«Da oggi in tutta Italia saranno chiusi cinema, teatri, concerti, musei. Una scelta necessaria e dolorosa». Così il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha commentato il nuovo decreto legge straordinario, approvato nella notte dal Premier Giuseppe Conte, per contenere la diffusione del Coronavirus, che riguarda anche i musei e i luoghi della cultura.
Nel testo del decreto si impongono nuove e più stringenti restrizioni al movimento delle persone, da oggi fino al 3 aprile: l’ingresso e l’uscita da Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e alcune zone del Veneto sono consentiti solo per motivi gravi e «comprovati», di lavoro o di famiglia, anche se è garantita la possibilità di rientro al proprio domicilio. «Sono chiusi musei e gli altri istituti e luoghi della cultura, di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42», si legge nel testo del decreto, sia nell’articolo 1, dedicato alle zone rosse, che nell’articolo 2, esteso all’intero territorio nazionale.
Solo pochi giorni fa, molti musei avevano provato a riaprire ma la recrudescenza del Coronavirus ha reso necessario adottare nuovamente misure drastiche. «Questo è il momento dell’auto responsabilità , tutti dobbiamo aderire a queste misure, non dobbiamo pensare di essere furbi. Ce la faremo, speriamo che presto questa emergenza verrà superata», ha dichiarato il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa.
Oltre alla chiusura dei musei, il decreto prevede la sospensione degli eventi sportivi – ma non della Serie A di calcio, che si disputerà a porte chiuse – e di manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, compresi quelli cinematografici e teatrali, in qualsiasi luogo, pubblico o privato, sull’intero territorio nazionale.
Nell’articolo 3 del decreto, “Misure di informazione e prevenzione sull’intero territorio nazionale”, si raccomanda ai «comuni e agli altri enti territoriali, nonché alle associazioni culturali e sportive, di offrire attività ricreative individuali alternative a quelle collettive interdette dal presente decreto, che promuovano e favoriscano le attività svolte all’aperto, purché svolte senza creare assembramenti di persone, ovvero svolte presso il domicilio degli interessati». Insomma, trovare nuovi modi di diffusione e fruizione della cultura, come, per esempio, per le proposte della Triennale di Milano, con i suoi talk “virtuali”, e del festival Lo Schermo dell’Arte in collaborazione con la piattaforma Mymovies, con i suoi film d’artista in streaming.
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