Il prestigioso Humboldt Forum di Berlino, che deve ancora aprire ufficialmente dal vivo, fa un passo indietro sull’open question – scottante – delle restituzioni. Per questo, la green Germania risponde così: “I bronzi potrebbero tornare in Nigeria”. Le preziose opere d’arte, che molti dicono essere state saccheggiate durante il XIX secolo, avrebbero dovuto essere esposte in occasione della prima mostra del nuovo museo ma, a quanto pare, torneranno nella loro legittima casa, lasciando degli spazi vuoti nelle sale.
Con sempre più convinzione, i musei di tutta Europa stanno iniziando a inadgare sui manufatti che sono stati oggetto di denunce di saccheggi e saccheggi. Già al 2019 la Francia ha intrapreso il processo di rimpatrio di 27 oggetti tra Benin e Senegal, mentre recentemente, nel 2021, i Paesi Bassi hanno detto che avrebbero adottato un piano “radicale”, che vedrebbe numerosi oggetti restituiti in vari Paesi.
Se ne era già parlato tempo fa per alcune opere del British Museum. Anche stavolta, le stanze del museo rimarranno vuote a testimoniare la restituzione o, forse, saranno riempite da repliche, come ha dichiarato il direttore del museo Hartmut Dorgerloh. Secondo il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, Andreas Görgen, direttore generale degli affari culturali del ministero degli Affari esteri tedesco, ha già incontrato i leader nigeriani per discutere la possibilità di rispedire gli oggetti: «Per quanto ne sappiamo oggi, i bronzi del Benin sono stati in gran parte acquistati illegalmente», ha detto Dorgerloh in una nota, «condivido la convinzione che ci devono essere e ci saranno restituzioni».
D’altra parte, in una dichiarazione rilasciata durante l’inaugurazione, il direttore Dorgerloh aveva già evidenziato come, tra i temi principali del progetto espositivo del museo, ci fossero proprio le questioni del colonialismo e del postcolonialismo.
I bronzi del Benin fanno parte di un gruppo di manufatti che fu requisito dalle truppe britanniche, nel 1897, nel regno del Benin, corrispondente all’attuale Nigeria. Il deposito di manufatti è stato poi disperso tra le varie istituzioni europee, con molti dei pezzi più importanti che sono finiti al British Museum di Londra. Tra gli oggetti di valore presi c’erano zanne, statuette e altro ancora. Molti hanno affermato che gli oggetti furono rubati dagli inglesi come parte di una conquista colonialista.
Si ritiene che il Museo Etnologico di Berlino possegga circa 530 oggetti del gruppo. Le opere erano pezzi unici, realizzati con la tecnica della cera a perdere, con cui una minima quantità di bronzo era sufficiente per forgiare opere di grande maestria. Le opere sono particolarmente considerevoli e di raffinata esecuzione. La fusione del bronzo raffigura diverse rappresentazioni sociali del regno. Il carattere sacrale era sottolineato da un’accurata esecuzione artistica.
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