Il Victoria and Albert Museum è da sempre attento a preservare costumi, mode e tutto quanto caratterizzi la società nel corso del tempo, ne è prova la decisione di includere nella propria sezione Rapid Response Collecting la coppetta mestruale Tampax. La Rapid Response Collecting fu istituita nel 2014, allo scopo di dedicare una sezione del museo di Londra agli oggetti che rappresentano momenti fondamentali per la storia del quotidiano, sia nel campo della manifattura che del design.
Troppo a lungo il mondo delle mestruazioni è stato oggetto di tabù, mentre nel frattempo l’industria del design ha continuato a lavorarci. La natura effimera dei prodotti legati all’attività mestruale ha di fatto costituito un problema per la loro conservazione. Questi prodotti usa e getta, a causa dell’aumentata sensibilità ecologica registrata tra i consumatori, hanno indotto Tampax alla produzione di una coppetta mestruale che non è di certo la prima in commercio ma rappresenta una chiara risposta al tentativo di arginare il consumo della plastica. Inventata e brevettata dall’americana Leona Chalmers negli anni ’30 del ‘900, per molti anni la coppetta mestruale è stata prodotta da compagnie come la Mooncup e venduta con discrezione attraverso farmacie e altri negozi.
Tampax è uno dei maggiori produttori mondiali di prodotti mestruali usa e getta. La sua decisione di produrre un prodotto riutilizzabile costituisce di fatto un momento importante per la storia del costume, segnando inevitabilmente il nostro modo di vivere. È questo il motivo che ha portato il centro acquisizioni della Rapid Response Collecting del V&A a includere una delle coppette Tampax nella propria collezione.
Dopotutto, quello della coppetta mestruale non sarebbe di certo l’unico curioso oggetto in cui si potrebbe incappare tra le collezioni del museo. Tra i molti, anche il pussyhat, il riconoscibile cappello rosa fatto a mano da Krista Suh e Jayna Zweiman, indossato da migliaia di donne e uomini durante la Women’s March di Washington del 21 gennaio 2017.
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