come attori del cambiamento.
«Assieme ai partner di queste tre giornate presso i musei bresciani, come ICOM Italia ci dedicheremo all’individuazione delle giuste metriche per misurare gli effetti dei servizi culturali offerti dai musei in termini di qualità di vita e di miglioramento del benessere. Tali criteri sono fondamentali per permettere ai musei di rendicontare e creare sostegno al loro operare così come per favorire nuove forme di collaborazione con il mondo delle imprese che, adottando i principi ESG, sono interessate a creare relazioni a favore dell’azione dei musei», ha spiegato Michele Lanziger, presidente di ICOM Italia, sottolineando come i musei abbiano già adottato strategie per misurare la qualità della vita e il benessere delle comunità in cui operano.
La sfida della misurazione dell’impatto sociale sarà dunque al centro del dibattito. Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei, ha sottolineato l’urgenza di sviluppare nuovi strumenti di valutazione, per migliorare la performance: «La quantificazione degli impatti sociali dell’azione museale nei territori sarà il grande tema del prossimo futuro, e coinvolgerà sempre di più sia i musei, come è intuitivo, che le istituzioni e le aziende che li sostengono».
«Da un lato gli Obiettivi 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che molto hanno contribuito alla formulazione di strumenti di valutazione dell’impatto nei diversi goal, non annoverano uno specifico obiettivo riconducibile alle attività museali o culturali. Dall’altro lato, i criteri di valutazione ESG (Environmental, Social, and Governance, ndr) si sono concentrati su aspetti connessi ad ambiente, società e governance considerando la cultura una sorta di “basso continuo” trasversale ai criteri», ha continuato Bazoli. «Il nostro compito è abilitare gli operatori museali nel farsi attori di un processo di “rendicontazione” obiettivo e strutturato secondo meccanismi valutativi considerati credibili, imparziali e affidabili».
L’evento, realizzato in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, Intesa Sanpaolo, Fondazione ASM e Fondazione CAB, vuole quindi riportare l’attenzione sul ruolo cruciale dei musei nella costruzione di una società inclusiva e sostenibile.
Laura Castelletti, sindaca di Brescia, ha evidenziato come il percorso intrapreso dalla città abbia già dimostrato il potenziale trasformativo del patrimonio culturale. L’esperienza di Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 ha già messo in pratica le modalità attraverso cui i musei possono fungere da motori di sviluppo urbano e sociale: «Nel 2020 abbiamo lanciato un inedito modello di partnership pubblico-privato, assicurando a Fondazione Brescia Musei il sostegno necessario per valorizzare al meglio il patrimonio artistico museale cittadino e realizzare i grandi eventi della comunicazione culturale. Alleanza per la Cultura converge interessi tra il settore pubblico e il mondo privato, all’insegna dello sviluppo a base culturale del territorio, riconosciuto quale grande driver del più ampio benessere dei cittadini».
Pierluigi Sacco, docente all’Università di Chieti-Pescara, ha ribadito come l’impatto sociale dei musei superi quello puramente economico, incidendo su salute, coesione sociale e sostenibilità ambientale. Un cambio di paradigma è necessario per trasformare i musei in veri laboratori di innovazione sociale.
L’Assemblea prevede una prima giornata, il aprile, dedicata a un confronto internazionale, con ospiti come Jorge Barreto Xavier, Consigliere culturale presso l’Ambasciata portoghese di Parigi, Lluìs Bonet Agustì, dell’Università di Barcellona, ed Eleonora Belfiore, dell’Università di Coventry. Il 5 aprile, 15 tavoli tematici esploreranno temi quali pratiche sostenibili, accessibilità, inclusione e tecnologie digitali applicate all’analisi dell’impatto sociale.
«Il ruolo dei musei come attori del cambiamento sociale e la misurazione degli impatti sulle comunità e sui territori sono approfonditi in tanti dei progetti che negli anni la Scuola ha promosso in sinergia con il Ministero della Cultura e con i diversi attori del settore culturale», ha commentato Onofrio Cutaia, Commissario straordinario della Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali. «Per questo, nell’alveo di un’alleanza storica che lega la Scuola e ICOM Italia, portiamo con piacere un contributo alla riflessione che animerà le due giornate di Assemblea e mettiamo a disposizione la nostra Piattaforma di e-learning per aprire a un pubblico più ampio e diffondere in diretta e on demand alcune delle sessioni in programma».
L’assemblea nazionale si concluderà domenica, 6 aprile, quando gli ospiti potranno visitare il patrimonio culturale del territorio. Il programma definitivo delle giornate è consultabile a questo link.
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