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Il Musée Rodin di Parigi aprirà la sua prima filiale internazionale a Shanghai a settembre, in concomitanza con il 60mo anniversario dei rapporti diplomatici tra Francia e Cina. Noto come Centre d’Art Rodin, il progetto era stato annunciato già nel 2019 e avrebbe dovuto aprire entro due o tre anni a Shenzhen, una grande città della Cina meridionale e a nord di Hong Kong, con un finanziamento della stessa città di Shenzhen e del distretto di Futian. Ma da allora non sono stati annunciati aggiornamenti fino alla recente conferma della sua apertura a settembre e in un’altra città, Shangai, come riportato dal South China Morning Post.
Il progetto è sostenuto dal Ministero della cultura francese e dall’Amministrazione statale del patrimonio culturale della Cina, con finanziamenti privati del collezionista franco-cinese Wu Jing. Il Centre d’Art Rodin avrà sede nell’edificio che, durante l’Expo 2010, ospitava il padiglione francese, progettato dall’architetto Jacques Ferrier. Il museo si troverà dunque nella Pudong New Area, un distretto che, negli ultimi anni, sta vivendo una profonda revisione urbanistica: nella stessa zona si trova anche la Shanghai Tower, aperta nel 2015, che con i suoi 632 metri è il secondo grattacielo più alto al mondo. Secondo il direttore artistico del Centre d’Art Rodin, Kong Xianhe, alla fine è stata scelta Shanghai al posto di Shenzen proprio per la sua vivace scena artistica e, secondo il South China Morning Post, anche per la crescita economica promettente.
Non si tratta comunque della prima istituzione francese ad aprire in città: il West Bund Museum, di proprietà dello stato cinese, ha firmato una partnership quinquennale con il Centre Pompidou nel 2019, nell’ambito di quella che è stata vista come una strategia di diplomazia museale. La partnership è stata poi rinnovata nel 2023 e, nel frattempo, la scena artistica di Shanghai ha subito cambiamenti importanti. Gran parte del West Bund, che negli ultimi dieci anni era stato visto come il polo culturale della città cinese, è stato demolito dal governo come parte di un programma di riqualificazione.
Il museo francese ha due sedi in Francia: una nel centro di Parigi e l’altra nella vicina Meudon, nella villa dove Auguste Rodin visse fino alla sua morte, nel 1917. L’anno scorso, ha abbandonato i piani per costruire un museo multimilionario a Santa Cruz de Tenerife, una città nelle isole Canarie, in Spagna, dopo mesi di proteste da parte della popolazione locale, che sosteneva che l’artista non aveva alcun legame con la zona.
Rodin invece ha un legame profondo con la Cina, dove è particolarmente apprezzato dai collezionisti e non solo, avendo ispirato anche diversi importanti scultori cinesi, come Sui Jianguo e Wang Keping, tra gli artisti più influenti in Cina. Lo stesso Rodin era un grande appassionato di arte cinese, che amava collezionare.
Il Centre d’Art Rodin di Shanghai attingerà dalla collezione della sua sede principale di Parigi, di proprietà dello Stato francese. Per la mostra di apertura, Rodin: The Inheritance of Modern Sculpture, saranno esposte circa 50 opere del grande sculture, tra cui le versioni in gesso del Pensatore (1904) e dell’Età del Bronzo (1877) e le trasposizioni in bronzo dell’Uomo che cammina (1907) e del Bacio (1882). Saranno esposte anche opere di altri artisti della sua cerchia, come Albert-Ernest Carrier-Belleuse, mentore di Rodin, e di Aristide Maillol e Antoine Bourdelle. La mostra svelerà anche la passione segreta di Rodin per la cultura cinese con una speciale esposizione della sua collezione di arte cinese che non è mai stata presentata al pubblico. Tra i pezzi salienti, una statua della divinità della fertilità Guanyin, figure in terracotta della dinastia Tang (618-907 d.C.) e porcellana delle dinastie Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911).