Parlare di Christian Fennesz e del suo ultimo album Venice (Cd, Touch/Demos, 2004) porta ad affrontare alcune riflessioni sulla sua carriera, sulle intuizioni e sullo splendido risultato raggiunto nel 2001 con Endless Summer. L’integrazione tra strumenti suonati ed il processo di manipolazione del suono consentito dal laptop è una delle cifre caratteristiche della ricerca del musicista austriaco. Se l’ultimo album colpisce per la fattura dei suoni provenienti dalla chitarra filtrati, processati e inseriti in una dimensione sonora seducente, ci si rammarica nell’assistere ad un manierismo che ha intorpidito l’estro di Fennesz. La suggestiva e decadente città di Venezia non ha sortito un buon effetto sull’ispirazione del musicista che si lascia trascinare da
Ma Fennesz forse non dovrebbe preoccuparsi di superare se stesso. I maestri confidano negli allievi che direttamente o indirettamente si sobbarcano l’impresa di proseguire, normalizzare e soprattutto approfondire quanto loro è stato insegnato. Il giovanissimo Mitchell Akiyama è uno tra i più attenti e lucidi musicisti in grado di proseguire nella direzione elettro acustica di matrice fennesziana. Proveniente dal Canada e di origine giapponese, Akyiama giunge al quarto capitolo della sua produzione con If night is a weed and day grows less (Cd, Sub Rosa/Audioglobe, 2004). I suoni e le melodie eseguite con il pianoforte, la tromba, il cello ed atri strumenti acustici vengono sezionati, decostruiti e riassemblati in strutture stratificate elaborate al laptop. L’aspetto interessante è il mimetismo tecnologico laddove la materia acustica diventa preponderante integrandosi alla perfezione con il laptop per svilupparsi secondo una dimensione orizzontale che riesce a sintetizzare certo minimalismo con un gusto pop piuttosto anomalo e affatto scontato.
Sul versante della sperimentazione più radicale della nuova scena di improvvisatori si segnala inoltre l’ottimo risultato della collaborazione tra Tony Buck (batterista nei The Necks) e Axel Doerner. Durch und Durch (Cd, Tes/Vitamin, 2004) registrato a Berlino esattamente un anno fa e vuole essere una sorta di passeggiata attraverso il continuo cambiamento di paesaggi. Il perfetto equilibrio tra la tromba ed il computer di Doerner e la batteria e le percussioni di Buck si integrano all’interno di un unico brano di 40’ tra fruscii impercettibili, samples e strumenti acustici le cui qualità acustiche vengono totalmente trasfigurate ed esaltate.
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marco altavilla
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