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Sarà per il desiderio di levarsi di dosso quell’aura sacrale ma anche un po’ polverosa, oppure per assecondare la curiosità verso le potenzialità creative e commerciali di questi nuovi linguaggi così diffusi e diffondibili. Di fatto, ormai tutti i maggiori musei al mondo hanno raccolto la sfida dei Social Network, con risultati piuttosto altalenanti. L’ultimo a provarci è il Musée d’Orsay, che ha avviato un progetto dedicato specificamente a Instagram.
La speranza del museo è aggiornare almeno un po’ l’immagine di immobile monumento all’800 francese, a dire il vero molto iconica, sia per la sua architettura, uno stile eclettico da fin de siècle – poi ripreso nel famoso restauro di Gae Aulenti –, che per la sua inestimabile collezione di artisti francesi, con una predilezione per gli Impressionisti e i post impressionisti, come Claude Monet, Paul Cézanne, Édouard Manet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Alfred Sisley, Camille Pissarro, Paul Gauguin, Vincent van Gogh, Henri de Toulouse-Lautrec. Comunque, i tempi cambiano e quindi anche i musei e le funzioni che rappresentano. Quindi, aprirsi al mondo di Ig può anche esser lecito, no?
![](https://www.exibart.com/repository/media/2020/01/courbet-dorsay-1024x768.jpg)
Magari Van Gogh sarebbe diventato un influencer? È la domanda che si è posto Jean-Philippe Delhomme, il primo artista chiamato a popolare l’account Instagram del d’Orsay. Per un anno, ogni lunedì del 2020, Delhomme pubblicherà una vignetta ispirata ai grandi personaggi che aleggiano nella storia del museo e che torneranno in vita attraverso le loro azioni sul popolare social network.
E allora, il primo a postare è stato nientemeno che Joris-Karl Huysmans, scrittore e critico d’arte tra i più influenti dell’800, autore di À rebours, un vero manifesto del decadentismo, oltre che di biografie di artisti suoi contemporanei, tra i quali Monet, Degas e Odilon Redon. Nel suo post, pubblicato lunedì, 6 gennaio, Huysmans ringrazia il pittore Jean-Louis Forain, autore del ritratto, citandolo nei credit e poi fa un riferimento a Henri Gervex, che nel 1878 destò scalpore tra i bourgeois con la scandalosa nudità di un suo dipinto, Rolla. A mettere un cuore al post di Huysmans sono @degas, lo stesso @forain e altri 13. Chi saranno? Forse Émile Zola o Gustave Moreau, amici del critico. Comunque, per saperne di più su Huysmans, potrete visitare la nuova mostra che il d’Orsay gli dedicherà, in apertura il primo marzo.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2020/01/Henri-Gervex-Rolla-1878.jpg)
Il presidente del d’Orsay, Laurence des Cars, ha dichiarato a Le Figaro che lo scopo del progetto è dare maggiore visibilità ai grandi personaggi della storia dell’arte: «L’obiettivo è far sentire più vicini questi artisti della seconda metà del XIX secolo, facendoli interagire in maniera contemporanea».
Lo scorso anno, Delhomme, le cui vignette compaiono anche su New Yorker e GQ, ha pubblicato un libro intitolato Artists Instagram: The Never Seen Instagrams of the Greatest Artists, in cui ha descritto le ipotetiche relazioni sui social media di artisti come Jackson Pollock e Frida Kahlo. «Gli artisti vogliono essere visti, anche i più seri. Perché non dovrebbero mettersi in mostra come tutti gli altri? Questo desiderio c’è sempre stato ma con i social network è semplicemente irresistibile», ha spiegato al Guardian Delhomme.