Il Ministero della Cultura ha ufficialmente trasferito la gestione del Cenacolo Vinciano, dalla Direzione Regionale Musei, alla Pinacoteca di Brera, insieme alla Biblioteca Nazionale Braidense e a Palazzo Citterio. L’assegnazione è stata stabilita in virtù dell’attuazione delle modifiche al decreto ministeriale del 23 dicembre 2014, recante “Organizzazione e funzionamento dei musei statali”, inviato agli organi di controllo il 25 settembre scorso, che porta a compimento la riforma del Ministero entrata in vigore già a maggio 2024. Il provvedimento rappresenta un passo decisivo verso la realizzazione della “Grande Brera”, un progetto caldeggiato dal direttore della Pinacoteca, Angelo Crespi, con l’obiettivo di creare un polo museale statale a Milano di respiro internazionale, paragonabile a istituzioni come le Gallerie degli Uffizi di Firenze.
Crespi ha dichiarato con entusiasmo che questo cambiamento è innanzitutto un’assunzione di responsabilità verso un sito patrimonio dell’umanità sotto l’egida dell’UNESCO. Portare il Cenacolo Vinciano sotto l’egida di Brera rappresenta non solo un ritorno alle radici storiche di Milano, ma anche un’opportunità per rafforzare la sinergia con l’Accademia di Belle Arti di Brera. Tale collaborazione risale agli inizi della Pinacoteca, sancita formalmente già nel 1882 dal primo direttore Giuseppe Bossi e successivamente confermata dal restauro post-bellico voluto da Fernanda Wittgens, direttrice di Brera negli anni ‘40 e ‘50.
L’unione tra il Cenacolo e Brera non è una novità. Negli anni Novanta, l’allora sovrintendente Bruno Contardi aveva sostenuto la necessità di un polo museale milanese che coniugasse la gestione e valorizzazione di entrambe le istituzioni. La recente ufficializzazione del passaggio concretizza questa visione, pur avvenendo in una delle fasi più complicate del Ministero, colpito da continui scandali, dal caso di Vittorio Sgarbi, accusato di aver trafugato un quadro, alle dimissioni di Gennaro Sangiuliano e del capo di gabinetto Francesco Spano.
La stessa iniziativa del trasferimento del Cenacolo non è priva di critiche. I sindacati esprimono preoccupazione per le carenze di personale che già affliggono Brera, timorosi che questa fusione possa aggravarle e distogliere risorse dagli altri siti del polo museale lombardo, come la Certosa di Pavia o le Grotte di Catullo. Il segretario Fp Cgil, Cesare Bottiroli, ha sollevato dubbi sulla capacità di garantire i servizi al pubblico e sul rischio di una potenziale “devalorizzazione” di luoghi meno noti ma comunque di rilevanza storica e culturale.
Con circa 500mila visitatori all’anno, L’Ultima Cena si conferma uno dei capolavori più visitati in Italia. Nonostante le critiche, l’aggregazione del Cenacolo all’ecosistema della Pinacoteca di Brera viene celebrata come una tappa fondamentale per Milano e per l’intero sistema museale lombardo, con prospettive di crescita e prestigio.
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