“Attingere dal passato per guardare al futuro”, “festa del pensiero”, “scuola”, “ricerca”, “sguardo intersezionale”, “inclusività”. Sono alcune delle parole che ricorrono durante la presentazione della programmazione per il 2023 di Triennale Milano, un anno che coincide con l’importante ricorrenza del centenario dell’istituzione. La storia della Triennale, infatti, comincia a Monza nel 1923 con la manifestazione che si svolge ogni due anni nel Parco della Villa Reale: siamo nel periodo tra le due guerre, un momento in cui si guarda al mondo del design, dell’architettura, dell’industria e delle arti come un sodalizio necessario allo sviluppo sociale del Paese. Un legame che costituirà sempre di più la cifra caratteristica di Milano, dove l’istituzione (allora “Triennale Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne e dell’Architettura Moderna”) si stabilisce definitivamente a partire dal 1933 all’interno del Palazzo dell’Arte, edificio razionalista progettato da Giovanni Muzio. A distanza di un secolo, ciò che si vuole conservare è quello spirito di comunione delle arti che si esprime oggi nel racconto della programmazione dei prossimi mesi, e in cui rientrano appuntamenti dedicati ad arti visive, design, architettura, fotografia, video, performance, teatro e incontri con autori.
Nomi storicizzati, grandi autori, nuove proposte, la narrazione della storia dell’istituzione, collaborazione con realtà italiane e internazionali, progetti trasversali che legano tra loro ambiti diversi. Sono questi gli ingredienti che vedremo nella formula dell’offerta di Triennale del 2023, orchestrata da Umberto Angelini, Direttore Artistico di Triennale Milano Teatro, Nina Bassoli, Curatrice Architettura, rigenerazione urbana e città, Lorenza Bravetta, Curatrice Fotografia, cinema, nuovi media, Damiano Gullì, Curatore Arte contemporanea e Public Program, Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano, Luca Cipelletti, Direzione architettonica del Palazzo dell’Arte, coordinati dalla direzione di Carla Morogallo e dalla presidenza di Stefano Boeri. Dalle mostre monografiche su Angelo Mangiarotti, su Lisa Ponti, su Anna Franceschini, su Sally Gabori sul rapporto tra Ettore Sottsass e la parola e su Gabriele Basilico a Milano, passando ai focus collettivi: i progetti Impact – Processing Landscape e Home Sweet home raccontano e ripensano lo spazio pubblico e privato attraverso architetti affermati e emergenti, mentre la mostra sulla pittura italiana contemporanea (a cura di Damiano Gullì, ottobre 2023 – gennaio 2024), riprende la tradizione della pittura murale delle Esposizioni Internazionali storiche e mette a confronto 100 pittori attivi dagli anni Novanta a oggi; Rovesciare i propri occhi / Renverser ses yeux esplora le sperimentazioni avvenute tra gli anni Sessanta e i primi anni Settanta con la fotografia e l’immagine in movimento; Photography Takeover è il concorso che selezionerà una realtà no profit per invitarla a esporre a Palazzo dell’Arte, invitandola a misurarsi con gli archivi di Triennale. Anche il Museo del Design si ripensa, destinando uno spazio – nello specifico la porzione finale della Curva che ospita il museo – a mostre temporanee che celebrino il centenario, offrendo la <<ricostruzione di alcuni interni la cui logica ha rappresentato un filone evolutivo fondamentale della disciplina attraverso esempi presenti in collezione o frutto di accordi strategici con enti e istituzioni>>. Concepiti come un discorso attorno alla storia e all’attività di Triennale sono, infine, i public program, che si articoleranno nel festival FOG di arti performative, nella Milano Arch Week e nei talk di Triennale Estate che animeranno il periodo estivo.
Un luogo di ritrovo? Uno spazio espositivo? La Triennale di Milano ha l’ambizione di diventare più di questo, e lo ha dichiarato in occasione della presentazione della programmazione del nuovo anno, lanciando le direttive del nuovo piano strategico 2022-2026, dal titolo Design the Future: a scandirlo, quattro macro obiettivi collegati a 17 cantieri di progetto, i cui sviluppi saranno comunicati sul sito dedicato https://future.triennale.org/. Si tratta di un impegno per un maggiore coinvolgimento del pubblico, del rafforzamento del brand-triennale, della valorizzazione del patrimonio attraverso l’implementazione del centro studi Triennale e della ricerca e dell’evoluzione del modello organizzativo, che punti in direzione di una sempre maggiore inclusività, ma anche verso il dialogo, la trasversalità tra le diverse discipline e la formazione di gruppi di lavoro autonomi e al tempo stesso interdipendenti. Il piano strategico incide anche con misure pratiche, come la Membercard, che verrà proposta al pubblico dai primi mesi del 2023 rappresentando una novità per l’istituzione e che va a sostituire la precedente formula offerta dagli Amici della Triennale, gruppo scioltosi negli scorsi mesi. <<Ci identifichiamo come una “scuola” che affianca ai contenuti la prassi>> ha spiegato la Direttrice Generale Carla Morogallo. <<Il motivo per cui abbiamo deciso di presentare il piano strategico in questo momento, è stata la volontà di raccontarsi, rendere maggiormente chiara la nostra comunicazione e spiegare gli obiettivi attraverso i quali guardiamo al futuro>>.
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