Il MARCA-Museo della Arti Catanzaro, nato nel 2008, ospita una raccolta che spazia dall’arte antica a quella contemporanea, il cui nucleo è costituito dalla collezione permanente della Provincia di Catanzaro. Il MARCA, come spazio espositivo, organizza mostre d’arte dedicate a importanti autori della scena contemporanea internazionale. Dal 2015 l’Amministrazione Provinciale ne ha affidato la direzione artistica alla Fondazione Rocco Guglielmo. Abbiamo intervistato Rocco Guglielmo, presidente della Fondazione omonima, per saperne di più in un momento di incertezze per il Museo. Restiamo disponibili a pubblicare eventuali precisazioni o repliche da parte della Provincia di Catanzaro o della Regione Calabria.
Tempo fa lei ha provveduto ad anticipare gli stipendi del personale di guardiania e di quello deputato all’accoglienza del MARCA, spese che sono a carico della Provincia di Catanzaro. Come sono andati i fatti e come è oggi la situazione su questo fronte?
«Sì, è andata esattamente così. Il servizio di vigilanza (diurno e notturno) e il servizio di accoglienza e di didattica del Museo Marca sono stati affidati a due Associazioni nel rispetto delle procedure ad evidenza pubblica, e svolgono assiduamente la loro attività per il museo percependo una remunerazione concordata con l’Amministrazione Provinciale che è la proprietaria del Museo.
Nel 2015 l’Amministrazione Provinciale ha affidato alla Fondazione Rocco Guglielmo la direzione artistica del Museo Marca; ciò è avvenuto sotto la presidenza Bruno in un momento in cui le Provincie stavano attraversando una crisi finanziaria importante. La convenzione ha affidato alla Fondazione Rocco Guglielmo la direzione artistica del museo senza corrispettivo, un incarico “gratuito” che la Fondazione ha accettato per come offerto. Si è evitata così la temuta chiusura dell’unico museo provinciale attivo, per carenza di fondi.
Con la stessa delibera è stato richiesto alla Fondazione di assicurare il servizio di vigilanza e di accoglienza del Museo, procedendo a ricercare e incaricare soggetti idonei. La Provincia si è impegnata a riconoscere una somma annua a titolo di rimborso delle spese necessarie a coprire i costi per i suddetti servizi. Il dissesto finanziario della Provincia di Catanzaro degli ultimi mesi ha provocato uno stallo delle erogazioni delle somme anticipate alla Fondazione per il sostentamento degli operatori addetti alla vigilanza e all’accoglienza e dal mese di ottobre 2021 fino al mese di aprile 2022, le Associazioni affidatarie degli incarichi non hanno percepito alcun compenso.
Sono stati mesi difficili per l’Amministrazione, per la Fondazione ma principalmente per chi, nonostante la situazione ha manifestato grande responsabilità, senso del dovere e sentimento direi di affetto sincero verso il Museo resistendo, continuando a svolgere il proprio lavoro senza interruzione.
Ricordo altresì che il museo non può fare a meno del servizio di vigilanza soprattutto notturno e che deve necessariamente prevedere la presenza di più vigilanti essendo tutti e tre i piani dello stabile fruibili e allestiti con opere di artisti contemporanei che si alternano costantemente nonché di opere della collezione dell’Amministrazione Provinciale. L’assenza di personale addetto alla vigilanza comporterebbe la chiusura immediata del museo, così come la mancanza di personale qualificato addetto all’accoglienza non consentirebbe un corretto e coerente svolgimento delle attività museali.
Non sapendo fino a quando il personale avrebbe dovuto aspettare gli stipendi, ed essendo arrivati al quinto mese senza stipendio, mi sono sentito in dovere di intervenire e la Fondazione ha così anticipato qualche mensilità confidando in un recupero di tali somme anticipate. Così effettivamente è stato, e in aprile ci siamo riusciti. La situazione attuale è che la prossima tranche da erogare coprirebbe il semestre luglio/dicembre 2022. Speriamo non ci siano slittamenti e per questo confido nella premura dei dirigenti della Provincia a impegnarsi affinché ciò non accada».
Le difficoltà finanziarie della Provincia di Catanzaro, tuttavia, non dovrebbero essere problematiche per il settore cultura viste le competenze della Regione Calabria in questo ambito. Ce ne può parlare?
«Sì, non dovrebbe, anche perché la gestione dei musei è ricompresa nelle competenze cosiddette “residuali” che continuano a essere esercitate dalle Province in attesa che la Regione individui l’ambito ottimale per la gestione delle stesse. Pertanto, secondo quanto stabilito nei diversi incontri Provincia-Regione le spese per far fronte alla gestione ordinaria dei musei (servizio di accoglienza, vigilanza, ecc.) continuano a essere anticipate dalla Provincia e rimborsate dalla Regione a seguito di presentazione di idoneo rendiconto».
Quali spese sono a oggi a carico della Provincia e quali della sua Fondazione?
«Le spese di ordinaria manutenzione, comprese tutte le spese connesse alla realizzazione delle mostre e degli eventi collaterali che mantengono vivo il museo sono a carico della Fondazione: piccoli lavori di manutenzione ordinaria, sostituzione lampade, lavori di pitturazione, ecc…Tutte le spese attinenti alla manutenzione straordinaria dell’immobile invece, comprese le utenze, le spese per il servizio di vigilanza e di accoglienza, sono a carico della Provincia che ne è la proprietaria del Museo».
A Catanzaro esistono oltre al MARCA, altre realtà importanti come il Parco internazionale della scultura presso il Parco della biodiversità mediterranea. Qual è il suo stato di salute? Proprio io, nel caso del Parco internazionale della scultura avevo denunciato su queste pagine lo stato di degrado e gli atti vandalici subiti da diverse sculture…
«Il Parco è un vanto non solo per la Calabria, ma per l’intero Paese. È un polmone verde nel centro città; è luogo d’arte, di storia, di svago, aperto a tutti. Tuttavia, come già sappiamo, non tutti apprezzano. Negli anni, il patrimonio artistico del nostro Paese ha subito diversi atti di vandalismo e anche il nostro parco ne è stato vittima in più di un’occasione. Il Cerchio imperfetto di Staccioli, la Cabane di Buren per citare qualche esempio sono state tra le opere danneggiate, più o meno consapevolmente. Anche il degrado che negli ultimi anni si avverte è legato a problemi risolvibili con un po’ più di manutenzione.
Comunque il parco resta sempre uno scenario incantevole. La verità è che la cosa pubblica è fatta per essere vissuta da tutti, certo non tutti si approcciano ai luoghi d’arte con la stessa sensibilità. Sensibilità che in alcuni è innata, ma che comunque si può acquisire attraverso la conoscenza del nostro patrimonio. In alternativa, basterebbe solo un po’ di senso civico. La situazione di dissesto finanziario in cui versa la Provincia non potrà non avere effetti negativi sul mantenimento dell’intero Parco».
A fine anno scade la convenzione tra la sua Fondazione e la Provincia di Catanzaro in relazione alla gestione del MARCA. Quali scenari si aprono a suo avviso? Non è già tardi per definire questi aspetti tenuto conto che, nelle more, non è possibile pianificare l’attività espositiva del Museo per il 2023?
«Per tutto il 2022 la programmazione della Fondazione continuerà a essere costruita attorno al museo Marca e la maggior parte delle attività saranno a esso collegate. Gli appuntamenti sono già stati definiti da tempo. Certo, non avendo la tranquillità che allo scadere della convenzione questa venga rinnovata e con essa la conferma della Fondazione alla direzione artistica del museo, non è possibile alcun tipo di programmazione per il 2023.
Siamo sicuramente in ritardo, ma non me la sento di impegnare oggi la Fondazione a stringere accordi con artisti, editori, gallerie che investono nei progetti senza alcuna garanzia, per poi trovarmi costretto a sciogliere. Sarebbe un danno economico e di immagine notevole. Quali scenari si aprono non lo posso prevedere, sicuramente l’attività di promozione culturale della Fondazione e la sua missione iniziata 12 anni fa continuerà. Al Marca? Vedremo, sono ottimista, mi piacerebbe continuare questo percorso in questo luogo che appartiene alla Città e che la Fondazione ha avuto l’onore e l’onere di curare per tanti anni sempre con una programmazione all’altezza del museo».
Visitando il MARCA ho avuto modo di imbattermi nel bar interno progettato da Flavio Favelli in occasione dell’apertura del MARCA, realizzato e attrezzato, ma che non è mai entrato in funzione. Come mai? La presenza di un bar e di un ristorante interno non potrebbero contribuire a incrementare la frequentazione del museo?
«L’opera di Flavio Favelli posta nel piano inferiore del Museo è stata un po’ come un’intuizione in cui nessuno però ha mai creduto realmente. È un bar completo e funzionante, e lo sappiamo perfettamente che i luoghi d’arte sono tutti dotati di bar e ristorante. Aprire un’area ristoro al MARCA incrementerebbe certamente la frequentazione, attraendo un pubblico “alternativo” rispetto al fruitore abituale. Quindi non solo conoscitori o amanti dell’arte, artisti o critici, ma tutti coloro che desiderano trascorrere del tempo in un luogo accogliente che si rinnova sempre, dove la convivialità rientra tra gli aspetti principali.
In diversi incontri l’ho proposto e l’Amministrazione Provinciale mi era parsa favorevole di ripristinare il bar del museo, affidandone la gestione a operatori del settore consolidati e già affermati. Una serie di incontri con tecnici, un susseguirsi di sopralluoghi per l’adeguamento dei locali si sono poi conclusi con tutta una lunga lista di rinvii che hanno fatto sì che ancora non ci sia un’area ristoro nel museo».
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