I lavori di restauro del Museo Ginori – come ha annunciato il Presidente della Fondazione Museo Ginori, Tomaso Montanari – prenderanno il via nei primi mesi del 2024, prevedendo così una possibile riapertura al pubblico nell’anno 2025. In concomitanza con l’approvazione del piano di restauro da parte del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, la Fondazione ha deciso di rendere fruibile a tutti, comprese le persone afflitte da disabilità visive e uditive – il ricco patrimonio artistico e documentale delle proprie collezioni, attraverso il lancio del sito museoginori.org.
Nato a metà del XVIII secolo con lo scopo di ospitare i capolavori in porcellana prodotti dalla Manifattura di Doccia, il Museo Ginori è stato per quasi 300 anni uno dei primi musei d’impresa d’Europa. La sua storia è strettamente legata alla vita del marchese Carlo Ginori e al territorio di Sesto Fiorentino. La porcellana per secoli è stata considerata come un materiale “esotico”, importato per la stragrande maggioranza dalla Cina. Le tecniche di lavorazione di un materiale tanto nobile quanto fragile erano pressoché sconosciute alla popolazione europea e fu proprio il marchese Carlo Ginori uno dei primi individui a cimentarsi nell’impresa artistica, chimica ed economica della produzione della porcellana. Nel corso dei secoli l’impresa si specializzò in produzioni sia artistiche che di uso comune, conoscendo periodi di splendore – sotto la direzione artistica di un giovanissimo Gio Ponti, ad esempio – destinati a concludersi però con il fallimento nel 2013 dell’azienda Richard Ginori che portò alla vendita dell’attività produttiva al gruppo Kering e alla conseguente chiusura del museo.
Dal 2021 è in atto una vera e propria rinascita del museo grazie all’istituzione – da parte del Ministero della Cultura, della Regione Toscana e del Comune di Sesto Fiorentino – della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia.
Il lancio del sito, come attesta il Presidente stesso, ha lo scopo di conservare, studiare, comunicare ed esporre al pubblico il patrimonio artistico del museo che comprende un’ampia collezione di manufatti ceramici e documenti archivistici, strutturando così un dialogo critico tra passato, presente e futuro. Di particolare interesse sono le sezioni dedicate alle collezioni che, presentando schede critiche scritte dalle conservatrici Oliva Rucellai e Rita Balleri, offrono uno sguardo completo sui circa 8000 oggetti in porcellana e maiolica, sui modelli scultorei e sui disegni cartacei databili tra il 1737 e il 1990.
Ancora, la sezione podcast presenterà particolari approfondimenti sulla vita dei principali protagonisti della storia aziendale della Ginori, utili alla comprensione di una narrazione che non si limita all’aspetto artistico ed economico ma che comprende dinamiche di lotte sociali del territorio.
Percorrendo la strada tracciata con l’inaugurazione ad agosto della mostra 100%. Un centenario e cento pezzi: Richard-Ginori e Gio Ponti in una collezione lavenese ospitata al MIDeC, il Museo Internazionale Design Ceramico Laveno Mombello, nei pressi del Lago Maggiore, è stata annunciata una grande esposizione negli spazi del Museo Poldi Pezzoli di Milano prevista per il 24 ottobre, ricostituendo così quel legame con la città di Milano che donò fama internazionale alla ceramica italiana.
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