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Un simbolo di rinascita, dopo gli ultimi, difficilissimi anni, tra pandemia e l’esplosione dell’agosto 2020, che causò la morte di più di 200 persone e il ferimento di altre 7mila, devastando interi quartieri e provocando danni ingenti a numerosi palazzi. Un segnale di ripartenza e di vitalità, non solo per l’arte ma per tutta la popolazione. Beirut saluta così la posa del primo mattone del nuovo BeMA – Beirut Museum of Modern Art, museo d’arte moderna e contemporanea il cui progetto risale a sette anni fa ma che non era mai riuscito a decollare, a causa di problemi politici ed economici. Il museo sorgerà nei pressi del Museo Nazionale di Beirut, lungo rue de Damas, una delle strade in cui si combatté aspramente durante la guerra civile che sconvolse il Libano tra il 1975 e il 1990. La costruzione dovrebbe terminare entro il 2026.
La collezione del BeMa
In mostra, le opere raccolte dal Ministero della Cultura libanese, nonché opere d’arte locali ma anche internazionali regionale e internazionale. La base della collezione è composta da circa 2mila opere d’arte assemblate a partire dai primi anni di indipendenza del Libano – ottenuta nel 1943 dal mandato francese – con un’enfasi su dipinti, sculture e opere su carta datate tra il 1950 e il 1975. Nella collezione sono comprese molte figure di primo piano del modernismo libanese come Khalil Zghaib, Yvette Achkar e Shafic Abboud, che declinarono i modi dell’espressionismo astratto secondo le loro suggestioni locali. La maggior parte delle opere d’arte è rimasta inaccessibile al pubblico, mentre quelle esposte sono distribuite tra cinque sedi, tra cui il Palazzo Presidenziale e vari uffici del Ministero della Cultura.
Il progetto è guidato dalla Beirut Museum of Art Association, lanciata nel 2015 dalla APEAL – Association for the Promotion and Exhibition of the Arts in Lebanon. Il gruppo prevede di finanziare il progetto privatamente e, sebbene non sia stata resa pubblica la cifra esatta per il costo totale della costruzione, il membro del consiglio Richard Haykel ha dichiarato al quotidiano libanese di lingua francese L’Orient Today che la cifra ammonta ad almeno 50 milioni di dollari.
Il BeMA di Beirut sarà una comunità, non un tempio
I finanziamenti pubblici per l’arte e la cultura non sono costanti in Libano, nonostante la sua rilevante tradizione artistica e i numerosi tesori archeologici. L’attuale crisi economica e l’instabilità politica del Paese ostacolano ulteriormente gli sforzi per creare opportunità per lo sviluppo di nuovi progetti artistici. La costruzione del BeMA è stata sospesa prima durante le proteste del 2019-2020, quindi a seguito dell’esplosione del porto, il 4 agosto 2020, che coinvolse anche diverse gallerie d’arte e musei.
L’architetto Amale Andraos, cofondatore di WORKac – WORK Architecture Company e presidente della Graduate School of Architecture Planning and Preservation della Columbia University, è stato incaricato di progettare il museo. 12mila metri quadrati di estensione complessiva, con 2.700 metri quadrati di spazio espositivo e una passeggiata verticale che avvolgerà la facciata dell’edificio, in una continuità tra spazi interni ed esterni che vuole ricordare i balconi mediterranei e identificherà il museo «Come una comunità, non un tempio», ha dichiarato Rita Nammour, cofondatrice di BeMA.
In linea con questo obiettivo, il progetto includerà spazi di lavoro condivisi e studi che potranno essere utilizzati da artisti locali a costi vantaggiosi. Il progetto nasce in collaborazione con la Saint Joseph University di Beirut, che ha donato il terreno dove sarà costruito il museo. Tra le altre opportunità formative offerte dal museo ci sono corsi d’arte che saranno accreditati dall’università.
La vivace realtà artistica di Beirut
La scena artistica contemporanea di Beirut è sostenuta soprattutto da artist run space, che lavorano duramente per far rivivere la città. Supponendo che BeMA apra nei tempi previsti, si unirà a istituzioni come Ashkal Alwan, un’organizzazione no profit che ha recentemente presentato un festival di arti visive a Beirut e a Francoforte, e il Beirut Art Center, che sin dalla sua apertura nel 2009 ha svolto un ruolo significativo nella promozione del lavoro di artisti contemporanei libanesi e regionali, attraverso mostre e programmi di residenza d’artista. C’è poi Haven for Artists, un’organizzazione no-profit libanese cofondata da Dayna Ash e dedicata all’arte e all’attivismo femminista e LGBTQT, attiva a Beirut già dal 2011.