Il 2023 è proprio l’anno dei grandi lavori per i musei: il Centre Pompidou di Parigi è in procinto di avviare urgenti interventi di ristrutturazione, così come il Museo di Capodimonte di Napoli, e anche il Pergamon Museum di Berlino chiuderà completamente le porte, per riaprirle addirittura nel 2037. Ci vorranno infatti ben 14 anni per terminare il progetto, che partirà a fine ottobre 2023. I lavori di ristrutturazione sono già in corso da diverso tempo nella parte settentrionale e centrale del museo, che dovrebbero riaprire nel 2027, invece per l’ala meridionale, che è in pessime condizioni, influendo sulla stabilità dell’edificio e sulla sicurezza dei reperti, dovremo aspettare un bel po’.
Già da anni, il museo tedesco, che nell’ala nord custodisce la parte anteriore del magnifico Altare di Pergamo, uno dei capolavori più iconici dell’arte ellenistica, è interessato da lavori di restauro e chiusure parziali. Il piano per le ristrutturazioni fu stanziato nel 2014 e il cantiere fu avviato nel 2016 ma complicazioni costruttive hanno ritardato i cantieri e da un costo iniziale stimato di 261 milioni di euro, si è arrivati oggi a 477 milioni. Nei pressi del museo è stato allestito uno spazio espositivo temporaneo, dove sono visitabili un’installazione di Yadegar Asisi e alcuni reperti provenienti dal Museo di Pergamo.
Il piano prevede anche la costruzione di una nuova ala, che sarà collegata agli altri edifici della Museumsinsel, l’Isola dei Musei, l’area che comprende i cinque grandi edifici museali berlinesi costruiti in epoca prussiana, l’Altes Museum, il Neues Museum, la Alte Nationalgalerie, il Bode Museum e il Pergamon, oltre al nuovo spazio espositivo inaugurato nel 2019, la James-Simon-Galerie
I lavori preparatori inizieranno nell’autunno 2023 e i lavori di costruzione nel 2024. Le sezioni dell’edificio interessate ospitano le collezioni del Museo del Vicino Oriente antico, delle antichità classiche e del Museum für Islamische Kunst Kunst, il Museo dell’arte islamica, dove è conservato l’altro enorme capolavoro dell’archeologia, la Porta di Ishtar, costruita a Babilonia nel VI secolo a.C. e ricostruita a Berlino nel 1936, insieme alla bellissima strada delle processioni.
L’Antikensammlung, la collezione di antichità classiche, sarà comunque visitabile dal pubblico durante la chiusura dell’edificio e, negli anni a venire, sculture e reperti del Pergamonmuseum saranno ciclicamente esposti nel padiglione temporaneo. Ma la chiusura prolungata non può che sollevare diversi interrogativi sull’opportunità di restituzione di reperti di altissimo profilo, portati via dai luoghi di origine in condizioni poco chiare o di evidenti disparità.
L’Altare fu acquisito dalla Germania in base a un accordo con l’Impero Ottomano risalente al 1879 e, al termine di una campagna di scavo, nel 1886 il frontone occidentale fu portato da Pergamo – antica città attualmente nota con il nome di Bergama e situata nella provincia di Smirne, in Turchia – a Berlino, con il permesso del sultano Abdul Hamid II, al potere in quel tempo. La Turchia ha richiesto a lungo la restituzione dell’Altare e gennaio un funzionario del governo tedesco ha pubblicamente espresso il suo sostegno per il ritorno del reperto al suo Paese d’origine.
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