ll Surrealismo indipendente di Italo Cremona, l’Impressionismo tenace di Berthe Morisot ma anche la gioiosa pittura di Mary Heilmann e poi un Autoritratto criminale di Jacopo Benassi. Senza dimenticare la collezione permanente e, in particolare, i depositi, che potremo osservare sotto una nuova veste. Sono solo alcuni dei momenti salienti che scandiranno il calendario delle mostre e dei progetti del 2024 della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, sotto la guida della nuova direttrice Chiara Bertola, nominata nell’ottobre 2023, a scadenza del mandato di Riccardo Passoni.
«La GAM è la più antica istituzione museale d’Italia dedicata all’arte moderna e contemporanea e, in quanto tale, è il luogo ideale per mettere in atto la consapevolezza che conservare ed esporre le opere d’arte è una missione centrale e imprescindibile, ma non sufficiente a interpretare le nuove funzioni del Museo oggi», ha sottolineato Bertola, in occasione di una conferenza stampa svoltasi il 19 febbraio, durante la quale sono state presentate le direttive del nuovo mandato. «L’obiettivo è creare un’Istituzione in grado di mettersi in relazione con il mondo, dentro e fuori dalle proprie mura», ha continuato Bertola, che ha descritto la sua idea di museo come «Un luogo complesso, vivo e inclusivo», in grado di «Accendere e riattivare le opere e le idee del patrimonio ereditato, proponendole sotto una nuova luce e riposizionandole in una nuova costellazione di senso».
Durante l’incontro, insieme al Presidente di Fondazione Torino Musei Massimo Broccio, sono stati delineati anche i primi interventi della revisione degli spazi, in previsione del prossimo concorso progettuale che interesserà l’intero edificio progettato nel 1959 da Carlo Bassi e Goffredo Boschetti. «Con la nomina di Chiara Bertola non solo prende avvio la sua nuova visione per il museo e il suo ricco programma 2024 ma anche il percorso di riqualificazione dell’edificio, in attesa di positive determinazioni del Ministero per la Cultura», ha spiegato Broccio.
Entro l’anno sarà dunque pubblicato il Concorso internazionale di progettazione ma già prossimamente si darà avvio al programma Lotto zero, che sarà completato entro l’autunno del 2024 e prevedrà mirati interventi di temporanea rivisitazione dei locali, propedeutici al futuro cantiere, condotti nel foyer e al primo piano, a cui si accompagna la riapertura del secondo piano, dove troverà collocazione anche il progetto Deposito vivente. Saranno esposti al pubblico, infatti, alcuni fondi del patrimonio, tra opere poco o mai viste, attraverso un display contemporaneo, con l’apporto di artisti e giovani curatori.
Per quanto riguarda le mostre temporanee, nei prossimi mesi saranno presentate quelle giĂ preventivate da Passoni, mentre il programma di direzione di Bertola partirĂ da ottobre 2024.
Il 27 febbraio, a cura di Elena Volpato, nello spazio Wunderkammer sarà allestita la nuova acquisizione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per la GAM: Panorama di La Spezia, 2022, una grande installazione autoritratto di Jacopo Benassi in cui l’artista si specchia nella sua città natale attraverso dipinti, fotografie e calchi in gesso. Sarà esposto anche lo studio in gesso realizzato da Leonardo Bistolfi per il Monumento a Cesare Lombroso (1910 ca.) alla cui eredità si rifà anche il video di Benassi, Autoritratto criminale, 2024.
Il 24 aprile aprirà una mostra dedicata all’intero arco della pittura di Italo Cremona, surrealista indipendente, come amava definirsi, e intellettuale eccentrico. A cura di Giorgina Bertolino e Daniela Ferrari, in collaborazione con il MART – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, l’esposizione presenterà un nucleo di opere della collezione GAM e una serie di prestiti da altri musei, tra cui Pinacoteca Civica di Vigevano, Accademia Albertina di Belle Arti, Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino e MART.
Il 3 maggio sarà la volta di I paesaggi dell’arte, esposizione fotografica nell’ambito della prima edizione del Festival di fotografia EXPOSED. Il progetto espositivo sarà realizzato in collaborazione con Castello di Rivoli e OGR Torino, che ospiteranno altre due tappe della mostra. A cura di Elena Volpato, la mostra della GAM darà conto di alcuni importanti passaggi della storia italiana della fotografia dedicata all’arte: dalle prime documentazioni ottocentesche del paesaggio architettonico fino ad alcuni scatti di Armin Linke dedicati al Teatro Regio di Mollino, dalle immagini di Luigi Ghirri a quelle di Ugo Mulas, sino al lavoro di Gianfranco Gorgoni e a due opere realizzate da Jacopo Benassi per l’esposizione.
Il programma di Bertola prenderà avvio dal 16 ottobre, con la riapertura del secondo piano e una riproposizione di varie opere della collezione e dei depositi attraverso nuclei tematici. Sempre dal 16 ottobre, aprirà anche la mostra dedicata a Berthe Morisot, tra le fondatrici dell’Impressionismo, artista anticonvenzionale e antiaccademica, personalità di spicco dell’ambiente culturale e artistico della Parigi della seconda metà dell’800. A cura di Maria Teresa Benedetti, Giulia Perin e Chiara Bertola, in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi, l’istituzione con il più ampio nucleo di opere dell’artista, la mostra prodotta da 24 ORE Cultura celebrerà la pittrice per la prima volta in Italia, nell’anno internazionalmente dedicato all’Impressionismo.
L’allestimento della mostra sarà scandito da un display d’artista, a firma di Stefano Arienti, che in alcune sale aprirà un confronto tra Morisot e i valori del linguaggio impressionista. Sempre l’artista italiano sarà il primo protagonisti del nuovo format Intruso, che prevede l’istituzione di un dialogo personale e autoriale con le collezioni e con l’organismo espositivo museale.
Il 30 ottobre apriranno infine due mostre. Nella manica lunga del primo piano, una antologica dedicata a Mary Heilmann, la prima mostra in Italia a presentare in modo completo l’opera dell’artista statunitense, nata nel 1940 e conosciuta per la sua ricerca pittorica tra astrazione geometrica e concettuale. L’esposizione attraverserà la sua produzione, dai primi lavori degli anni Settanta a quelli più recenti, con una serie di “capitoli” incentrati sulle emozioni e sui cromatismi di un determinato periodo: «Ogni mio dipinto può essere visto come un marcatore autobiografico, uno spunto, con il quale evoco un momento del mio passato o del mio futuro proiettato», spiega Heilmann.
Nello Spazio del Contemporaneo sarà invece presentata un’antologica dedicata a Maria Morganti, una delle artiste più influenti sulla scena pittorica italiana. A cura di Elena Volpato, l’intera mostra si svolgerà come un’unica installazione performativa fatta del lento depositarsi di tempo e cromie. «Il mio lavoro ha in sé l’esperienza del colore, il colore inteso come entità fisica, come traccia della vita», racconta l’artista, nata a Milano nel 1965 e da molti anni a Venezia.
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