Dal 21 dicembre 2022, più di 50 opere della collezione di tessuti e moda di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, tra le più importanti in Italia, tornano a essere esposte nella sala a esse dedicata, al secondo piano. L’allestimento riproporrà a rotazione nuove opere della raccolta, per raccontare i vari periodi e le diverse fasi dell’arte tessile, dai frammenti copti in lino e lana lavorata ad arazzo provenienti da Antinoe – città del Medio Egitto fondata dall’imperatore Adriano – fino ai tessuti medievali che documentano la magnifica produzione delle manifatture seriche del bacino mediterraneo e dei primi importanti centri manifatturieri italiani.
Tra i manufatti in esposizione nella Sala Tessuti di Palazzo Madama, anche due esemplari di velluti italiani operati, lavorati con filati d’oro e d’argento, i tessuti più richiesti da ogni corte del Rinascimento: un magnifico telo cremisi veneziano tagliato a due altezze, storicamente detto alto-basso, e un ampio frammento di velluto di seta rossa e oro, filato dal tipico disegno tardo quattrocentesco dei fiori di cardo, già parte di una veste liturgica.
Tre importanti manufatti testimoniano la vitalità dell’arte del ricamo nel Cinquecento: la famosa tovaglia con la raffigurazione dei Quattro Continenti, attribuita alla ricamatrice milanese Caterina Cantoni, celebre tra i contemporanei per la raffinata tecnica del ricamo a doppio diritto e professionista nel settore; una tovaglia lavorata anch’essa in Italia ma in ambito domestico, decorata da poetici motti d’amore e con un repertorio di minuti disegni policromi di putti, delfini, manufede, leoni rampanti; un vivace ricamo raffigurante la parabola delle vergini sagge e delle vergini folli, in seta su fondo in lana con gli abiti delle donne della Svizzera tedesca della fine del XVI secolo.
Affiancati nelle vetrine storiche della sala, teli da arredo e stoffe da abbigliamento raccontano il mutare del gusto decorativo nei secoli, con un focus sull’abbigliamento e sullo stile del XVIII secolo, quando i motivi bizarre, a pizzo, a isolotti, a meandri si avvicendavano rapidamente, seguendo la moda dettata da Parigi e dalle manifatture lionesi, che detenevano la palma dell’eccellenza.
Numerosi tra questi tessuti, esposti nelle sale del Museo Civico tra gli ultimi decenni del XIX e i primi del XX secolo, furono riprodotti in quegli anni da manifatture tessili italiane, in particolare dalla manifattura torinese di Guglielmo Ghidini, fondata nel 1865. Nel nuovo allestimento, Palazzo Madama espone alcune stoffe riproducenti modelli della sua collezione, per ricordare il ruolo che il Museo Civico d’arte applicata all’industria realmente svolse nei confronti delle attività produttive della città , a cui offrì opere di alto valore artistico che costituirono un modello e una fonte di ispirazione per rivitalizzare la produzione.
Della collezione di abiti e accessori di moda è esposta invece una scelta di capi, che spazia dal XVII Secolo agli anni Venti del XX Secolo, tra cui un giuppone ricamato con i nodi di Casa Savoia, un’andrienneconfezionata con un ricchissimo lampasso lionese precedente la metà del Settecento, un abito femminile in stile Impero in leggerissima garza di seta e due briosi vestiti in stile Charleston di sartoria milanese. Per la prima volta è esposto anche un sorprendente banyan, veste da casa maschile, in seta dipinta in Cina e confezionata in Europa nel terzo quarto del Settecento. All’attualissimo tema del riuso ci avvicina, infine, un interessante abito degli ultimi anni dello stesso secolo, che fu oggetto di un riadattamento per adeguarsi alle nuove esigenze di una neo-mamma ed essere comodo per l’allattamento.
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