In linea con la sua storia, il Museo Bagatti Valsecchi a Milano festeggia i suoi 30 anni aprendosi alla città. La casa dei due fratelli, i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, in pieno centro, accoglieva gli amici con spettacoli, concerti, letture, fino a quando la famiglia l’ha abitata, nel 1974. Non a caso, all’ingresso si trova un motto latino: «Amicis pateo aeternumque patebo», Sono aperta agli amici e sempre lo sarò. Antonio D’Amico, storico dell’arte arrivato alla casa museo come curatore nel 2021, dal 2023 è il direttore e si è proposto di rimanere in linea con le tradizioni per festeggiarne il compleanno. «I fratelli fondarono questo luogo a metà Ottocento con questo spirito di armonia tra le arti che era nel DNA del Rinascimento e a noi ora il compito di tenere viva questa operosità e questo ricco dialogo tra le arti», spiega D’Amico, che ci racconta questo traguardo pluriennale e i progetti futuri.
Cosa ha pensato per celebrare questo anniversario?
«Questa è una casa museo dove i proprietari hanno sempre accolto ospiti. E noi seguiremo il loro stile cercando di fare conoscere i suoi tesori a più persone possibile. In questa occasione faremo una settimana di festeggiamenti dal 19 al 24 novembre a biglietto ridotto e visite guidate gratis. Inoltre è stato messo a punto un programma speciale per la scuole Museo oltre i confini, per far conoscere agli studenti la storia e le collezioni del Museo Bagatti Valsecchi. Saranno gli operatori museali ad andare nelle scuole con Progetta la tua casa museo e nelle biblioteche, per invitare i partecipanti a visitare il Museo e le sue collezioni».
Questa volta andrete in giro per farvi conoscere
«Sì saremo noi a uscire: andremo nelle scuole di periferia di Affori, Calvairate e Baggio e faremo dei laboratori per far costruire ai ragazzi la propria casa museo. Ma ci saranno anche attività didattiche e conferenze nelle biblioteche di quartiere per portare l’identità del museo fuori dai propri spazi. Perché io credo ancora che la cultura possa educare a conoscere il mondo e a capire meglio la vita. Per ogni mio progetto cerco di non prescindere da un fine etico. Dobbiamo arrivare agli adulti attraverso i giovani. Il lavoro va fatto dal basso. Con l’obiettivo di attivare un circolo virtuoso che stimolerà i partecipanti a voler visitare altri luoghi della cultura.
Le conferenze aperte al pubblico nelle Biblioteche si terranno martedì, 19 novembre, alle17:30, alla Biblioteca di Baggio, mercoledì, 20 novembre, alle 17:45, alla Biblioteca di Affori, venerdì, 22 novembre, alle 17, alla Biblioteca di Calvairate. Anche la rassegna Stasera al Museo (che dura da marzo a dicembre) il 20 novembre proporrà a prezzo ridotto il concerto di Giuseppe Anastasi, storico autore di grandi interpreti della canzone italiana come Arisa e il 23 novembre alle 16 una conferenza – anch’essa gratuita – dedicata a Pier Fausto Bagatti Valsecchi, fondatore del Museo, da poco scomparso».
Il museo prosegue il suo lavoro nel preparare un programma fitto di mostre ed eventi per il prossimo anno. Porterete in mostra ancora opere da altre collezioni importanti?
«Certo, siamo anche la casa delle collezioni, perché qui ci sono mille collezioni in una. E infatti l’ultima mostra Lo sguardo del sentire aveva opere di quella della Credem. Abbiamo un programma ambizioso di altri progetti, ma ancora segreto perché ci sono delle messe a punto da fare. Per esempio porteremo l’arte contemporanea in queste sale. E abbiamo previsto anche degli spettacoli dedicati alle donne. Tornerà Stasera al Museo. Vivere nel tempo: 14 appuntamenti di musica, teatro e danza che, da marzo a dicembre, stanno portando un pubblico nuovo al museo».
Quali fondi ha il museo per tutte queste iniziative?
«Il Bagatti Valsecchi è gestito da una Fondazione di diritto privato partecipata da Regione Lombardia, da cui arriva un contributo. E oltre ai denari dei biglietti, facciamo sempre ricerca sponsor. Il museo ha un Consiglio d’amministrazione cui, dal mio arrivo, si è aggiunto un comitato scientifico. Il museo è diventato un campus dove si fa ricerca. Un luogo di formazione e di produzione di cultura, anche da “esportare”: lavoriamo infatti con alcuni Comuni creando progetti di mostre».
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