Fennesz è un chitarrista, o almeno questo si dice dei suoi esordi. Nessuno, o pochi, lo hanno conosciuto in ambito rock, moltissimi invece lo amano e apprezzano come fine compositore di musica elettronica. Diciamo pure che la chitarra è rimasta nelle sue mani mentre il suo cervello si connetteva alle infinite possibilità concesse dai software per manipolare e creare suoni di sintesi. È salito alla ribalta l’anno scorso con Endless Summer(CD, Mego), ovvero, un’estate infinita: gli albori del nuovo corso intrapreso dalla ricerca elettronica in ambito musicale che, sfrondandosi di nodosi concettualismi e suoni spigolosi, si è intrisa di emotività colorandosi di tinte più calde ed accattivanti. La stessa direzione intrapresa da Jim O’Rourke, uno dei guru della scena musicale contemporanea, che sempre per la stessa etichetta ha pubblicato sul finire dello
E se negli ultimi tempi tanto si parla della ridefinizione del pop attraverso l’elettronica grazie ad etichette come Morr Music, Tomlab e Kitty-yo, vero è anche che Endless Summer ancora suona dentro di noi dandoci l’impressione che qualcosa è cambiato sul serio e che ancora dopo averlo ascoltato e riascoltato, ci pone nella trepidante attesa della sua prossima uscita prevista per il gennaio 2003. Intanto però l’etichetta inglese Touch per ingannare l’attesa ha messo fuori una manciata di brani editi ed inediti raccolti sotto l’emblematico titolo Field Recordings 1995:2002. Good man è la traccia che apre l’intero lavoro, l’unica realizzata appositamente per la compilation che ci da notizia dello stato di salute attuale di Fennesz e sembra una bonus track di Endless Summer, ineccepibile e di estrema finezza: sottili frequenze e rumorismi che si squariciano facendo emergere una sensuale melodia arpeggiata alla chitarra. Le successive tracce erano reperibili solo sul suo esordio Instrument pubblicato su 12” dalla Mego e rimasterizzate per l’occasione: una vera chicca per tutti coloro che ancora non lo possedevano. L’ascolto del cd ci porta anche verso una serie di brani realizzati come colonna sonora per film ma reimpostate in nuove versioni (Stairs e Odessa) o il remix di Codeine per stephan mathieu & ekkehard ehlers Insomma si tratta di un lavoro imperdibile, almeno per gli appassionati del genere o per i più curiosi che in un solo acquisto si troveranno sul loro lettore cd una specie di summa, di breve antologia che testimonia la carriera di uno dei maggiori rappresentanti della musica degli anni ’90.
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mewgo.at
marco altavilla
[exibart]
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