La GAMEC cambia: la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, che da tempo era alla ricerca di un’altra struttura in cui spostare la propria sede, troverà nuovo spazio nel Palazzetto dello Sport di via Pitentino. Fondata nel 1991, la GAMEC si trova nell’ex monastero di Santa Maria del Paradiso, un edificio storico, risalente al ‘400, adattato alla funzione museale, con tre piani nei quali sono ospitate la collezione permanente e le mostre temporanee. Ma a 30 anni di distanza e con esigenze ormai più che specifiche per l’arte contemporanea, pare sia arrivato il momento di trasferirsi. Lo spostamento non sarà poi così eclatante, almeno in termini numerici: il palazzetto dello sport, che è stato costruito nel 1962 e ospita gli incontri delle squadre di pallavolo e di basket di Bergamo, si trova infatti a poco più di 300 metri in linea d’aria. Ben diverso, chiaramente, sarà l’impatto visivo e fruitivo, passando da un complesso monumentale antico a un’architettura contemporanea.
Il bando per affidare la progettazione definitiva e l’esecuzione sarà pubblicato entro la metà di giugno e il cantiere si aprirà non appena sarà pronta la nuova Arena per lo sport della città di Bergamo, attualmente in fase di realizzazione nello spazio di Chorus Life, l’avveniristico quartiere che Costim – holding industriale fondata dal Cav. Lav. Domenico Bosatelli e da Francesco Percassi – sta realizzando tra via Bianzana e via Serassi. Tempi di cantieri, per la città lombarda, che vanno ad aggiungersi a quelli per la ristrutturazione della caserma Montelungo, dove sarà ospitato un campus studentesco, e dello Stadio, dell’ampliamento del Parco Suardi e dell’apertura al pubblico degli Orti di San Tomaso.
Il nuovo Palasport dovrebbe essere pronto nel settembre 2022, quindi, dopo tale data, sarà possibile dare l’avvio all’iter per i lavori della nuova GAMEC. L’intervento per la sede museale avrà un costo complessivo di circa 10 milioni di euro, che arriveranno a circa 13 tra IVA e spese tecniche, di cui 6 milioni provengono da un finanziamento di Fondazione UBI Banca Popolare, annunciato nel 2017 e confermato nei mesi scorsi all’Amministrazione comunale.
«Il progetto di trasformazione dell’attuale Palazzetto dello Sport concretizza l’ambizione di fare della GAMeC un punto di riferimento di rilievo internazionale per l’arte moderna e contemporanea, dotandola di una sede funzionale tanto alle grandi esposizioni quanto a laboratori, convegni e attività didattiche», ha commentato il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Per quel che riguarda la struttura, verrà mantenuta l’attuale e caratterizzante forma dell’impianto sportivo. La pianta ellittica sarà confermata e verrà mantenuta anche la posizione dell’attuale entrata, che però assumerà la forma di una ampia piazza coperta.
Per quanto riguarda gli interni, le tribune saranno demolite e verrà realizzata una grande “lanterna”, che conterrà la parte espositiva, con la costruzione di solai intermedi e sfruttando l’altezza dell’attuale campo di gioco. Previsti anche un ristorante, un bar, un bookshop e tutti i servizi funzionali a un museo. Grazie agli interventi, la superficie complessiva triplicherà: dagli attuali 2.200 metri quadrati a poco meno di 6mila.
Uno scalone centrale porterà dall’ingresso del museo al primo e secondo livello, con la galleria per esposizioni temporanee, con pannellature modulari mobili per creare ambienti più o meno grandi e più o meno illuminati. Museo permanente e galleria temporanea potranno essere accessibili separatamente, per non ostacolare l’accesso alla collezione durante l’allestimento delle mostre. All’ultimo piano sarà ospitato un ristorante panoramico, accessibile dall’esterno anche quando il museo è chiuso, con una terrazza panoramica in copertura.
«La progettazione di una nuova GAMeC, più capiente, più luminosa, più accogliente e più idonea a ospitare i molteplici linguaggi del contemporaneo è un obiettivo coerente con la crescita delle raccolte d’arte e con l’aumento progressivo del pubblico che ha interessato la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo dalla sua costituzione nel 1991 – esattamente trent’anni fa – fino a oggi», ha spiegato il direttore Lorenzo Giusti. «La presenza di un museo contemporaneo nelle forme architettoniche, oltre che nella sostanza delle proprie attività, potrà contribuire in maniera determinante a rafforzare il profilo identitario di una città produttiva, operosa, votata all’innovazione e alla sperimentazione culturale, aperta all’indagine e all’approfondimento sulle grandi tematiche del nostro tempo e proiettata verso il futuro».
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Si direbbe Galleria Arte Moderna E Cemento!
Quel sito è il residuo di incredibile interramento del Torrente Morla su cui fu edificato nel boom edilizio indiscriminato. il palazzetto dello sport.
Altri tempi, altre sensibilità, altre caratteristiche di consapevolezza storica ambientale e partecipativa, ma oggi 2021 invece di cercare di rimediare oggi dismesso pare assurdo: con tutti i bla bla di ambientalismi e recuperi rigenerativi. In tante città sarebbe occasione di riscopertura e restituzione ecologica ambientale, pedonalizzando e relazionandolo con il latistante Parco Suardi e la ex caserma Montelungo ora sede universitaria in costruzione. Invece fa parte di quel monopoli urbanistico ove addirittura il nuovo Palazzetto sta andato a cementificare a sua volta verde agricolo e previsto a parco eliminando pure il rispetto monumentale cimiteriale e demolendo l'unica cascina storica plurisecolare con la cementificazione do Chorus Life. Palazzetto tagliato su un lato perchè per incastrarlo nell’ultimo verde disponibile, ma vicino al centro e quindi della miglior speculazione immobiliare possibile pubblico-privata, ha bisogno di palestrina separata di cementificazione dell’angolino residuo di via Serassi.
L’unica forma d’arte sarebbe assumere consapevolezza e identità, che certo i progettisti incaricati non potevano avere forse dalle indicazioni della committenza per progettarne all’interno la riconversione espositiva, e quindi non perpetuare questo aberrante volume e interramento dell’alveo Torrente Morla per farci i parcheggi sopra.
L’arte del togliere, del levare per scoprirci la forma, il luogo e lo spazio della storia, la vita che scorreva e può riprendere.
Ri-Land Art.
Gli errori si possono anche sistemare, chi persiste si rende cooperatore della cementificazione persistente e reiterabile che non si arresta.
Forse non è poi del tutto incongruo farla diventare il monumento della cementificazione coeva di quel periodo contemporaneo, pure lui passato, ove mentre gli artisti concettuali, materici, ecc. lavoravano a fianco di altri operatori della città di un’epopea cementificatoria indiscriminata.
Auguri a chi esporrà o verrà esposto nella bara di cemento della storia e dell’ambiente locale e identitario (vedi foto e cartografie storiche) ma col nuovo look internazionalista e globalista a sua insaputa.
Ecco dove spostando il palazzetto dello sport si è andato a cementificare altro verde
https://www.slideshare.net/AlfredoVerzeri1/soprintendenza-segnalazione-fotografie-cascina-bianzana20190304-chorus-life-bergamo-verzeri
Ecco dove le mirabile rigenerative proclamate, invero mero consumo di suolo storico agro ambientale e paesistico, richiederanno i sedicenti ambientalisti del pianeta, ma non del luogo, e gli artistoni a piantare e arredare le coperture degli attici e dei garages (sugli orti ferroviari sgomberati da Ferrovie RFI che fa l’immobiliarista invece che occuparsi di pendolari) e da cementificate per 6 piani.
https://www.slideshare.net/AlfredoVerzeri1/recovery-p-bergamoportasudsegnalaprefconssovr20210503verzeri
http://www.paugemportasud.it
https://www.facebook.com/paugemportasu/
https://www.storylab.it/n/foto/2901/via-battisti/