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A Londra, in uno dei momenti più fervidi per il mercato dell’arte, la Frieze Week, la Tate sceglie quattro opere tra quelle esposte a Frieze 2019, includendole nella propria collezione.
Il museo acquisisce per la prima volta da Frieze Masters, dove sceglie sceglie una proposta di Richard Saltoun Gallery, Orpheus (1972), di Jagoda Buić, pioniera dell’arte tessile. Non è la prima volta che il suo lavoro è scelto da un’istituzione, mentre è la prima volta che è un’istituzione del Regno Unito a farlo. Richard Saltoun afferma: «Jagoda ancora lavora all’età di 89 anni, nel suo studio nel Sud della Francia, e si compiacerà nel ricevere una tale notizia». Maria Balshaw, direttrice Tate, commenta così la prima scelta tra le opere del Frieze Masters: «La fiera è cambiata e si è evoluta, ora la sezione Spotlight al Frieze Masters espone artisti che il nostro panel considererebbe contemporanei».
Tra le altre opere scelte dalla Tate, stavolta al Frieze London 2019, Weed Killer (2017) di Patrick Staff. Come per la Buić, anche Patrick Staff costituisce una new entry nella collezione Tate, mentre gli altri due artisti, il brasiliano Paulo Nazareth e il francese – ma di base a Londra – Marc Camille Chaimowicz sono già presenti nella sua collezione. Di Paulo Nazareth, il panel della Tate sceglie IMAGES THAT ARE ALREADY IN THE WORLD [A FUNERAL PROCESSION FOR ONE MAN AND ONE WOMAN BLACK, WHO WERE LYNCHED IN 1946 BY WHITE RACISTS PEOPLE] (2019), un set di tre opere in tecnica mista su carta da giornale. Di Marc Camille Chaimowicz è stata acquistata Folding Screen (Five-part) (1979), pittura acrilica e fotografie tinte a mano su supporto in legno.
Il Frieze Tate Fund, stabilito nel 2003, ha visto crescere il suo budget di anno in anno, arrivando quest’anno alla cifra di 150mila sterline. Un fondo che ha consentito alla Tate di acquisire oltre 120 opere dalla fiera. A tal proposito Maria Balshaw riferisce «Il Frieze Tate Fund ha dato un importante contributo alla collezione nazionale d’arte moderna e contemporanea della Tate. Siamo ancora una volta entusiasti di essere in grado di poter selezionare opere da Frieze di modo che un vasto pubblico possa sperimentare alla Tate nuova arte mano a mano che questa emerge».