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La notizia ha iniziato a circolare ieri ed è stata poi confermata da fonti ufficiali: Nancy Spector ha lasciato il suo incarico di chief curator del Solomon Guggenheim Museum di New York, ruolo che ricopriva da ben 34 anni. Il museo ha rilasciato un comunicato in cui viene spiegato che Spector avrebbe lasciato l’istituzione per «Perseguire altri sforzi curatoriali e finire la sua dissertazione di dottorato». L’annuncio è stato dato congiuntamente da Spector e Richard Armstrong, Direttore Guggenheim di New York.
La polemica a sfondo razziale
Nei mesi scorsi, però, intorno alla figura di Nancy Spector si era sollevato un polverone di polemiche, a causa di alcune denunce, sollevate da vari dipendenti ed ex dipendenti del museo, di presunti comportamenti razzisti. Già da luglio, infatti, la curatrice era in una sorta di aspettativa, a seguito della pubblicazione di una lettera, firmata A Better Guggenheim, in cui si richiedevano le dimissioni delle figure apicali del board del museo, del direttore, Richard Armstrong, del vicedirettore, Elizabeth Duggal, e del direttore artistico e chief curator, Nancy Spector.
Sempre secondo quanto riportato nella lettera, Spector avrebbe rivolto a Chaédria LaBouvier, curatrice nel 2019 della mostra di Jean-Michel Basquiat, degli insulti a sfondo razziale. Ma il consiglio di amministrazione del Guggenheim ha specificato che i risultati di una indagine indipendente, commissionata per far luce sulle accuse, non hanno portato ad “alcuna prova che LaBouvier sia stata soggetta a trattamento avverso sulla base della sua razza”. In un tweet, LaBouvier ha però dichiarato di non essere mai stata contattata per questa indagine.
Tuttavia, nella dichiarazione si riconosce che “la mancanza di diversità del museo, in termini di personale, programmazione e sensibilizzazione, rimane una questione urgente”. Ad agosto, il Guggenheim ha annunciato un nuovo piano per le pratiche di assunzione dei dipendenti e di acquisizione di opere d’arte realizzate da artisti appartenenti a minoranze.
Nancy Spector, una vita al Guggenheim
Spector entrò a far parte del Guggenheim come curatrice nel 1989, dopo aver terminato il suo master al Williams College. Negli anni, è diventata una delle figure più influenti del mondo dell’arte americano, organizzando importanti mostre su artisti come, tra gli altri, Felix Gonzalez-Torres, Matthew Barney, Tino Sehgal e Maurizio Cattelan. Tra le sue “creature”, anche il prestigiosissimo Hugo Boss Prize.
Il direttore del Guggenheim, ha ringraziato Spector per i quasi 35 anni di servizio, durante i quali ha “fornito leadership e visione strategica per collezioni, mostre e programmi pubblici, in tutti gli aspetti della Fondazione e per tutti i musei della nostra costellazione internazionale”.