Chi l’ha detto che l’archivio è solo un luogo in cui conservare la memoria? Partendo dalle tracce del passato, magari potrebbe anche proporsi un luogo di sperimentazione. Nasce così l’Archivio Animato, progetto presentato da Fondazione Cirulli, con sede a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, che inaugura venerdì, 22 novembre, e trasformerà lo spazio della conservazione in un laboratorio in cui i materiali sono quelli della storia e della cultura del Novecento, il secolo della modernità.
Il progetto è stato realizzato con la consulenza e supervisione di Jeffrey Schnapp, fondatore e direttore del metaLAB dell’Università di Harvard e figura di riferimento nel campo dell’umanistica digitale. Un nuovo modo per raccontare la collezione “panoramica” di Fondazione Cirulli, la cui sede si trova in uno degli edifici più iconici dell’architettura moderna italiana, progettato e realizzato nel 1960 dagli architetti e designer milanesi Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Dino Gavina.
19 le sezioni in cui è divisa la mostra, che propone un caleidoscopio di oggetti e visioni, dalle arti figurative al design industriale, passando per cinema, televisione e moda, tra disegni, quadri, sculture, oggetti, manifesti, volantini, carteggi, progetti architettonici, tessuti, riviste, libri.
«Abbiamo voluto allontanarci da formati espositivi museali troppo rigidi per avventurarci in una sorta di “terra di nessuno”, in cui invece del grande racconto si cerca la molteplicità, la simultaneità e l’agilità, valori futuristi per eccellenza (ma anche valori del tutto contemporanei), tramite l’adozione di formati ibridi, leggeri e freschi. L’archivio animato, che fa leva sulla diversità e l’eterogeneità di una collezione panoramica come quella della Fondazione Cirulli, non propone al pubblico solo prodotti e soluzioni ma avanza problemi, sollecita ricerche, compone puzzle e suggerisce istanze di accesso diretto a materiali spesso non canonici che raccontano la storia del ‘900 italiano», ha spiegato Schnapp.
Accanto alla selezione di “Frammenti i di ‘900”, con dipinti dei primi tre decenni del secolo, il capitolo dedicato al “tessuto della modernità”, che offrirà una selezione di progetti grafici per tessuti d’arredamento, realizzati per la Triennale di Milano negli anni Cinquanta dai più rinomati artisti del panorama italiano, come Gio Ponti, Ettore Sottsass, Lucio Fontana, Enrico Prampolini, Bice Lazzari, Fede Cheti. Si passa quindi ai volti del cinema e della televisione degli anni Sessanta, con “Fermo immagine”, un capitolo che racconta gli entusiasmi del boom economico, veicolati anche della televisione. E ancora il racconto della modernità attraverso le produzioni industriali e la pubblicità: dal pannello decorativo realizzato da Xanti Schawinsky, maestro del Bauhaus, per il negozio Olivetti di Torino, ai cartelloni pubblicitari originali di inizio secolo scorso.
E non è finita qui, perché durante la mostra verranno organizzati incontri e conferenze con la partecipazione di esperti e studiosi del settore, per focus sulle tematiche delle varie sezioni, a comporre una ricca proposta di eventi culturali. «Il nostro obiettivo è infatti quello di aprire lo spazio della Fondazione per farne un luogo di costruzione di contenuti, un vero e proprio laboratorio permanente di storia e cultura del Novecento», hanno dichiarato Massimo e Sonia Cirulli.
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