Categorie: Musei

La Pilotta di Parma si amplia con la Sala Ceramiche e la collezione egizia

di - 28 Dicembre 2021

L’ampio progetto di restauro e ampliamento del Complesso Monumentale della Pilotta, nel cuore di Parma, continua con l’apertura dell’Ala Nuova del Museo Archeologico: nella sezione dell’edificio nuovamente fruibile al pubblico, costruita tra Ottocento e Novecento, trovano sede la Sala Ceramiche e le Sale Egizie, precedentemente adibite a uffici e nelle quali è stato ricreato l’ambiente delle tombe ipogee dei faraoni.

Alla riqualificazione degli spazi interni di quest’Ala Nuova, corrisponde il rifacimento e il restauro dei prospetti esterni, in questo caso di una delle facciate neoclassiche più importanti d’Italia, nonché del giardino su cui affaccia, ricavato sulle rovine dell’antica cavallerizza ducale.

Le tappe della Pilotta

Tra il 2018 e il 2021 sono state aperte dieci nuove sezioni tra cui la Sala del Trionfo, dedicata alle arti decorative, l’Ala Farnese, dedicata all’arte a Parma nel ‘500, l’Ala ovest, dedicata alla pittura italiana dalle origini al 1500, la Rocchetta con il suo Ottocento e il Mito di Correggio, un nuovo importantissimo tassello si aggiunge ora con l’Ala Nuova del Museo archeologico, prefigurazione del rifacimento totale delle collezioni di antichità previsto tra circa nove mesi. Il progetto si concluderà nel 2022 con la mostra sulle Collezioni Farnese, che riporterà a Parma i capolavori da cui sono nate le collezioni della città.

Nel frattempo, le tappe della Pilotta, diretta da Simone Verde, procederanno a ritmo serrato: dopo l’apertura natalizia dell’Ala Nuova, a gennaio è prevista quella del nuovo Museo Bodoniano, il più antico museo europeo della stampa, dedicato al grande Giambattista Bodoni e che sarà collocato nel cuore di un’ala tutta nuova della Biblioteca Palatina a firma di Guido Canali e ottenuta tramite la chiusura e la riqualificazione di un portico a tre navate finora degradato. A febbraio saranno inaugurate l’Ala Ovest e l’Ala Nord, che ospiteranno una sezione sulla pittura fiamminga le cui opere, una cinquantina, sono state in gran parte sottoposte a restauro e verranno messe in relazione all’arte manierista del ducato. Apriranno poi le sale dedicate alla pittura italiana ed europea del Sei e del Settecento e, infine, la mostra sulle collezioni dei Farnese, che segnerà la fase conclusiva e l’inaugurazione generale della Nuova Pilotta.

La Sala Ceramiche e le Sale Egizie

Nella Sala ceramiche, gli interventi hanno portato al ripristino del possente soffitto ligneo a cassettoni e al restauro e riposizionamento del lungo tavolo ligneo su cui era esposto il Trionfo da Tavola, ritrovato in stato d’abbandono in uno dei depositi della Galleria Nazionale. Qui sono esposte le ceramiche acquistate nell’Ottocento per il Museo Ducale dall’allora direttore del museo Lopez, per dotare il museo di un campionario delle produzioni ceramiche greche e italiche.

Proseguendo il percorso, si incontra la Sala egizia. Gli importanti reperti della collezione egizia qui riuniti sono accompagnati da un apparato informativo che consente di capirne storia, significato e vicende. Il tutto in un ambiente immersivo che evoca le camere funerarie da cui questi millenari reperti provenivano. Attraversando un corridoio con il soffitto ribassato. che allude al percorso nel ventre della terra che caratterizza le necropoli di Luxor, il visitatore si troverà all’interno di due sale dove, in teche appositamente concepite e in nicchie, potrà apprezzare i corredi funerari, i bellissimi sarcofagi e la mummia della collezione parmense. Reperti di cui è programmato a breve un intervento di restauro condotto in loco dagli specialisti, alla presenza dei visitatori.

Quanto ai singoli documenti e reperti, la nuova Sezione Egizia si apre con testi e tavole dell’egittologo Ippolito Rosellini, giovane collega di Jean François Champollion durante la spedizione franco toscana in Egitto nel 1828, finanziata da re Carlo X di Francia e dal granduca Leopoldo di Toscana. La spedizione toccò tutti i grandi luoghi dell’Egitto faraonico e produsse un’enorme quantità di documenti, copie di testi geroglifici, disegni e casse di antichità. Rossellini prima e gli eredi di Champollion poi pubblicarono il resoconto di quella spedizione accompagnandolo con grandi tavole a volte acquerellate e i primi fascicoli dell’opera vennero donati alla nascente biblioteca del Museo di Antichità dalla duchessa Maria Luigia e oggi sono esposti accanto al papiro di Amenothes, acquisito dal Museo nel 1830.

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