La notizia è stata ufficializzata nella giornata di oggi. Secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, Luca Lo Pinto sarà il nuovo direttore del MACRO di Roma, scelto in seguito a una procedura pubblica. Si chiude così un’era – quella fortemente caratterizzata da Giorgio De Finis, che terminerà il mandato a fine 2019 – e si prospetta un nuovo corso.
Le condizioni per le strategie educative nel rapporto tra l’arte e il suo pubblico, si creano «Investendo in primis sulla formazione di chi ha il compito di mediare con il pubblico. Mi riferisco soprattutto alle istituzioni pubbliche. All’estero si investe molto su questo aspetto e i servizi educativi sono concepiti in modo anche sperimentale. Educare non significa imporre dall’alto un messaggio, ma sviluppare un dialogo basato sulla curiosità, sulla condivisione e sulle idee», ci raccontava nel corso di una intervista di Camilla Boemio. Un piccolo indizio sulle prossime mosse di Luca Lo Pinto come direttore del MACRO?
Nel frattempo, sappiamo che il titolo del progetto, che è valso a Lo Pinto la nomina, è “Museo per l’immaginazione preventiva”, «in grado di contribuire a una ancora maggior coinvolgimento di pubblici diversificati e contemporaneamente assicurare un alto livello di qualità dell’offerta», motivano dall’Azienda Speciale Palaexpo, l’ente strumentale della città di Roma che gestisce il MACRO. L’intento sarà quello di «valorizzare l’apertura, la pluralità, le pratiche discorsive, valorizzando la figura del visitatore quale attivo proponente di contenuti, incoraggiando la presenza di studenti e promuovendo la ricerca e la sperimentazione artistica nazionale e internazionale con particolare importanza data alla collaborazione con le Accademie e gli Istituti di cultura presenti a Roma. Grande importanza sarà data a forme di collaborazione con la Soprintendenza Capitolina nell’obiettivo di valorizzare la collezione, la biblioteca, gli archivi del Macro».
«A seguito di un bando che ha previsto l’analisi di ogni progetto,colloqui con una rosa di candidati che avevano presentato i progetti ritenuti migliori dalla commissione, e accurate valutazioni su tutte le documentazioni presentate, si è deciso di nominare vincitore del bando Luca Lo Pinto, una personalità di comprovata esperienza nel settore della curatela di mostre e organizzazione di attività culturali con numerose e qualificate collaborazioni con istituzioni e organizzazioni in Italia e all’estero, che ha presentato un progetto culturale che corrisponde pienamente alle linee di indirizzo richieste dal bando. Contestualmente alla nomina di Lo Pinto, non posso esimermi dal rivolgere un grande ringraziamento a Giorgio De Finis, per lo straordinario lavoro che, insieme a tutto lo staff di Macro Asilo, ha svolto e sta svolgendo», ha dichiarato Cesare Pietroiusti, Presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo, commentado la nomina di Luca Lo Pinto a direttore del MACRO.
Romano, classe 1981, Lo Pinto vive tra Roma e Vienna dove, dal 2014, ha lavorato come curatore della Kunsthalle. Cofondatore di NERO, ha curato diverse mostre presso spazi prestigiosi, incentrate sugli argomenti più urgenti della contemporaneità, incrociando linguaggi eterogenei, come quelli del teatro e della filosofia.
«Negli ultimi anni lo scenario geopolitico ha subito dei grandi mutamenti che hanno inciso anche sul sistema dell’arte. Il ruolo delle istituzioni si è indebolito lasciando spazio all’espansione di un mercato globale. Al contempo lo sviluppo tecnologico ha esercitato una modifica radicale alla fruizione dell’arte. I confini tra linguaggi e discipline sono evaporati dando vita a sconfinamenti non sempre positivi. Di conseguenza sono cambiate le modalità espositive e curatoriali. Tutto si è professionalizzato portando ad una normalizzazione e ad una forma di consenso pericolosa. L’arte non deve risolvere problemi, ma crearli», diceva Lo Pinto nella nostra intervista.
Alla Kunsthalle Wien ha organizzato le personali di Camille Henrot, Pierre Bismuth, Nathalie du Pasquier, Babette Mangolte, Charlemagne Palestine, Olaf Nicolai, Liam Gillick/Gelatin e le collettive “Publishing as an artistic toolbox 1989-2017”, “More than just words”, “Individual Stories”, “Function Follows Vision”, “Vision Follows Reality” e “L’Exposition Imaginaire”. Tra le altre mostre da lui curate, si segnalano “Lost in pool of shadows. Un Rifiuto Comprensibile”, alla Galleria Emanuel Layr, “Ad occhi chiusi gli occhi sono straordinariamente aperti”, alla XVI Quadriennale d’Arte – Palazzo delle Esposizioni, “Luca Vitone – Io, Luca”, al PAC, “Le Regole del gioco”, alla Fondazione Achille Castiglioni, “Luigi Ontani-AnderSennoSogno”, al Museo H.C. Andersen, “D’après Giorgio”, alla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
I suoi scritti sono apparsi su numerosi cataloghi e riviste internazionali, come Dapper Dan, Doppiozero, Flash Art, Mousse, Purple Fashion, Rolling Stone. Si è occupato della redazione di libri di artisti, quali Olaf Nicolai, Babette Mangolte, Luigi Ontani, Emilio Prini, Alexandre Singh e Mario Garcia Torres. Nel 2012 ha curato la pubblicazione Documenta 1955-2012. The Endless Story of Two Lovers. Nel 2014 ha ideato un progetto editoriale concepito come una time capsule intitolato 2014.
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