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In attesa della riapertura del museo, la Collezione Peggy Guggenheim, ha avviato un nuovo ciclo di lezioni online, “Incontri“, in cui vengono rintracciati i legami tra coppie di artisti di secoli diversi. Gli appuntamenti potranno essere seguiti, previa iscrizione a pagamento, sulla piattaforma Zoom. Oggi, 11 maggio, sarà analizzato il rapporto tra la pittura di William Turner e quella di Cy Twombly.
A tenere le lezioni è Alessandra Montalbetti, della Pinacoteca di Brera, «che in questi ultimi sei anni ha ideato e condotto le Guggenheim Art Classes, organizzate dal museo veneziano per i propri soci e non, ha accettato di misurarsi con questa modalità alternativa di didattica a distanza», si legge nel comunicato stampa.
Oltre ai protagonisti della puntata gratuita Christopher Le Brun e Raffaello Sanzio, che potete vedere alla fine dell’intervista qui sotto, gli artisti presi in esame sono «Jasper Johns, Cy Twombly, Anthony Caro, Francesco Clemente e Anselm Kiefer per approfondire come abbiano studiato o solo osservato l’arte di chi li ha preceduti. Verranno scandagliati i loro rapporti con artisti lontani nel tempo e molto diversi nella tecnica, come Edouard Manet, William Turner, Tintoretto e Tiziano ma ugualmente fondamentali, incontri, inspiegabili per logica, ma avvicinabili per amore. Un dipinto appeso in un museo, la riproduzione di un’opera scoperta in una particolare fase della vita, frammenti di culture lontane, che in quell’istante hanno saputo rispondere agli artisti che ne erano in cerca», ha spiegato la Collezione Peggy Guggenheim.
Alessandra Montalbetti ci ha raccontato il progetto
Nell’annunciare il ciclo “Incontri” ha citato Charles Bukowski e il suo celebre passo “L’arte è quasi uguale alla vita, ma è più sopportabile”. Vorrei chiederle, rispetto al suo lavoro di storica dell’arte, come l’arte e la “bellezza” ci possono aiutare in questi giorni ancora abbastanza insopportabili?
«Dai tempi del teatro greco, l’arte ha sempre avuto la funzione fondamentale di catarsi e, di conseguenza, è proprio in tempi come quelli attuali che sentiamo l’esigenza di rivolgerci all’arte ed alla Bellezza, che, ricordiamolo, “salverà il mondo”. Chi di noi, in questi giorni, non ha riletto un libro o riascoltato una musica o incontrato, online, dipinti che abbiamo riscoperto? Lo scienziato Giacomo Rizzolatti ci spiega i neuroni specchio e, con quanto ci circonda ora, accade che quel dipinto, che abbiamo già visto, acquisisca un ulteriore valore emozionale e ci permetta di “sopravvivere” alle nostre emozioni, ci aiuta a rielaborarle e, con il meccanismo meta-cognitivo, ad approfondire la conoscenza di noi stessi».
Ci racconta un po’ degli incontri tra artisti messi a punto per la Collezione Peggy Guggenheim: oggi scopriremo per esempio Twombly e Turner che, forse, ad un occhio poco allenato potrebbero sembrare assolutamente antitetici…
«Proprio perché in questi giorni non ci è concessa la possibilità di incontrarci, ho riflettuto sugli incontri particolari ed inattesi di alcuni grandi maestri contemporanei che, nella loro lunga esperienza artistica, hanno trovato o nella loro formazione artistica o in un museo o in un luogo geografico diverso dalla loro patria visitato o, anche, attraverso una semplice riproduzione…eppure proprio lì hanno trovato la risposta alla loro domanda; Twombly è l’esempio migliore, perchè viaggiatore instancabile e ghiotto delle diversità che incontrava sul suo percorso: da sempre interessato alle culture diverse, in una sorta di percorso alla “satori”, incontra un particolare dipinto di Turner che non lo distoglie dalla sua via ma lo arricchisce vieppiù. A volte consideriamo gli artisti contemporanei come avulsi dall’arte del passato, ma anche Boccioni, futurista convinto, si era innamorato della Pietà di Giovanni Bellini conservata alla Pinacoteca di Brera. Nei prossimi incontri, altre coppie sorprendenti!».
L’arte ci insegna a creare connessioni inaspettate, ci ha insegnato a guardare “l’altro” e “l’altrove” prima che diventasse un trend-topic politico e sociale, ci ha permesso di sognare mondi quando ancora il mondo non era alla portata di tutti, e molto spesso l’arte è arrivata prima a indicarci cosa ne sarebbe stato del futuro: sono ancora valide, nell’arte contemporanea, queste caratteristiche o qualcosa si è perso e ci si è avvicinati a forme più “cronachistiche”, documentarie…?
«Le formule cronachistiche sono sempre presenti e sono anche quelle più amate dal pubblico perché vi si riconosce più agevolmente; ma “non siamo mai completamente contemporanei nel nostro presente” (J.R. Debray) e sovente accade che alcune opere “oscure” esposte magari alla Biennale di Venezia risultino poi più evidenti con il passare del tempo…e quel wink che speriamo sempre abbia l’artista!».
Il primo “incontro”: Christopher Le Brun e Raffaello Sanzio
Qui il primo video, che unisce «l’artista inglese Christopher Le Brun, pittore e presidente della Royal Academy of Arts dal 2011 al 2019, e Raffaello Sanzio, di cui quest’anno ricorre il cinquecentenario della morte, celebrato a Roma dalla maestosa mostra alle Scuderie del Quirinale».
Come seguire “Incontri”
Le lezioni, ha spiegato il museo, sono in lingua italiana, durano un’ora e avvengono sulla piattaforma Zoom.
Per poter partecipare è necessario avere la membership del museo, versare una quota di 50€ per l’intero ciclo di lezioni e non è possibile l’iscrizione ad un singolo incontro. I proventi del corso andranno a sostegno del museo, ha spiegato il museo.
• 28 maggio: Anselm Kiefer | Tintoretto