Dopo 20 anni di lavori, un miliardo di dollari spesi e almeno due false partenze, il GEM – Grand Egyptian Museum sembra essere finalmente pronto ad aprire le porte ai visitatori. E le autorità egiziane sperano che ne siano veramente tanti, considerando che il turismo rappresenta uno dei fattori di crescita più importanti del Paese, contribuendo a più dell’11% del prodotto interno lordo. Dopo le difficoltà della pandemia l’Egitto fu uno dei primi Stati ad allentare le restrizioni sui viaggi e il 2023 doveva rappresentare l’anno del boom definitivo. Secondo il governo egiziano, nel primo trimestre del 2023 il Paese ha fatto registrare il 43% di visitatori in più rispetto allo stesso periodo del 2022 e la previsione era arrivare a un giro di 13 miliardi di dollari e raggiungere i 15 milioni di visitatori. Ma poi si è trovato fare i conti con la guerra che sta devastando Gaza e che finisce con il minare anche la percezione di sicurezza dei Paesi vicini. Basterà inaugurare quello che sarà il più grande museo d’archeologia al mondo per dare un segnale?
La struttura è stata progettata dallo studio di architettura irlandese Henghan Peng, in una joint venture con le società ingegneristiche Arup e Buro Happold, a seguito di un concorso bandito nel 2003, al quale parteciparono ben 1557 proposte. Sempre per i corsi e ricorsi tra storia e architettura, tra le altre cose, lo studio ha anche vinto il prestigioso Premio Aga Khan per l’Architettura nel 2019, per la progettazione del Palestinian Museum di Birzeit, nel West Bank della Palestina.
Strategicamente situato tra Il Cairo e la Grande Piramide di Giza, il GEM si estende su un’area complessiva di più di 485mila metri quadrati. La struttura ha la forma di un triangolo smussato, con le pareti nord e sud dell’edificio allineate con le Piramidi di Cheope e Micerino. Di fronte all’edificio è aperta una grande piazza, ornata con palme di dattero. Le sale ospiteranno 100mila manufatti, il 20% dei quali sarà esposto al pubblico per la prima volta. Dai reperti preistorici a manufatti greci di epoca romana, di particolare pregio è l’intero corpus di cimeli appartenenti alla tomba del faraone Tutankhamon, che conta circa 5mila pezzi. Progettato per ospitare 5 milioni di persone all’anno, il museo, oltre agli spazi espositivi, comprenderà anche una biblioteca, un centro educativo e un’area espositiva per bambini.
I lavori sono iniziati nel 2011 e hanno coinvolto fino a 4mila lavoratori in cantiere in un solo giorno ma la costruzione è stata afflitta diversi problemi, dalla primavera araba del 2011 alla crisi finanziaria del 2018 fino alla pandemia del 2020, subendo continui ritardi. Gestito dal potente Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano, il museo, per brevi periodi, è stato parzialmente aperto per ricevere visite di gruppo limitate e per ospitare alcuni eventi speciali ma attualmente è chiuso. Secondo il Ministero l’apertura dovrebbe avvenire – il condizionale è d’obbligo – tra febbraio e maggio 2024.
L’obiettivo dichiarato dell’Egitto è raddoppiare i numeri del turismo nei prossimi cinque anni, per arrivare a 30 milioni di visitatori per il 2028. Secondo quanto dichiarato pochi gironi fa dal Ministro del Turismo Ahmed Issa, a margine dell’importante fiera del turismo World Travel Market di Londra, l’impatto della guerra in Palestina sul settore in Egitto è stato relativo e ha riguardato principalmente il turismo d’area, cioè «I clienti che hanno acquistato i prodotti regionali, perché il settore del turismo in Israele ha praticamente chiuso i battenti», portando a un calo delle prenotazioni per l’Egitto del 10%. Issa ha affermato che il suo Paese offre incentivi extra di 500 dollari per voli in atterraggio a Sharm el-Sheikh, che si trova a circa 360 km a sud della costa mediterranea settentrionale del Sinai, confinante con la Striscia di Gaza.
In un rapporto contrastante con le parole di Issa, un tour operator ha dichiarato a The Independent che «Le prenotazioni per le località egiziane del Mar Rosso attraverso la compagnia sono diminuite dell’80%».
La Farnesina sconsiglia viaggi non indispensabili in località diverse dalle aree turistiche dell’alto Egitto, della costa continentale del Mar Rosso e di quella del Mar Mediterraneo. Invece il Dipartimento di Stato americano, già dal luglio 2023, sconsiglia agli americani di recarsi in Egitto, a causa degli attacchi terroristici e delle operazioni militari.
In questo quadro di incertezza, l’apertura del GEM rappresenta una oasi. «Al momento stiamo allestendo nelle vetrine circa 200 pezzi al giorno, stiamo ultimando gli ultimi ritocchi alle audioguide», ha specificato Issa.
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