«Inizia la Fase 2. Forza, coraggio e responsabilità da parte di tutti». Così il Premier Giuseppe Conte ha presentato ufficialmente il nuovo dpcm, nel corso della conferenza stampa in diretta da Palazzo Chigi, terminata poco fa. Conte ha specificato anche che musei mostre, biblioteche e siti culturali potranno riaprire a partire dal 18 maggio, quindi due settimane dopo il via della Fase 2, il 4 maggio, quando ripartiranno le attività di diversi comparti, come i cantieri privati (quelli pubblici il 27 aprile).
Confermata, dunque, l’indiscrezione che era trapelata ieri e che avevamo riportato qui, ma le modalità con le quali i musei potranno tornare fruibili al pubblico dopo il 18 maggio devono ancora essere ufficialmente comunicate. Con ogni probabilità , sarà necessaria una messa a regime degli uffici, prima di poter procedere con l’accoglienza, di concerto con le altre disposizioni sugli spostamenti. Di certo saranno utili le linee guida diramate da Confcultura e Fondazione Italia in Salute, valide anche per tutti gli altri uffici e i luoghi densamente popolati. Oltre alla tutela delle norme igieniche e sanitare, si dovranno chiaramente evitare le visite di grandi gruppi in contemporanea e contingentare gli accessi alle sale. Insomma, calmierare i numeri che, in altre parole, come scrivevamo già in altri articoli, vuol dire ripensare alle politiche e alle strategie degli ultimi anni.
«Il Paese non riparte se non punteremo sulle imprese. Abbiamo, con il nuovo decreto da 55 miliardi, abbiamo più fondi per gli autonomi. Vogliamo dare un sostegno poderoso all’attività di impresa, anche con contributi a fondo perduto. Il turismo è un settore che non lasceremo da solo e che avrà bisogno di grande sostegno economico», ha continuato Conte. Proprio oggi, il Mibact ha presentato la nuova campagna social in collaborazione con Enit – Agenzia Nazionale del Turismo e Touring Club Italiano: sotto gli hashtag #viaggioinitalia e #paesaggioitaliano, è stata condivisa, sui canali del Ministero, una selezione di antiche e rare carte geografiche dalle collezioni dello Stato, con l’invito a segnalare i propri luoghi del cuore, magari ritrovati su quelle stesse mappe.
D’altra parte, ricalibrare il sistema produttivo e relazionale sarà fondamentale in tutti i settori e anche quelli dell’arte e della cultura dovranno fare i conti con questa realtà . Insomma, ci aspetta una fruzione diversa dal solito ma non è detto che questo sia un male, anzi. L’auspicio è che i musei possano cogliere questa occasione drammatica per migliorare i propri servizi e ripensare alle proprie funzioni, privilengiando, per dirne una, una fruizione di prossimità .
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