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VILLA MONTEVECCHIO
Nel cuore della città di Samarate, sulla collina di Montevecchio, sorge la bella Villa Ricci, costruita alla fine dell’Ottocento (1898), come abitazione e dimora di rappresentanza dell’imprenditore Carlo Ricci (1853-1925). La storia di quest’uomo, nato e vissuto a Samarate, è stata ed è, ancora oggi, quella di un cittadino illustre che ha fatto la sua fortuna grazie al lavoro: da semplice garzone di bottega, Ricci diventò proprietario di un affinato cappellificio vicino a Monza. Lo stemma di Carlo Ricci non a caso è costituito da un ingranaggio industriale e da un leone rampante che tiene un nastro dalla scritta “Labor vincit omnia”. Fuori e dentro la villa sono infatti riportate diverse iscrizioni in latino, come “Paratus semper doceri” e “Otio ex opera merito dicata”, che raccontano la scalata sociale di Ricci.
La Villa, progettata dall’ingegnere Cecilio Arpesani, sotto la supervisione del capomastro Giuseppe Caremoli, è un edificio in stile “neo-sforzesco” circondata da un grande parco, ora pubblico, con un giardino di fronte all’ingresso principale detto “Giardino delle Balaustre”.
La Villa è interamente circondata da un grande e lussureggiante parco che ospita una torretta belvedere detta “Caffè House”. Di fronte all’ingresso principale si trova il Giardino delle Balaustre, luogo nel periodo estivo di riti civili, meeting e buffet all’aperto.
Le vicissitudini economiche della famiglia Ricci portarono a un progressivo abbandono e deterioramento dell’abitazione che negli anni ’70 del ‘900 fu infine acquistata dal comune di Samarate con l’intenzione di preservare quello che ormai era divenuto un simbolo
della città.
La villa divenne quindi sede di alcuni uffici pubblici, della biblioteca comunale mentre l’ampio salone del primo piano divenne luogo di incontri culturali, mostre e dei riti civili che qui potevano svolgersi.
Gli alti costi di gestione e il progressivo depauperamento della struttura hanno tuttavia portato l’amministrazione comunale a decidere di costituire una Fondazione senza fini di lucro e con il preciso scopo da un lato di reperire i fondi per ristrutturare l’intero complesso dall’altro di continuare e ampliare l’offerta di servizi socio-culturali sinora sviluppati e di farne il perno attorno a cui promuovere nuove e dinamiche realtà imprenditoriali.