Categorie: Musei

Il MoMA di New York si è rifatto il look. Pronti alla riapertura?

di - 16 Ottobre 2019

Per tutta l’estate il MoMA è rimasto chiuso. Ricordate? Lo anticipavamo già a gennaio. Il museo più famoso al mondo aveva bisogno di un restyling, e si è preso una vacanza. Manca meno di una settimana alla riapertura e possiamo già annusare le novità. Qualche giorno fa c’è stata la preview per la stampa e per i soci. Possiamo confermare: il MoMa di New York si è decisamente rifatto il look, e presto lo vedremo tutti.

Quattro mesi e 450 milioni di dollari dopo, viene aperto un nuovo grande spazio di quasi 3700 mq. Questo lavoro è merito dello studio architettonico Diller Scofidio + Renfro. Il direttore del museo, Glenn Lowryy, lo annuncia così: “Il valore reale dell’espansione del museo non riguarda semplicemente lo spazio in più, ma la creazione di uno spazio che ci permetta di ripensare l’esperienza museale”. Tra le nuove funzionalità, uno studio pensato per le performance. Il MoMA è il primo tra i maggiori musei a dotarsi di un ambiente del genere, utile sia per gli artisti in residenza, sia per i visitatori. Questi ultimi potranno infatti assistere live al processo creativo e guardare le prove delle varie esibizioni.

Particolare nota di merito per la scelta di aumentare la presenza di donne e di afroamericani, ispanici e asiatici nella collezione. Le categorie erano prima in netta inferiorità rispetto alle opere di uomini bianchi americani. Nuovi lavori si aggiungono al museo, commissionati per l’apertura. Tra questi, Yoko Ono e Philippe Parreno. Ci sarà anche un nuovo grande spazio dedicato all’architettura.

Anche gli spazi tradizionali sono stravolti: la collezione permanente è stata completamente ripensata. Il museo ha sempre disposto le opere seguendo un ordine cronologico, separando i differenti media artistici. I visitatori potranno ora sperimentare un nuovo assetto, che avvicina diverse epoche storiche, luoghi geografici e media. Alcune sale seguono ancora filoni tematici (come quella dedicata all’Action Painting), ma più libero è il criterio di allestimento. Nuovi dialoghi inattesi, tra opere che non avrebbero mai avuto occasione di trovarsi faccia a faccia. In Italia questa iniziativa ci ricorda da non troppo lontano il radicale riallestimento della Galleria Nazionale di Roma di qualche anno fa, ad opera della direttrice ancora in carica, Cristiana Collu.

Lowy ha spiegato durante la preview che questo è un modo per far dialogare presente e passano in maniera innovativa. Così il capolavoro di Pablo Picasso, Les Demoiselles d’Avignon, si trova vis à vis con Louise Bourgeois e Faith Ringgold, che hanno realizzato le loro opere circa cinquant’anni dopo. Il contatto tra opere così diverse, prosegue Lowy, non scredita Picasso, ma propone letture alternative intorno agli argomenti che abbiamo imparato a conoscere. In ogni caso, con una rotazione ben studiata, un terzo della collezione sarà riallestito ogni sei mesi, garantendo sempre freschezza e novità nelle suggestioni. Un modo per avvicinarsi alla fruizione di immagini nella società contemporanea, simulando le continue connessioni e gli accostamenti di senso che otteniamo con i nostri smartphone. La cultura visuale è evoluta, così il pubblico dei musei. Perché non il museo stesso?

Il rinnovamento comincia dal piano strada. Tra gli obiettivi prefissati da Lowy, quello di rinsaldare il rapporto con la città. L’ingresso più ampio e luminoso, si affaccerà direttamente sulla 53esima strada e i passanti potranno decidere di entrare e visitare il piano terra gratuitamente. Il museo si fa più accogliente, e per la prima volta permette di fruire una porzione dei suoi sei piani anche a coloro che non possono permettersi i 25 dollari del costoso biglietto.

La riapertura al pubblico è prevista per il 21 ottobre: non ci resta che attendere che le porte del MoMA tornino a spalancarsi, per poter vedere di persona le grandi novità. Nel frattempo, cominciano a fioccare le prime polemiche.

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