Abbiamo già scritto delle novità della imminente Riforma di Alberto Bonisoli, con quattro musei – il Parco dell’Appia antica, il Museo Nazionale di Villa Giulia a Roma, il Castello di Miramare a Trieste e la Galleria dell’Accademia a Firenze – depennati dall’elenco dei siti autonomi, come designati dalla precedente manovra di
Dario Franceschini. D’altra parte, un nuovo museo entrerà nella ristretta – e privilegiata – lista. Il Museo del Vittoriano, infatti, diventerà autonomo e visitabile gratuitamente, in quanto «museo dell’identità nazionale». Cosa si nasconde dietro questo nuovo appellativo che, a dire il vero, suona in maniera piuttosto controversa?
L’annuncio è stato dato dallo stesso ministro Bonisoli, nel corso della conferenza di presentazione del nuovo progetto di valorizzazione che interesserà il monumento e i suoi percorsi espositivi, in occasione dell’apertura della mostra sul lessico italiano – a proposito del peso di certe parole – che racconta il nostro Paese partendo dalla lingua.
Inaugurato da Vittorio Emanuele III, il 4 giugno 1911, per l’Esposizione Internazionale e per i 50 anni dell’Unità d’Italia, il Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II è già conosciuto – anche se impropriamente – come Altare della Patria e non è affatto un caso. Infatti, i lavori, iniziati nel 1885, si conclusero ben 50 anni dopo, nel 1935. Facili ironie a parte, è al cospetto di questa iconica architettura di stile ecletticamente neoclassico che si celebrano le festività più importanti della recente storia italiana: il 25 aprile, Anniversario della liberazione d’Italia dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista, la Festa della Repubblica Italiana, per ricordare la nascita della Repubblica Italiana a seguito del referendum del 2 giugno 1946, e la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, il 4 novembre, istituita nel 1919, al termine della Prima Guerra Mondiale.
«Il Vittoriano diventerà un museo autonomo staccandosi dal Polo museale del Lazio. Avrà un comitato scientifico composto da qualcuno che ci metterà tutta la passione e ci indirizzerà per le mostre. Sarà completamente gratuito perché se vogliamo che questo museo rappresenti la nostra identità, deve essere qualcosa di più inclusivo possibile. Il suo taglio sarà alto, istituzionale in cui il Paese si deve rappresentare», ha spiegato il ministro.
Incalzato, Bonisoli ha continuato a rispondere in maniera sibillina: «Il vero tema non è come sarà scelto ma quale tipo di direttore si sceglierà. Stiamo parlando di museo identitario, totalmente gratuito e dobbiamo ragionare molto bene sul tipo di uomo/donna che vorrà fare questo lavoro con noi». Il ministro ha infine spiegato di non aver «ancora pensato se tramite concorso internazionale o italiano. A volte per essere raccontati al meglio sarebbe più opportuno chiamare qualcuno che non sia a te vicino. In ogni caso, qualsiasi scelta porta a una ulteriore riflessione perché stiamo trattando di una materia specifica rispetto ad altri musei tradizionali».