La continua ricerca del dialogo tra antico e moderno, tra antico e contemporaneo: è questo il filo rosso che lega le mostre e i progetti espositivi del 2021 del Mart È lo stesso presidente Vittorio Sgarbi, nel presentare la programmazione per la prossima stagione, a raccontare l’idea alla base di quasi tutti gli eventi che nei prossimi mesi avranno luogo a Rovereto, nella sede principale e nella Casa d’Arte Futurista Depero, e presso la Galleria Civica di Trento.
Può essere paradigmatica la mostra “Caravaggio. Il contemporaneo”, realizzata lo scorso inverno e strutturata intorno al capolavoro Il seppellimento di Santa Lucia, dipinta sul finire del 1608 da un Caravaggio in fuga, probabilmente braccato, che si ripara a Siracusa. Gli eventi concitati che hanno portato alla creazione di quest’opera, le condizioni in cui si trova la tela con diverse parti senza colore e la vita stessa di Michelangelo Merisi sono gli elementi alla base della connessione instaurata con le opere di Burri e Pasolini, in un suggestivo gioco di rimandi stilistici e biografici.
La direzione data da Sgarbi è quindi quella di proseguire su questa strada anche per la prossima stagione, con una proposta di otto mostre, un focus e due progetti site specific nella ormai iconica piazza del museo, esso stesso polo di un confronto quotidiano tra i palazzi del XVIII secolo che lo circondano e la sua architettura dei primi anni 2000.
I dati relativi agli ultimi mesi, a seguito quindi della riapertura dei musei, sono stati molto incoraggianti con circa 50mila visitatori durante l’estate, di cui 10mila coinvolti nella attività educative. A fare da traino è stata la mostra, aperta ancora per qualche giorno, “Botticelli. Il suo tempo. Il nostro tempo” dove alcune opere del maestro fiorentino sono messe in relazione con quelle di artisti moderni, soprattutto attivi negli anni ‘60 e ‘70 del Novecento.
I due progetti probabilmente più importanti dei prossimi mesi sono quelli dedicati a Fortunato Depero, che aprirà il 16 ottobre, e ad Antonio Canova, a partire dal 18 dicembre.
“Depero New Depero”, a cura di Nicoletta Boschiero, è una grande esposizione che ha lo scopo di indagare la produzione dell’artista in tutte le sue numerosissime espressioni artistiche: tele, cuscini, giocattoli, suppellettili, mobili, pubblicità. Tanti modi di esprimersi cui lui stesso attribuiva la stessa dignità creativa. Depero è una sorta di santo patrono laico del Mart, sia per la mole di opere, circa 3mila oggetti, lasciate alla sua morte nel 1960 al Comune di Rovereto, sia per l’impronta metodologica indirizzata alla sperimentazione che il museo ha fatto suo nel corso degli anni.
La mostra su Antonio Canova va contestualizzata nell’ambito delle celebrazioni che lo vedranno protagonista in occasione del bicentenario della morte nel 2022. Dopo Leonardo e Raffaello, un’altra importante ricorrenza per un artista cui tutti debbono riconoscenza, non tanto e non solo per le sue sculture, quanto per il ruolo che ricoprì nel recupero delle opere d’arte sottratte da Napoleone e per la lungimiranza con cui si spese per la conservazione del nostro patrimonio culturale.
“Canova tra innocenza e peccato”, curata da Beatrice Avanzi e Denis Isaia, nasce su impulso di Vittorio Sgarbi, in collaborazione con Museo Gypsotheca Antonio Canova, per portare al Mart un altro grande maestro dell’arte italiana dopo Caravaggio, Raffaello e Botticelli. Anche in questo caso lo schema seguito è quello del confronto con artisti contemporanei e ovviamente l’oggetto di questo dialogo è la ricerca sul corpo umano, che Canova spinge a un livello tale da sublimarlo in una bellezza talmente perfetta dal punto di vista tecnico da apparire, ma solo a uno sguardo poco attento, fredda. Sono stati ovviamente moltissimi quelli che hanno guardato con interesse alle sue opere mettendo al centro del loro lavoro il corpo umano: l’innesco di questa conversazione muta sarà Costantin Brancusi che modernizza l’ideale canoviano fino a spingerlo ai confini dell’astrazione. Oltre a una rassegna di scultori più recenti, una sezione che si annuncia molto affascinante prevede come controcanto alle opere di Canova quelle di alcuni dei più grandi fotografi del Novecento, che nei loro lavori hanno ricercato la bellezza della forma del corpo umano come Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Edward Weston.
Ma se questi due eventi si prendono la copertina, tutti gli altri concorrono a creare un’offerta culturale di alto livello, in linea con quanto di buono il museo sta proponendo negli ultimi anni in cui sta affermando tra i migliori centri di produzione culturale. Ad aprire la stagione, il prossimo 3 ottobre, è in programma “Il falso nell’arte. Alceo Dossena e la scultura italiana del Rinascimento” dove verrà raccontata la storia di Alceo Dossena, falsario che grazie alla sua straordinaria abilità artistica e alla capacità di imitare perfettamente stili diversi, riesce a vendere le sue opere come originali di celebri maestri del passato come Giovanni Pisano, Simone Martini, Vecchietta, Donatello, e Andrea del Verrocchio. Non copiando, ma inventando ex novo, replicando il loro stile.
Completano il programma del Mart di Rovereto il confronto tra Piero Guccione e Achille Perilli e il progetto su Romolo Romani mentre alla Galleria Civica di Trento sono in programma una monografica su Wainer Vaccari e “Ex Post 2”, una retrospettiva sugli artisti trentini Michele Parisi, Mali Weil, Veronica de Giovanelli, Pietro Weber.
Insomma, con l’auspicio che l’evoluzione della pandemia non esiga ulteriori chiusure e restrizioni, ci sarà tanta arte da vedere in Trentino nei prossimi mesi.
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