Museion continua la propria trasformazione evolvendosi, da istituzione basata sulle mostre, in un facilitatore pubblico e attivo, allo scopo di rafforzare l’ecosistema dell’Alto Adige attraverso la cultura urbana, il tempo libero e l’eredità culturale, tutti temi inclusi nel programma del 2023.
Rifacendosi al tema più ampio di “Body and Care”, inteso come benessere della persona legato alla cultura e all’ambiente circostante, il museo ospita fino al 5 marzo la mostra – curata da Sara Cluggish e Pavel S. Pyśil – “Kingdom of the Ill”, secondo capitolo del programma di ricerca “TECHNO HUMANITIES”, che conferma, anche nel nuovo anno, l’impegno e l’attenzione in tema di salute e di malattia.
In primavera le mostre “Plot”, di Asad Raza con BB (Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava) + Lydia Ourahmane e Moriah Evans, a cura di Leonie Radine, e “Me, We” dell’artista giapponese Shimabuku, a cura di Bart van der Heide, delineano scenari poetici tra natura animata e inanimata. “Plot”, dal 25 marzo, apre un dialogo proficuo e propone un terreno fertile per uno scambio tra cultura, architettura, agricoltura e performance insieme ad attori locali e internazionali, che prenderanno parte all’ambiziosa installazione site-specific di Asad Raza. “Me, We”, dal 6 maggio, apre la strada a nuovi modi di interpretare il mondo sullo spunto della grande capacità di Shimabuku di creare incontri poetici tra umano e non umano.
In autunno, dal 30 settembre, inaugurerà il terzo capitolo di “TECHNO HUMANITIES” con “HOPE”. La mostra, curata da un gruppo di ricerca con Bart van der Heide e Leonie Radine, occuperà l’intero edificio del museo e indagherà le dimensioni multiple dell’esistenza umana in un dialogo tra automazione digitale e tecnologia dell’informazione, economia di mercato globale ed ecosistemi complessi.
Al piano terra del museo, concepito come piazza aperta a tutti e liberamente accessibile, in quanto parte del nuovo concetto di Museion Academy, Museion Passage, verranno presentati “Sonic Youth Pavilion” di Dan Graham (1942 – 2022); un omaggio all’artista sudtirolese Albert Mayr, “Time Aspects”, e il progetto “Poesie e no” dedicato a Lucia Marcucci, una delle principali esponenti del Gruppo 70. Spazio anche alle collaborazioni, tra cui quella con ZeLIG – Scuola di documentario di Bolzano e agli appuntamenti di approfondimento nell’ambito del progetto “Lifelong Learning” collegati alle esposizioni in corso, oltre a proseguire partnership, tra gli altri, con l’Università di Bolzano e l’Università degli Studi di Trento.
Anche nel 2023 Museion Art Club continuerà a sviluppare i suoi format di eventi già collaudati e consolidati con Museion Art Club Forum. “Occupy Museion” per sostenere la subcultura altoatesina, “Museion Factory” per dare fiato alla libera creatività e allo scambio internazionale per il settore creativo locale, e “Content” per continuare la ricerca performativa e multidisciplinare sulla salute mentale. Infine il nuovo format, pensato per i più giovani, “Museion Art Club Young”, che mira a raggiungere con i suoi programmi estivi la prossima generazione della scena creativa locale, aprendo la strada ai membri del Forum di domani.
Tutto questo perché «Un museo è qualcosa di più della somma delle sue mostre», afferma il direttore Bart van der Heide.
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