-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Un terremoto sta scuotendo le fondamenta del British Museum e, per una volta, non si tratta dell’annosa querelle dei Marmi del Partenone, o quasi: l’istituzione museale londinese, una delle più prestigiose e influenti al mondo, è stata coinvolta in una indagine, dopo la scoperta, all’inizio di quest’anno, della mancanza e del danneggiamento di alcuni oggetti della sua collezione. Tra i pezzi trafugati, gioielli in oro e gemme semipreziose, risalenti al periodo compreso tra il XV secolo a.C. e il XIX secolo d.C. La notizia è stata resa pubblica all’inizio di agosto e ha portato alle recenti dimissioni del direttore del British Museum, Hartwig Fischer.
Precedentemente, come ricostruito dal Daily Telegraph e dal Times, era stato identificato come autore dei furti il curatore senior del settore Grecia Antica Peter John Higgs ma difficile pensare che possa esserci un unico responsabile per quello che sembra essere un sistema organizzato su più livelli. Secondo le ricostruzioni, sarebbero infatti scomparsi, nel corso di diversi anni, almeno dal 2021, più di 1500 oggetti. A essere sottratti sarebbero stati pezzi che non erano stati esposti pubblicamente, conservati per scopi accademici e di ricerca. Alcuni sono stati venduti sul sito di e-commerce eBay: un oggetto del valore di 64mila dollari è stato offerto all’asta online per 51 dollari. Ma manufatti della collezione potrebbero essere apparsi online già nel 2016, secondo un rapporto del Telegraph.
Il British Museum ha avviato una revisione indipendente dei suoi protocolli di sicurezza guidata dall’ex amministratore fiduciario Nigel Boardman e dal capo della British Transport Police, Lucy D’Orsi. Inoltre sarà avviato un programma per recuperare gli oggetti mancanti, si legge nella nota stampa diffusa dal museo londinese. L’indagine è seguita anche dall’Economic Crime Command della Polizia Metropolitana. Per il momento non sono stati ancora effettuati arresti ma nel comunicato del British Museum si afferma che sarebbe stata intrapresa un’azione legale contro l’ex membro dello staff ritenuto responsabile. Archeologo ed esperto di culture mediterranee, Higgs lavorava al museo dal 1993 e ha negato di aver commesso furti.
«Negli ultimi giorni ho esaminato in dettaglio gli eventi relativi ai furti al British Museum e le indagini su di essi», ha spiegato Fischer nella sua lettera di dimissioni. «È evidente che il British Museum non ha risposto in maniera efficace come avrebbe dovuto agli avvertimenti del 2021 e al problema che ora è pienamente emerso. La responsabilità di questo fallimento spetta in ultima analisi al direttore», ha continuato Fischer. Nominato nell’incarico nell’aprile 2016, primo direttore del British non britannico dal 1866, Fischer aveva già annunciato l’intenzione di dimettersi nel 2024. Nel 2019, fu aspramente criticato a seguito di alcune sue frasi in difesa della conservazione dei Marmi del Partenone al British Museum, considerate di retaggio imperialista e coloniale: «Quando si sposta il patrimonio culturale in un museo, lo si sposta fuori contesto. Eppure questo spostamento è anche un atto creativo». I commenti di Fischer suscitarono accese tensioni tra i governi del Regno Unito e della Grecia, che dal 1832 chiede la restituzione dei Marmi.