Il Centre Pompidou di Parigi si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia con l’imminente restauro che chiuderà temporaneamente le sue porte nel 2025. Questa importante e chiacchieratissima operazione di ristrutturazione, necessaria per preservare l’iconica struttura di Renzo Piano e Richard Rogers risalente al 1977, riflette la volontà di mantenere viva l’eredità culturale del museo parigino, pur aggiornandone le strutture secondo i moderni canoni di sostenibilità ambientale. Ma, intanto, si guarda oltre l’Atlantico, verso Jersey City, dove le vicende legate all’apertura di un museo satellite del Pompidou continuano a svilupparsi, tra speranze e battute d’arresto.
Il progetto della succursale statunitense ha attraversato diverse fasi. I piani per la nuova sede furono annunciati già nel 2021, con apertura originariamente prevista nel 2024 negli spazi del Pathside Building, al 25 di Journal Square. Il costo dei lavori di ristrutturazione e riadattamento era stimato tra i 10 e i 30 milioni di dollari, mentre a realizzare il progetto era stato chiamato OMA, lo studio di architettura fondato nel 1975 da Rem Koolhaas ed Elia Zenghelis. La fattibilità economica del progetto tuttavia aveva lasciato molti dubbi tanto nell’ala repubblicana che tra i democratici che, attualmente, siedono al governo dello Stato, con Phil Murphy: per l’apertura del museo infatti sarebbero serviti più di 200 milioni di dollari, di cui una parte avrebbe pesato sulle tasche dei contribuenti. Dopo aver comunicato uno slittamento dell’apertura al 2027, a inizio estate la battuta d’arresto finale, con i finanziamenti pubblici bloccati e la lettera dell’Economic Development Authority dello Stato del New Jersey inviata al presidente del Pompidou, Laurent Le Bon: «La legislatura ha revocato il sostegno finanziario, stabilendo che questo progetto purtroppo non è più fattibile», scriveva il capo dell’ente, Tim Sullivan.
Tuttavia, l’11 settembre 2024 il Consiglio comunale ha dato nuova vita all’iniziativa, votando a favore di un nuovo piano che prevede una sede rinnovata e un diverso assetto finanziario. Il museo troverà spazio all’808 di Pavonia Avenue, sempre nel quartiere di Journal Square, occupando un’area di circa 9mila metri quadrati, anche se non è ancora stato chiarito quanto di questo spazio sarà effettivamente dedicato alle esposizioni.
A differenza del precedente tentativo, che si basava sul supporto della New Jersey Economic Development Authority, il nuovo progetto punta su un abbattimento fiscale per garantirne la fattibilità. Un cambiamento cruciale, che potrebbe evitare ulteriori interferenze politiche come quelle che avevano precedentemente bloccato il progetto. Il sindaco di Jersey City, Steven Fulop, ha descritto questa come «Un’opportunità irripetibile», sottolineando i benefici economici e culturali per la città.
La storia del Pompidou in New Jersey, però, è anche segnata da dinamiche politiche complesse. Fulop ha accusato il governatore Phil Murphy di aver ritirato il suo sostegno a causa di divergenze politiche personali, legate alla mancata campagna a favore della moglie del governatore, Tammy Snyder Murphy, per il Senato.
Nonostante queste complicazioni, i responsabili del Pompidou restano ottimisti e determinati a proseguire, consapevoli del potenziale di un progetto ambizioso: «Il Centre Pompidou è un luogo in cui si incontrano diverse discipline e persone diverse con interessi diversi», ha affermato Charles Aubin, curatore del museo e designato come co-direttore del Centre Pompidou x New Jersey, sottolineando come l’apertura di una nuova sede sarebbe in linea con lo spirito intraprendente del Beaubourg, che ha già due sedi satellite, a Malaga e a Shangai e che, in ogni caso, lancerà un programma di attività a Jersey City tra il 2025 e il 2026, per preparare le basi del prossimo futuro a stelle e strisce. In particolare, il Centre Pompidou x New Jersey sta collaborando di nuovo con l’Hudson County Community College per progettare un programma educativo. Inoltre, sarà presentato un evento ispirato al lavoro di Alice Guy-Blaché, regista francese e prima donna a fondare uno studio cinematografico, la Solax Company, nel 1910, proprio in New Jersey.
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