Giancarlo Vitali ha attraversato la pittura del Novecento, un denso viaggio nei meandri della rappresentazione contemporanea, tra colore e forma, superficie e profondità. Nella sua lunga ricerca, ha avuto modo di confrontarsi con l’ambiente internazionale dell’arte, in occasione di tante mostre all’estero e in Italia, fino a quella presentata a Palazzo Reale di Milano, nel 2017, l’anno prima della morte, visitata da oltre 80mila persone. Ma in questa parabola, un punto è rimasto sempre fermo: la sponda orientale del Lago di Como e, precisamente, Bellano, luogo di nascita – il 29 novembre 1929 –, di vita e di lavoro, le cui atmosfere spesso ritornano nelle sue opere. E oggi, Bellano ricorda questo artista tanto tenacemente locale quanto dalla prospettiva ampia, con il Museo Giancarlo Vitali, il cui progetto è stato presentato in anteprima proprio a Palazzo Reale. Realizzata da ArchiViVitali ETS grazie al sostegno di donatori e al contributo di Fondazione Cariplo, la nuova sede museale sarà inaugurata venerdì, 29 novembre 2024, anniversario della nascita dell’artista, in via Alessandro Manzoni 50.
In occasione della presentazione è stata anche siglata la donazione di due opere importanti al Comune di Milano. Il Comune di Milano conserva già nelle proprie collezioni 45 preziose incisioni di Giancarlo Vitali, donate in occasione della mostra organizzata dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli del Castello Sforzesco nel 1994, quando fu anche realizzato il primo catalogo ragionato della sua opera incisa (1980-1993); nelle collezioni cittadine sono presenti anche due ritratti di benefattori nella Quadreria della Ca’ Granda.
«Gli anticorpi maturati dentro la sua terra, seguendo null’altro che la propria vocazione, gli permettono un disincanto etico rispetto alle contraddizioni proprie dell’uomo di oggi», scriveva di lui Mario Botta. Vitali iniziò a dipingere a 15 anni, dopo un periodo di lavoro all’Istituto d’Arti grafiche di Bergamo ma la svolta avvenne nel 1983, quando Giovanni Testori, dopo aver visto per caso la riproduzione di un suo dipinto, gli fece visita. Da questo incontro doveva scaturire un rapporto di reciproca stima e di amicizia, che sarebbe durato sino alla morte dello scrittore, nel 1993.
Testori scrive di Vitali in toni altissimi dedicando alla “scoperta” dell’artista un elzeviro di un’intera pagina su Il Corriere della Sera intitolato I fasti della pittura, e sarà lui stesso a curarne la prima personale a Milano nel 1985. Vitali, d’altra parte, dedicò all’amico scrittore diversi ritratti e proprio due di questi, Occhi di Testori (1986) e Ritratto di Testori (1986), saranno donati dalla famiglia Vitali al Comune di Milano – Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea in occasione dell’apertura del Museo.
«Di sicuro il suo linguaggio mescola costantemente il realismo all’espressionismo, in una maniera tutta italiana, ora con toni tragici e drammatici, ora con accenti più ironici e umoristici», scrivevamo in una recensione della mostra del 2013 a Palazzo del Broletto di Como.
La sede del Museo Giancarlo Vitali sarà nella dimora storica di Palazzo Lorla di Bellano, nell’ambito di un più ampio programma di riqualificazione di alcuni spazi storici del paese affacciato sulle rive del Lario, il BAC – Bellano Arte Cultura, un itinerario di un chilometro e 200 metri che comprende monumenti storici, naturalistici e spazi espositivi, a partire dall’Orrido, una gola naturale che risale all’epoca glaciale, percorribile attraverso delle passerelle ancorate alla roccia all’altezza di circa 50 metri dall’alveo del Fiume Pioverna. Sempre nell’ambito del BAC, a settembre riaprirà anche lo spazio San Nicolao, completamente restaurato per accogliere mostre di arte contemporanea.
Il progetto del nuovo Museo è nato a seguito della donazione di un importante nucleo di opere (un centinaio di dipinti, altrettanti disegni e l’intero corpus incisorio che conta 560 fogli) da parte della famiglia Vitali al Comune di Bellano e all’Associazione ArchiViVitali ETS, che riunisce gli archivi dello stesso Giancarlo Vitali, con l’obiettivo di costituire un centro studi permanente e un laboratorio di progettazione espositiva teso al dialogo fra i linguaggi del moderno e del contemporaneo. L’esposizione permanente consterà di oltre 100 opere realizzate dal grande pittore e incisore, una selezione della sua ricchissima produzione di dipinti, disegni e incisioni realizzata in 70 anni di attività. Votato alla sperimentazione ma radicato sul territorio, come ne metodo che più si addice allo stesso Vitali, il Museo si presenta «Come uno spazio dinamico, dove la lezione di Vitali si intreccia alle esperienze delle nuove generazioni, e dove l’incontro fra memoria passata e visione futura attiva connessioni virtuose», spiegano dal museo.
Il progetto, curato da Vitali Studio, traccia un percorso espositivo eterogeneo in stretto dialogo con gli elementi architettonici preesistenti a cui è restituita visibilità e funzione con il fine di non disperdere la relazione di empatia e autenticità che lega storicamente questo edificio a Bellano. Le opere di Giancarlo Vitali, esposte con ritmo alternato e rimodellato da geometrie impreviste, stabiliscono dialoghi e contrasti fra gli elementi esistenti e i nuovi ambienti, concorrendo a ridefinire un’alternanza di luoghi e caratteri apparentemente diversi, focalizzati con ironia e punti di vista insoliti, rintracciabili da angolazioni diverse.
L’uscita verso il giardino invita il visitatore a sostare di fronte a un grande dipinto murale immerso nel verde e, contemporaneamente, apre lo sguardo verso una nitida sobrietà della casa che s’affaccia sul parco verso est, fino alla collina in direzione dell’Orrido.
Le facciate esterne, l’androne, e la piccola scala barocca sono gli elementi distintivi del palazzo e riportano tracce degli ultimi interventi settecenteschi che delineano il carattere originario dell’immobile nel quale ora si insedia il museo.
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