05 gennaio 2021

Riaperture dei musei all’orizzonte: c’è l’ipotesi della “Zona bianca”

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Tra le ipotesi sul tavolo del prossimo Dpcm, che dovrà entrare in vigore a partire dal 15 gennaio 2021, spunta anche la possibilità delle riaperture dei musei. Che iniziano a riorganizzarsi

All’orizzonte dell’epifania si intravedono nuove possibilità di riaperture: questo primo mese del 2021 sarà decisivo per orientare il resto dell’anno. Il 7 gennaio perderanno infatti efficacia le norme speciali stabilite appositamente dal decreto del 18 dicembre per il periodo delle festività natalizie. Dopo lunghe discussioni, il nuovo decreto del 4 gennaio 2021 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, prevedendo nuove misure restrittive in vigore in tutta Italia che, fatte salve le ordinanze regionali, riparte da una estesa zona gialla “rinforzata”, una sorta di “zona grigia” tra quella gialla e arancione. Bar e ristoranti potranno riaprire anche il servizio in sala dalle 5 alle 18 ma, come previsto dalle norme della zona gialla dai precedenti decreti, musei e mostre continueranno a rimanere chiusi. Eppure, tra le porte dei musei, sbarrate da tante settimane, lo spiraglio delle riaperture sembra intravedersi.

Dal 15 gennaio 2021, infatti, decadrà anche il Dpcm del 3 dicembre 2020 che estendeva, appunto, le restrizioni “a zone” già adottate dal Dpcm del 3 novembre 2020 nel quale, a sua volta, veniva indicata la chiusura dei musei e delle mostre. Nell’art. 1, Misure urgenti di contenimento del contagio su tutto il territorio nazionale, al comma 9r, si faceva riferimento alla sospensione delle mostre e dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo 22 gennaio n. 42). Insomma, se fino a ora è stata una rincorsa all’inasprimento, alla luce dei nuovi sviluppi del quadro epidemiologico e dell’efficacia delle campagne di vaccinazione, dal 15 gennaio 2021 si potrebbe segnare un punto di svolta o almeno un tentativo.

Ormai è infatti palese che i musei non rappresentino un pericolo immediato, considerando la relativa facilità con la quale è possibile non solo contingentare ma anche tracciare gli ingressi. È chiaro soprattutto negli ambienti del Ministero dei Beni Culturali che, dopo aver tentato di arginare la crisi del settore con aiuti a pioggia in diversi ambiti, dallo spettacolo al cinema, dalle strutture ricettive ai tour operator, ormai non può dribblare ulteriormente la questione. Con il via libera delle Direzioni Generali, un tentativo di riapertura, secondo alcune indiscrezioni, sarà probabilmente intrapreso, quindi, dal 15 gennaio, in previsione di una ennesima zona stabilita da un nuovo Dpcm, questa volta “bianca”. Sul tavolo del Consiglio dei Ministri, allora, oltre all’estensione dell’orario del coprifuoco oltre le 22 e agli spostamenti liberi, anche la riapertura di cinema, teatri e musei.

Lapalissiano che un museo sia una struttura intricata, tanto dal punto di vista organizzativo che gestionale e altrettanto complessi sono i bilanci e gli equilibri economici che ne garantiscono la sostenibilità. Bilanci che, però, non possono più dipendere dai grandi numeri del turismo che, probabilmente, non torneranno mai nello stesso volume. I musei pubblici, d’altra parte, non hanno mai “guadagnato” direttamente dalla loro bigliettazione ma da una budget “super partes”, ripartito dal Ministero.

Discorso non troppo diverso per i musei autonomi, che godono di autonomia gestionale e di budget ma che, in ogni caso, come molti altri servizi pubblici, non hanno mai chiuso veramente, visto che gli uffici continuano a funzionare e le luci e gli impianti di condizionamento continuano ad accendersi. Insomma, le spese per le utenze e gli stipendi – e ricordiamo che nei musei lavorano tanto dipendenti pubblici quanto personale assunto da società in house – non è che si siano azzerate da un giorno all’altro. Tuttalpiù i servizi aggiuntivi appaltati, per esempio caffè e book shop, potrebbero risentire di un flusso scarso ma un discorso simile – mutatis mutandis – potrebbero farlo anche i bar e le librerie al di fuori dei musei. In effetti, è il rischio condiviso da qualunque impresa.

Le feste di Natale e questi primi giorni del 2021 potrebbero essere usati per programmare una riapertura, magari graduale e ognuno secondo le proprie possibilità, azzardando addirittura qualche nuova proposta, tenendo conto chiaramente delle norme di sicurezza individuali, tra mascherine, distanziamento e rilevamento della temperatura. Prima o poi, infatti, si tornerà a una normalità che non sarà mai più come quella che conoscevamo una volta (è diventato letteralmente un luogo comune, quindi non potrà essere altrimenti). E, a parte i progetti online, qualche tentativo di immaginare nuove modalità di coinvolgimento e fruizione in situ, si dovrà pur iniziare a compierlo.

1 commento

  1. Speriamo che riaprino dopo il 15 quindi, in maniera graduale, ingressi contingentati ecc. Dando priorità però ai grandi musei delle grandi città (Roma, Firenze ecc). Non aspettiamo altro

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