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L’ondata di caldo record che sta investendo l’Europa sta causando problemi sia alle persone che alle infrastrutture, al punto che nel Regno Unito il governo ha sconsigliato alle persone di mettersi in viaggio se non per motivi strettamente necessari e in Inghilterra è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale. E anche i musei devono correre ai ripari, con misure di sicurezza letteralmente senza precedenti, visto che la temperatura di 40° non era mai stata registrata a quelle latitudini.
Finora, in Gran Bretagna, la colonnina si era fermata ai 38,7° toccati nel 2019 e rilevati al Cambridge Botanic Garden. Ma nelle ultime ore, sono stati circa 30 i punti nei quali sono stati raggiunti picchi record: primato a Coningsby, nel Lincolnshire, con 40,3°, poco più su dell’aeroporto di Heathrow, con 40,2°. Già lunedì e martedì il British Museum aveva temporaneamente chiuso le sue gallerie ai piani superiori, «Per garantire il comfort e la sicurezza del personale e dei visitatori», si legge in una nota. A seguito delle pressioni del PCS Public and Commercial Services, il sindacato che rappresenta i dipendenti pubblici, il museo ha poi accettato di ridurre gli orari di apertura.
NEW 🚨☀️: Following pressure from their staff union, the British Museum agreed to reduce their opening hours due to the extreme heat.
— Trades Union Congress (@The_TUC) July 19, 2022
Anche il Victoria & Albert Museum ha chiuso i suoi piani più alti, lasciando aperti gli altri, mentre la Tate sta osservando orari regolari. La National Portrait Gallery invece era già chiusa e lo rimarrà fino al 2023, per importanti lavori di ristrutturazione. E con un po’ di black british humor si potrebbe anche specificare: «Se a quella data dovessimo essere ancora vivi per vedere una mostra».
In ogni caso, il PCS ha esortato tutti i musei a riconsiderare i propri orari di apertura: «Il PCS ha sollevato continue preoccupazioni con il British Museum in merito alla scarsa qualità dell’aria interna. Di recente abbiamo scritto al museo chiedendo loro di sottoscrivere l’accordo di sicurezza indipendente SAGE (una procedura istituita per promuovere la creazione di spazi sicuri sul lavoro a seguito della pandemia da Covid-19, ndr), ma hanno rifiutato», ha dichiarato un portavoce del sindacato in una nota. «In quanto grande attrazione turistica di fama mondiale, si dovrebbe fare di più per migliorare l’esperienza dei visitatori e la sicurezza del personale. I nostri membri ricevono quotidianamente lamentele dai visitatori per la scarsa qualità dell’aria interna, l’umidità, il calore e l’affollamento». Dal museo hanno risposto che «La sicurezza del personale, dei visitatori e della collezione è la principale priorità».