Anche in Italia non mancarono maestri che operarono nell’ambito dell’espressionismo e in opposizione alla cultura ufficiale, trovando il sostegno di intellettuali e di raffinati collezionisti.
Fino dal 1926, a Torino, città che più di altre viveva l’attività culturale e politica contraria al fascismo, si riunì il Gruppo dei sei. Fra i protagonisti i pittori Francesco Menzio, Enrico Paolucci, Carlo Levi e, più isolato, Piero Martina. Le loro opere (sale XIII e XV) si fecero interpreti di una figurazione intimista, neoimpressionista e contraria a ogni monumentalismo; una scelta che si tinse di ragioni avverse al regime.
L’esperienza trovò maggiore forza anni più tardi con il gruppo di Corrente, riunitosi a Milano intorno alla rivista Corrente di vita giovanile fondata da Ernesto Treccani nel 1938 e chiusa dal fascismo nel 1940. La loro arte, pur con difficoltà, trovò il sostegno delle gallerie La Bottega di Corrente e Il Milione di Milano, e fra gli stimatori vantò Alberto della Ragione, che acquistò La Bottega di Corrente, dandole il nome La Spiga, continuando la promozione del gruppo e collezionando le opere.
I pittori Treccani, Renato Birolli, Renato Guttuso, Bruno Cassinari, Ennio Morlotti, Giuseppe Migneco, Aligi Sassu, Giuseppe Santomaso, Fiorenzo Tomea, Italo Valenti ed Emilio Vedova, e gli scultori Giacomo Manzù, Luigi Broggini e, in più isolato, Lucio Fontana, ricusarono l’arcaismo e il classicismo di Novecento, come l’esclusivo intellettualismo delle avanguardie. La loro ricerca si concentrò sui soggetti eticamente impegnati che colsero attraverso un realismo deformato dal linguaggio dell’espressionismo, che gli permise di dichiarare i propri dissensi. I nuovi modelli furono le opere di Van Gogh, Ensor, Munch, Kokoschka, Kierchner, Guernica di Picasso (1937), che considerarono emblemi della tragicità degli eventi contemporanei.
Negli anni Trenta, queste esperienze si accompagnarono a quelle del gruppo nato pochi anni prima a Roma. Roberto Longhi, nel 1929, lo chiamò Scuola Romana di Via Cavour. In quella strada, infatti, c’era lo studio dei pittori Mario Mafai e Scipione, ai quali si aggiunse la compagna di Mafai, Antonietta Raphael. Il gruppo, forte delle esperienze che la Raphael, ebrea di origine lituana, aveva maturato a Parigi, a contatto con l’École de Paris, colse con vena espressionista l’oratoria del barocco romano, allora riproposto da Longhi contro il gusto classicista. Nacque così un’arte d’introspezione, fondata sul colore, dalle forme libere dai rigidi contorni e dall’espressività mai banalmente compiaciuta.
L’esperienza del gruppo di via Cavour coinvolse altri artisti. Non ne rimasero estranei Guttuso, Mirko Basaldella (sala IV), Corrado Cagli (sala I), Roberto Melli (sala V), Gabriele Mucchi (XIII) e la moglie Genni Wiegman (sala IV), pittori e scultori altrettanto presenti nella Raccolta Alberto della Ragione.
Paola Cammeo
[exibart]
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Ho visitato recentemente il Museo. In assenza di cataloghi, mi è stato segnalato il Vostro sito. Grazie per queste immagini. Devo dire però che fatico moltissimo a leggere le scritte. I caratteri sono davvero piccoli, e dopo poche righe devo interrompere. Grazie ancora!!|
Gentile lettore,
capiamo il suo disagio nel leggere i nostri caratteri che, in effetti, possono risultare esageratamente piccoli.
Stiamo lavorando per implementare nel portale una tecnologia che permetterà ai lettori di scegliere il carattere del testo da leggere. Dunque speriamo che tornerà a farci visita nelle prossime settimane per poter apprezzare la novità.